IL VECCHIO GELOSO. Spettacolo di Commedia dell'Arte

Domenica 15 luglio alle ore 19.00 nell’ambito della Festa degli Spaventapasseri al Mulino Giovanetti, nucleo rurale sorto alla fine del XVII° sec. a Monte Grimano Terme, la nuova produzione del laboratorio espressivo di teatro integrato, a cura del Teatro Aenigma di Urbino presso le strutture del Gruppo Atena, ispirato ad un canovaccio di Flaminio Scala, attore teatrale e comico italiano. “Un vecchio mercante, Pantalone nominato, aveva una bellissima giovane per moglie, Isabella detta…”
Monte Grimano Terme, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Il laboratorio espressivo di teatro integrato “La Poesia è Sogno”, a cura del Teatro Universitario Aenigma di Urbino presso le strutture gestite dal Gruppo Atena, presenta la sua nuova produzione in programma domenica 15 luglio 2018 alle ore 19.00 nell’ambito della tradizionale Festa degli Spaventapasseri al Mulino Giovanetti, nucleo rurale sorto alla fine del XVII° sec. situato nella Valle del Conca (PU), lungo il guado che attraversa il fiume collegando Valle di Teva con Monte Grimano.
Come è noto l’ attività del Gruppo Atena, fondato dal Dottor Ferruccio Giovanetti, eccelle a livello nazionale nella gestione di strutture residenziali per l’accoglienza di persone con differenziate necessità sanitarie e socio-assistenziali.
Il laboratorio, diretto da Vito Minoia e David Aguzzi, con finalità educative e socioterapeutiche, non ha mancato di sorprendere anche per i risultati d’importante rilievo artistico, sin dal suo avvio nell’estate del 2013. Solo il 24 febbraio scorso è andato in scena al Teatro Battelli di Macerata Feltria lo spettacolo “Ma queste son parole”, liberamente ispirato al racconto “Il profumo dei soldi” di Walter Valeri (docente alla Yale University presso il Boston Conservatory, ospitato a Montegrimano nel 2017) e al film “Cosa sono le nuvole” di Pier Paolo Pasolini.
Questa volta la Compagnia si è cimentata con la Commedia dell’Arte. Il 15 luglio assisteremo ad uno spettacolo ispirato ad un canovaccio scritto da Flaminio Scala, attore teatrale e comico italiano che amava interpretare ruoli da innamorato. L’idea di rimettere in scena un racconto realmente rappresentato da una compagnia del Seicento, ha entusiasmato non solo per il suo valore filologico, ma anche per l’emozione, per gli attori, di sapere che i propri ruoli erano già stati interpretati esattamente quattro secoli fa.
“Gli allievi del Gruppo teatrale, che ricordiamo si rigenera di anno in anno con nuovi ingressi e cresce teatralmente ed artisticamente attraverso un lavoro di staffetta, manifestano anche questa volta il loro desiderio di benessere attraverso il valore pedagogico, relazionale e terapeutico dell’espressione teatrale: tra loro si manifesta un vissuto che consente processi di consapevolizzazione inaspettati ed un rafforzamento dell’autostima individuale” (Vito Minoia, esperto di Teatro Educativo Interculturale e Inclusivo all’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”).
E come invito ad assistere alla rappresentazione, ecco l’incipit del canovaccio originale datato 1611: “Un vecchio mercante, Pantalone nominato, aveva una bellissima giovane per moglie, Isabella detta; della quale viveva ardentissimamente innamorato un bellissimo giovane, ricco e d’onorati costumi dotato, Orazio chiamato…”

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