Amato Berardi, un “pontiere” tra l’Italia e gli States

Massimo Lucidi intervista l’imprenditore Amato Berardi, deputato nel Parlamento italiano eletto nella circoscrizione del Nord-America.
Napoli, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni) Un amico di Ema e del suo presidente Ciro Visone, è un italo-americano di successo: Amato Berardi, imprenditore a Philadelphia è deputato a Parlamento italiano eletto nella prestigiosa e popolosa comunità nord-americana.
Lo scorso anno all’evento NIAF a Washington ebbi modo di riscontrare personalmente il suo dinamismo e la sua autorevolezza; quest’anno all’appuntamento di fine ottobre è arrivato pure il presidente Obama...
Lo stesso Ciro Visone è stato ospite di Amato Berardi ad un workshop di imprenditori nello stato della Pennsylvania ed ha in programma di tornare con gli amici di Ema. (m.m.l.)

Come si trova nelle vesti di pontiere tra l’Italia e gli States?
“La definizione di “pontiere” fra Italia e Stati Uniti mi piace, perchè spesso è proprio verso questa direzione che costruisco il mio lavoro e mi impegno ogni giorno.
Come italiano residente da una vita negli States, conosco molto bene la realtà americana; allo stesso tempo, i continui e costanti contatti - politici, istituzionali, economici e commerciali - che mantengo con l’Italia mi permettono di poter cogliere ogni valida opportunità di collaborazione, di relazione, fra il BelPaese e gli Usa.
Insomma, con un piede nel Nord America ed un altro nella Penisola più bella del mondo, riesco ad avere una visione completa di ciò che è possibile costruire per il bene dei due Paesi, nell'interesse degli italiani e della comunità italo-americana.
Devo ammettere che la possibilità di essere un parlamentare della Repubblica Italiana, grazie ai tanti connazionali residenti nel Nord e Centro America che mi hanno votato, mi consente di avere più opportunità per svolgere, appunto, questo ruolo di 'pontiere', per essere più in stretto contatto con le diverse realtà che a Roma si occupano di italiani all'estero e di relazioni bilaterali con gli Stati Uniti”.

Come vede l’Italia con la crisi globale?
"La crisi che si vive in Italia, come è noto, parte da lontano: arriva dagli Stati Uniti, e da lì ha colpito il mondo intero.
L'Italia, rispetto ad altri paesi europei, ha un'economia forte, perchè il nostro sistema bancario è solido e perchè gli italiani da sempre sono dei grandi risparmiatori; ad esempio, quasi l'80% degli italiani vive in una casa di proprietà. Questo vuole dire molto.
Certamente, la crisi si sente anche nel nostro Paese, inutile negarlo.
Le imprese sono in seria difficoltà e non poche volte si trovano costrette a percorrere delle strade - come quella dei licenziamenti o della cassa integrazione - che ovviamente pesano sui lavoratori. Tuttavia, di fronte ad un momento difficile come quello che stiamo vivendo a livello mondiale, è necessario mettere in campo anche delle scelte difficili, per potere andare avanti comunque, perchè l'importante è non fermarsi, non smettere di produrre, non cessare di puntare verso la crescita e lo sviluppo del Paese.
Verso questa direzione sta lavorando il Governo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con un decreto sullo Sviluppo teso proprio a garantire al nostro Paese una marcia in più verso la crescita”.

In occasione della NIAF cosa suggerisce agli imprenditori italiani che vogliono investire negli States?
“Agli imprenditori italiani interessati ad investire negli Stati Uniti posso suggerire di cercare l'appoggio, il sostegno, di associazioni come la NIAF, appunto; fondazioni che operano in territorio americano da anni e che sono in grado di fornire ogni strumento necessario per aiutare eventuali investitori a fare impresa negli States.
E poi ci sono le ambasciate italiane, punto di riferimento importantissimo, che si adoperano da sempre
affinchè gli imprenditori italiani possano entrare nel settore imprenditoriale americano con più facilità e sicurezza.
Da non trascurare, poi, le camere di commercio italiane presenti nel nostro territorio: possono essere davvero fondamentali quando si tratta di cominciare un progetto nel Nord America".

Massimo Lucidi
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