La Compagnia Teatro della Fede presenta “IL SILENZIO” nel carcere di Venezia martedì 14 maggio e nel carcere di Taranto, lunedi 20 maggio

La Compagnia Teatro della Fede presenta “IL SILENZIO” dal libro-indagine “Silenzio Amico” di Giampiero Beltotto (ed. Marsilio) regia di Alfredo Traversa La clausura rappresentata nelle carceri: due mondi simili ma diametralmente opposti a confronto Per la prima volta in uno spettacolo teatrale rappresentato in carcere parole, emozioni e pensieri di donne che hanno scelto la clausura
roma, (informazione.it - comunicati stampa - spettacolo) Si terrà nel carcere di Venezia martedì 14 maggio e nel carcere di Taranto, lunedi 20maggio, lo spettacolo teatrale Il silenzio, per la regia di Alfredo Traversa e con protagonisti Antonella Fanigliulo, Tiziana Risolo e Tano Chiari, prodotto dalla Compagnia Teatro della Fede che vedrà uniche spettatrici le detenute delle due carceri.

Una scelta coraggiosa quella del regista Alfredo Traversa, per l’adattamento teatrale di un soggetto arduo come quello rappresentato nel libro Silenzio amico del giornalista Giampiero Beltotto, attuale responsabile comunicazione del Teatro La Fenice di Venezia. Ambientato negli anni Settanta, sulla scena si vive un contrasto, solo apparente, tra il fuori e il dentro, tra la vita pubblica e la vita di clausura.
“Non ho incontrato sepolte vive o donne fuori dal mondo, ma una esperienza consapevole sia dal punto di vista ecclesiale che da quello culturale, un gruppo di donne che, in nome e in forza di una fede incarnata nel tempo, nella storia e nelle vicende umane, autogestiscono materialmente e spiritualmente la propria esistenza”. Cosi l’autore descrive l’incontro con le monache di clausura di Valserena.

Con queste prime particolarissime rappresentazioni la compagnia mostra di non cercare il plauso del grande pubblico ma, come afferma il regista “ vogliamo approfondire ed affinare la proposta teatrale che sarà prossimamente in tournee. Al termine delle rappresentazioni sono stati concordati con le direzioni carcerarie dei momenti di discussione e confronto con le detenute: per loro lo spettacolo sarà momento di svago ma anche uno specchiarsi in analoghe situazioni quotidiane”.
Per gli attori una prova difficile : uno spettacolo che nessuno potrà vedere, salvo le detenute.
Per tutti la consapevolezza delle opposte motivazioni che portano a vivere l’allontanamento dal mondo, la comunità dalle regole precise, la convivenza con chi non si conosce: le suore di clausura per scelta, le detenute per obbligo.

Un contrasto forte, cui nessuno intende sottrarsi, che fornisce a questa iniziativa una valenza in più mettendo in campo - “Proprio nell’Anno della Fede” sottolinea Traversa - il valore più alto che il teatro possa generare: l’incontro .

Silenzio amico: la bellezza della clausura ai tempi di Internet: Dopo trent'anni, un giornalista inquieto ritorna in un monastero di clausura e realizza un'intervista che riguarda la scelta di un gruppo di donne che dal silenzio ci parla del senso della vita, della politica, del potere, della cultura, della Chiesa, del sesso e della maternità. Le risposte arrivano al cuore della questione umana e scardinano decenni di timidezze e un'infinità di pregiudizi. Non solo: dalla clausura, queste donne si mettono in gioco con il popolo della rete e si confrontano con un mondo che, spesso, non ha neppure sentito parlare di contemplazione, di castità, di verità. Ne emerge un dialogo potente, libero e senza schemi tra chi vive immerso in una costante offerta di sé a Dio e chi naviga in una cultura globalizzata che non riconosce il senso dell'eterno.



Ufficio Stampa
paola scarsi
Italia
Allegati
Slide ShowSlide Show
Non disponibili