Cesena, Teatro Bonci: "La classe operaia va in paradiso" liberamente tratto dal film di Elio Petri. Replica sabato 10 febbraio, ore 21 e domenica 11 febbraio, ore 15,30

Con Lino Guanciale nel ruolo di Lulù Massa, già interpretato, nel film-cult di Elio Petri, da GianMaria Volontè ed un gruppo di appassionati attori.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Cesena, Teatro Bonci: "La classe operaia va in paradiso" liberamente tratto dal film di Elio Petri.

Regia Claudio Longhi.

Con Lino Guanciale nel ruolo di Lulù Massa, già interpretato, nel film-cult di Elio Petri, da GianMaria Volontè ed un gruppo di appassionati attori.
Una produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE.

Replica sabato 10 febbraio, ore 21 e domenica 11 febbraio, ore 15,30.

Immediatamente dopo la prima allo Storchi di Modena (fino al 4 Febbraio) arriva a Cesena, dall’8 all’11 febbraio,"La classe operaia va in paradiso", opera che Claudio Longhi ha liberamente tratto dal film di Elio Petri, con sceneggiatura di Elio Petri e Ugo Pirro.


"La classe operaia va in paradiso"
di Paolo Di Paolo.
Regia Claudio Longhi.
Scene Guia Buzzi.
Costumi Gianluca Sbicca.
luci Vincenzo Bonaffini.
Video Riccardo Frati.
Musiche e arrangiamenti Filippo Zattini.
Regista assistente Giacomo Pedini; assistente alla regia volontario Daniel Vincenzo Papa De Dios:
Con:
Donatella Allegro (nel ruolo che fu di Mariangela Melato), Nicola Bortolotti, Michele Dell'Utri, Simone Francia,
Lino Guanciale (nel ruolo di Lulù Massa), Diana Manea (nel ruolo che fu di Salvo Randone ... "ma che cosa si fabbrica in questa fabbrica?...."), Eugenio Papalia, Franca Penone, Simone Tangolo, Filippo Zattini.

Direttore tecnico Robert John Resteghini; direttore di scena Gioacchino Gramolini; macchinisti Marco Fieni, Riccardo Betti; capo elettricista Tommaso Checcucci; fonico e tecnico video Alberto Tranchida; sarta Eleonora Terzi amministratrice di compagnia Yumi Suzuki
scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
capo costruttore Gioacchino Gramolini; costruttori Marco Fieni (costruzioni in ferro), Sergio Puzzo, Riccardo Betti scenografo decoratore Lucia Bramati; costumi confezionati da Bàste sartoria
grafica AMS Lab.

Foto di scena Giuseppe Distefano.

Opera complessa, uno studio che ci riporta agli anni della contestazione studentesca ed operaia e che utilizza in modo agile ed efficace materiali di studio e iconografici della Fondazione Cineteca di Bologna, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Gramsci Emilia-Romagna,


Alla sua uscita nelle sale cinematografiche nel 1971, La classe operaia va in paradiso di Elio Petri riuscì nella difficile impresa di mettere d'accordo gli opposti. Industriali, sindacalisti, studenti, nonché alcuni dei critici cinematografici più impegnati dell'epoca, si ritrovarono parte di uno strano fronte comune contro il film. E la pellicola non ha così avuto una grande fortuna in Italia, nonostante la Palma d'Oro a Cannes e la galleria di stelle presenti, fra cui Gian Maria Volonté, Mariangela Melato e Salvo Randone.

"Sulla coda del film, in una breve e significativa scena, l'operaio Lulù Massa girovaga per la sua casa catalogando a uno a uno gli oggetti lì presenti e recitando una personale, e straniante, litania domestica: a ogni cosa risponde un costo, a ogni costo delle ore lavoro. Mutatis mutandis, nella sua concisione quella scena, dalle tinte bluastre e dai toni buffi, parla molto alla (e della) nostra epoca dominata dal consumo ultraveloce - espresso e spersonalizzante grazie al potere della rete -, affetta da una sindrome bulimica permanente mentre, al contrario, è risucchiata in vuoto ideologico spinto. Bizzarro combinato di stili, con una sceneggiatura che qua e là strizza l’occhio alla commedia all'italiana ma si lascia altresì tentare, nel suo impasto cromatico dall’estremismo espressionista, il film di Petri, scandito dalla musica dura e pervasiva di Ennio Morricone, ha il merito di aver provato ad abbozzare una narrazione dell'Italia attraverso il lavoro, oltre i furori utopici di quegli anni febbrili che seguirono il Sessantotto.
Riattraversarne la vicenda con lo sguardo disilluso del nostro presente, a quasi dieci anni dall'ultima crisi economica mondiale, significa riflettere su quanto quell'affresco grottesco immaginato da Petri nel 1971 sia più o meno distante. Un tempo, il nostro, post-moderno e post-ideologico, che fatica a riconoscere in modo netto i tratti di una qualsivoglia “classe operaia”, dispersa e nascosta dietro gli innumerevoli volti del lavoro “flessibile”. Se dunque l'inferno umido e grasso della fabbrica cottimista dell'operaio Lulù Massa appare ben lontano dagli asettici e sterilizzati spazi industriali o dai lindi uffici dei precari odierni, lo stesso non è del ritmo ossessionante e costrittivo di una quotidianità, allora e ancora oggi, alienata" (Claudio Longhi).


Info e biglietti:
[email protected]

Biglietti per lo spettacolo: intero € 25, ridotto € 18, speciale Giovani e loggione € 15 prevendita €1
biglietteria Teatro Bonci 0547 355959 - [email protected]
orari di apertura martedì-sabato dalle 10 alle 12,30 e dalle 16,30 alle ore 19-


www.cesena.emiliaromagnateatro.com | www.teatrobonci.it | www.emiliaromagnateatro.com

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