Mantua, Cuba - Paolo Simonazzi

Il lavoro fotografico di Paolo Simonazzi, realizzato a Cuba nel 2015, in mostra, dal 7 ottobre al 4 novembre 2017, presso la sede di Vicolo Folletto Art Factories a Reggio Emilia. Presentazione del libro fotografico Greta's Book venerdì 6 ottobre, ore 17.30, alla Sala del Planisfero della Biblioteca Panizzi. A seguire, alle ore 19.00, anteprima della mostra presso Vicolo Folletto Art Factories.
Reggio Emilia, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Il lavoro fotografico di Paolo Simonazzi realizzato a Cuba nel 2015 in mostra, dal 7 ottobre al 4 novembre 2017, presso la sede di Vicolo Folletto Art Factories a Reggio Emilia.
Il titolo dell’esposizione – “Mantua, Cuba” – è tratto dall’omonimo libro fotografico (Greta’s Books, 2016) che sarà presentato al pubblico venerdì 6 ottobre, alle ore 17.30, presso la Sala del Planisfero della Biblioteca Panizzi (Via Farini, 3). Interverranno lo scrittore Davide Barilli e il curatore Andrea Tinterri. A seguire, alle ore 19.00, visita in anteprima alla mostra di Vicolo Folletto Art Factories (Vicolo Folletto, 1).
“Mantua, Cuba” è un progetto che nasce da un’esigenza intima di Paolo Simonazzi: quella di ricordare l’amico scomparso Velmore Davoli, che aveva visitato quei luoghi nel 1999, all’interno di un programma di cooperazione internazionale. L’opera, nella sua complessa e lunga evoluzione, si è arricchita del contributo di Davide Barilli, che conosce bene Cuba, spesso protagonista dei suoi romanzi e dei suoi racconti. Proprio sulla base di queste sollecitazioni, nascono uno studio e una ricerca che rivelano un’interferenza tra storia e leggenda, fra un’origine forse italiana della piccola cittadina caraibica e un brigantino genovese affondato nell’oceano, a poca distanza dalle coste su cui sarebbe sorta Mantua. La leggenda basta e avanza per costruire una narrazione e per cercare affinità elettive, apparentemente improbabili, tra la provincia padana e quella cubana, tra oggetti, simboli e dettagli sospesi in un “mondo piccolo”, che protegge la propria viscerale identità.
Simonazzi fotografa ciò in cui ritrova un senso di appartenenza, indipendentemente dalle latitudini geografiche, ovvero l’idea stessa di provincia: una nebula afosa, dove i muri possono essere testimoni di pezzi di storia, di fede, di sincretismo magico. E proprio dalla visione di una scritta ritrovata su un edificio in abbandono, Bar del Olvido, tutto ha avuto inizio. Una scritta che diventa il sentimento intorno al quale ruota l’intero progetto, la dimenticanza come filo rosso tra Mantua, la sua bizzarra italica leggenda e la capacità intrinseca dei luoghi remoti di ovattare la storia, di trasformarla e farla danzare su un teatrino in cartapesta. Tutto questo è filtrato da una cultura fotografica ben definita, che individua i propri modelli in quell’importante esperienza che dalla via Emilia arriva a toccare l’asfalto americano: da Luigi Ghirri ai New Topgraphers, passando attraverso il cromatismo di William Eggleston. Una cultura che Simonazzi rivendica e attualizza nella consapevolezza di raccontare una leggenda, qualcosa che forse è già scomparso anche se ancora davanti agli occhi. Qualcosa che va comunque protetto, anche solo per provare il piacere di potersi rifugiare, qualche volta, nelle illusioni.
L’accesso alla Sala del Planisfero della Biblioteca Panizzi è gratuito sino ad esaurimento dei posti disponibili. La sede di Vicolo Folletto Art Factories è aperta al pubblico di martedì, mercoledì, venerdì e sabato con orario 10.30-13.00 e 16.00-19.30, oppure su appuntamento. Ingresso libero. Per informazioni: tel. + 39 342 6741987, [email protected], www.vicolofolletto.it.
Nato a Reggio Emilia, classe 1961, Paolo Simonazzi divide la propria vita tra l’attività di medico e quella di fotografo, cui si dedica con passione. “Mantua, Cuba” (Greta’s Books, 2016) è il suo ultimo progetto, presentato per la prima volta nell’autunno 2016 a Parma (BAG Gallery) e successivamente a L’Avana (Galeria Casa de Carmen Montilla), nell’ambito della XIX Settimana della Cultura Italiana in Cuba. Nella primavera del 2016 le sue opere sono state esposte presso la Collezione Maramotti di Reggio Emilia per “Fotografia Europea”. Nel 2015 ha presentato a Torino, in occasione di The Other Art Fair, il progetto “Icons of Liscio”, afferente alle icone del ballo liscio in Emilia-Romagna. Nel 2015 ha allestito al Museo della Città di Rimini la mostra “Cose ritrovate”, realizzata nel 2014 a Reggio Emilia per “Fotografia Europea”: un viaggio visionario ispirato ai testi letterari di Ermanno Cavazzoni e di Raffaello Baldini (Marsilio, 2014). Il progetto “Bell’Italia” (Silvana Editoriale, 2014), presentato in anteprima a “Fotografia Europea” 2011, è successivamente approdato a Sydney, Melbourne (2012), Tokyo (2014), Mosca (2016). Dal 2006 al 2010 si è dedicato a “Mondo Piccolo”, un lavoro alla riscoperta delle terre care a Guareschi, luoghi dell’anima più che della geografia (Umberto Allemandi, 2010), con tappe in varie città italiane. “Tra la Via Emilia e il West” (Baldini Castoldi Dalai, 2007) è il titolo della mostra allestita a Villa delle Rose (MAMbo, Bologna, 2007) e a seguire in altre sedi italiane e straniere tra cui New York e San Francisco. Nel 2006 si è avvicinato al tema del disagio sociale con il progetto “La casa degli angeli”, presentata alla prima edizione di “Fotografia Europea” e successivamente alla quarta edizione di “FotoGrafia – Festival Internazionale di Roma” (2007). “Circo Bidone”, uno dei suoi primi progetti fotografici, racconta di un piccolo circo sopravvissuto all’epoca della multimedialità e degli effetti speciali (Zoolibri, 2003). Paolo Simonazzi vive e lavora a Reggio Emilia.
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