Carlo Spinelli (IdD), governatori regionali uscenti colpiti dal fuoco amico nella guerra per le candidature

Il responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti presieduto dal giornalista romano Antonello De Pierro analizza il momento di confusione e scontro che regna nelle forze politiche alla vigilia delle elezioni che rinnoveranno i consigli regionali in cinque regioni italiane
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Roma 10 gennaio 2024: Si avvicinano le elezioni regionali e crescono le polemiche interne agli schieramenti politici su chi candidare alla guida delle cinque regioni nelle quali si andrà al voto. Carlo Spinelli, responsabile nazionale per la Politica Interna del movimento Italia dei Diritti, affida il suo pensiero a un comunicato stampa dove mette in evidenza come il desiderio della poltrona prevarichi  l'interesse per gli italiani:" Non sarei voluto entrare nel merito delle candidature dei maggiori partiti del nostro Paese in vista delle prossime consultazioni regionali, ma il misero spettacolo che i nostri politici ci stanno offrendo mi mette di fronte a un interrogativo inquietante; sono più importanti le poltrone o il benessere degli italiani? Se un Ente o un'istituzione, sono bene amministrati, tutti ne trarranno vantaggio, viceversa se la guida dovesse arrivare non da un'analisi politica atta a dare merito a chi ha ben governato, ma dalla legge del più forte ( io ho più potere elettorale e quindi decido io ) si rischia di cadere in un vortice vizioso che porterebbe soltanto a un malcontento all'interno delle stesse forze di governo con il rischio di far cadere una legislatura ancor prima che questa esaurisca il proprio mandato, un ritorno alle urne che penalizzerebbe i cittadini sia dal punto di vista economico ( le elezioni agli italiani costano soldi ) sia dal punto di vista amministrativo. Prendiamo come esempio la Sardegna - continua Spinelli - dove maggiori sono i mal di pancia sia nel centrodestra che nel centrosinistra.

La Lega vorrebbe ricandidare come governatore della Regione Christian Solinas, ma la cosa non è ben gradita a Fratelli d'Italia che vorrebbe un cambio alla guida della regione autonoma sarda. Ma la necessità di un cambio, non sembra essere legata al mal governo di Solinas che non può essere messo in discussione dagli stessi alleati di centrodestra perché di fatto equivarrebbe a dire abbiamo governato male, anche se la valutazione stando alla qualità della vita che si registra in Sardegna, non può che essere negativa visto che la regione autonoma si trova agli ultimi posti in quasi tutti i settori e in particolare sul lavoro, l'istruzione e la salute e sicurezza, ma si basa sul fatto che, tra le cinque regioni che andranno al voto, Fratelli d'Italia, partito di maggioranza al governo, ne possiede soltanto una, l'Abruzzo, che diventano due aggiungendo le Marche e quindi c'è la necessita di dare più peso alla maggiore forza di governo anche nelle istituzioni regionali. Questa diatriba sviluppatasi all'interno del centrodestra per la candidatura a presidente regionale della Sardegna, crea una impasse anche per ciò che riguarda le altre candidature che vedrebbero riconfermati i presidenti uscenti a iniziare dal meloniano Marco Marsilio governatore uscente della regione Abruzzo passando per Alberto Cirio del Piemonte fino ad arrivare a Vito Bardi presidente uscente della Basilicata, esponente di Forza Italia che si è espresso a favore della ricandidatura di Solinas in Sardegna adducendo come motivazione che chi ben governa deve essere riconfermato, anche se in realtà - va avanti ancora Spinelli - il tifo per Solinas di Bardi sembra legato più al pericolo di perdere lui stesso la poltrona.

Per ciò che riguarda il centrosinistra, sembra che la situazione sia un pochino più tranquilla ma il sentore è che la situazione resterà tale solo se si accontentano i desideri di Giuseppe Conte e dei Cinquestelle che già l'hanno spuntata in Sardegna con la candidatura della pentastellata Alessandra Todde, cosa che ha comunque creato una spaccatura nell'area di centrosinistra visto che l'ex Governatore Renato Soru si presenterà sostenuto da Azione e da una serie di liste civiche. Per le altre regioni all'interno del centrosinistra si sta discutendo cercando di formare delle coalizioni che comprenderebbero Pd e Cinquestelle, un'alleanza quella giallorossa che nell'esperienza di governo ( il secondo guidato da Conte ) non ha dimostrato certo una solidità tale da garantire un quinquennio pieno nella regione dove questa coalizione sarà chiamata a governare per la diversità di veduto proprio dal punto di vista politico; troppe sono le divergenze tra i due partiti e questo potrebbe minare la fiducia degli elettori verso quest'alleanza che sembra derivi più dalla volontà di non mandare il centrodestra a governare le singole regioni che da un programma politico comune.

La sensazione quindi è che anche in questa tornata elettorale a vincere sarà l'astenzionismo proprio perché all'orizzonte non si vede nulla che già non abbiamo visto e cioè che l'ambizione per la poltrona trionfa sull'interesse per gli italiani. Per questo motivo al momento il nostro movimento resterà alla finestra e rimarremo affacciati fino a quando le altre forze politiche continueranno ad anteporre gli interessi personali a quelli degli italiani. Le origini della parola politica risalgono all'antica Grecia e alla parola politikḗ ( arte che attiene alla città stato) al quale Aristotele aveva dato il significato di <<amministrare la Polis per il bene di tutti>>, una definizione che sentiamo nostra e che vorremmo trionfasse anche all'interno delle altre forze politiche, solo quando vedremo qualcuno intraprendere questa strada - conclude Spinelli - allora sarà meritevole del nostro appoggio".


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