Convegno. Il Cervello che cambia.
Le Unità Valutative Alzheimer insieme al San Martino
Sabato 26 Novembre 2011
Sala del Minor Consiglio, Palazzo Ducale - Genova

Sabato 26 novembre dalle ore 8.30 alle ore 17.00, presso la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale si terrà il convegno “Il Cervello che cambia. Le Unità Valutative Alzheimer insieme al San Martino”.
GENOVA, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Sabato 26 novembre dalle ore 8.30 alle ore 17.00, presso la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, si terrà il convegno “Il Cervello che cambia. Le Unità Valutative Alzheimer insieme al San Martino”. Il convegno è patrocinato da Università di Genova, Regione Liguria, Comune di Genova, ASL3 Genovese, ARS Liguria e Ordine dei Medici di Genova.
Il Convegno è centrato sulla riorganizzazione di quattro Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) del IRCCS Azienda Ospedaliera-Universitaria S. Martino-IST di Genova ora funzionalmente collaboranti in un’unica ‘macro’-UVA, in linea con quanto previsto dalla Commissione Alzheimer Liguria che ha lavorato per la Regione negli anni scorsi, presieduta dal prof. G.L. Mancardi.
Hanno partecipato alla creazione di questo centro le UVA della Neurofisiologia Clinica (Prof. G. Rodriguez), della Clinica Psichiatrica (Prof. F. Gabrielli), della Neurologia Ospedaliera (Prof. C. Serrati) e della Clinica Neurologica (Prof. G.L. Mancardi). Il Centro è coordinato attualmente dal dr. Flavio Nobili (Neurofisiologia Clinica) e sarà coordinato a rotazione dai referenti delle varie UVA. Le finalità del Centro sono molteplici. Oltre alla standardizzazione degli strumenti diagnostici ed alla terapia dei disordini cognitivi della terza età, si tengono corsi ai ‘caregivers’, cioè ai familiari o a chi si occupa dei pazienti, si indirizzano i familiari verso l’istituto dell’amministratore di sostegno (in collaborazione con la sezione Famiglia del Tribunale di Genova), si svolge attività clinica e scientifica in comune. Quella della malattia di Alzheimer e dei disordini ad essa correlati è a tutt’oggi una diagnosi difficile: come evidenziato dal “Rapporto Mondiale Alzheimer 2011” nei Paesi ad alto reddito solo il 20-50% dei casi di demenza sono diagnosticati correttamente, mentre nei Paesi a basso-medio reddito la percentuale è del 10%. Una corretta e tempestiva diagnosi permette di individuare il percorso di cura e l’accesso ai servizi dedicati. Proprio a questo mira il coordinamento tra le UVA che garantisce la complementarietà degli approcci neurologico e psichiatrico, con il contributo fondamentale del colloquio e dell’esame clinico, delle neuroimmagini morfologiche (Risonanza Magnetica) e funzionali (SPECT, PET), dei dosaggi di proteine nel liquido cefalorachidiano (beta-amiloide, tau), della genetica (genotipo ApoE, etc), nella diagnosi e nella cura del paziente con malattia di Alzheimer. Ma l’individuo affetto da questi disordini deve essere contestualizzato prima di tutto nel suo corpo per la possibile presenza di altri problemi medici generali, e poi nel suo ambiente familiare e sociale. Le difficoltà diagnostiche sono esemplificate dalla coesistenza di depressione e disturbo cognitivo: la depressione ha un’elevata frequenza in età senile e può manifestarsi con disturbi cognitivi, ma d’altro canto può essere uno dei primi sintomi con cui si manifesta la malattia di Alzheimer.

Il primo risultato concreto del centro è stata la creazione di un database computerizzato di cartelle cliniche condivise, strumento indispensabile per delineare un percorso diagnostico integrato tra i vari approcci, consentendo così una diagnosi differenziale tra patologie spesso confinanti e un monitoraggio del paziente sul medio e lungo periodo.
Un altro obiettivo del Centro è la messa a punto di progetti di ricerca con l’obiettivo di migliorare l’assistenza ai pazienti e favorire il reciproco arricchimento tra studiosi delle diverse discipline. Attualmente un primo progetto riguarda una forma particolare di demenza, quella a corpi di Lewy; un secondo progetto riguarda la ‘taratura’ italiana di due importanti test cognitivi, ancora carente in Italia.
Infine, vengono periodicamente discussi in maniera collegiale da vari specialisti i casi clinici più complessi.

Il convegno è diviso in 4 sessioni, due di carattere medico scientifico e due di carattere pubblico-sociale. Nelle sessioni di carattere medico-scientifico verrà presentata l’attività del nuovo centro col contributo dei diversi approcci, verranno presentati i nuovi criteri diagnostici del 2011 per la malattia di Alzheimer e verrà discusso il ruolo diagnostico dei nuovi ‘biomarkers’. Nelle due sessioni di carattere pubblico-sociale verranno invece approfonditi i delicati aspetti giuridici, amministrativi e il ruolo delle Istituzioni nel sostegno ai pazienti e alle famiglie.

Il Convegno è aperto al pubblico.
Per motivi organizzativi si prega di confermare la presenza alla Segreteria Organizzativa (Tel. 010 873106, Email [email protected]).
Ufficio Stampa
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