AL TEATRO DUSE DI BOLOGNA ‘LAMPEDUSA’ CON FABIO TROIANO E DONATELLA FINOCCHIARO

Giovedì 17 gennaio 2019 | ore 21.
FORLI, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Al Teatro Duse di Bologna, via Cartoleria 42.
A.ARTISTIASSOCIATI IN COLLABORAZIONE CON BAM TEATRO E MITTELFEST 2017

Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano

"LAMPEDUSA"
di ANDERS LUSTGARTEN.

Traduzione ELENA BATTISTA.
Scene e costumi ALVISI+KIRIMOTO
Luci STEFANO VALENTINI.
Musiche originali ALEPH VIOLA.
Adattamento e regia GIANPIERO BORGIA.

Giovedì 17 gennaio 2019 | ore 21.

‘Un’escursione coraggiosa nelle acque oscure della migrazione di massa’ - The Guardian.

La grande attualità sarà in scena al Teatro Duse di Bologna giovedì 17 gennaio alle ore 21, con l’allestimento di ‘Lampedusa’, testo del drammaturgo e attivista inglese Anders Lustgarten. Sul palco Fabio Troiano e Donatella Finocchiaro diretti da Gianpiero Borgia, in una produzione di A.ArtistiAssociati, in collaborazione con Bam Teatro e Mittelfest 2017.

In ‘Lampedusa’, Lustgarten rivolge la sua attenzione alle migrazioni di massa, mettendo a confronto con coraggio la vita di Stefano (Fabio Troiano), un pescatore siciliano che si guadagna da vivere recuperando i corpi dei profughi annegati in mare, con quella di Denise (Donatella Finocchiaro), studentessa marocchina italiana, immigrata di seconda generazione, che si mantiene agli studi lavorando come esattore per una società di prestiti. La povertà e la disperazione non sono solo lo scenario del racconto, sono la causa generatrice del contrasto sociale, del male dei protagonisti.

L’incontro è tra due personaggi entrambi in fuga e al contempo alla ricerca di un miglioramento del proprio status, che finisce per passare attraverso lo sciacallaggio della disperazione altrui. Il testo di Lustgarten è un sorprendente racconto sulla sopravvivenza della speranza. Dietro al disastro sistematico della politica e delle nazioni, filtra infatti la gentilezza individuale, la sorpresa dei singoli.

Nodo cruciale per le politiche comunitarie dei prossimi decenni, il tema dell’immigrazione diventa così materiale drammaturgico per raccontare una storia umana e collettiva attualissima, mentre l’Europa, immaginata senza confini, rivendica oggi la geografia dei perimetri nazionali, le spinte populiste propongono soluzioni semplici a problemi altamente complessi e si erigono muri. Intanto, su tutto dominano la paura dell’altro e lo spettro del terrorismo.
Ufficio Stampa
Giancarlo Garoia
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