MELANOMA: PEMBROLIZUMAB RIDUCE DEL 43% IL RISCHIO DI RECIDIVA O MORTE DOPO RESEZIONE DEL TUMORE IN STADIO III

Pembrolizumab ha mostrato un beneficio di sopravvivenza libera da recidiva nel melanoma in stadio III. E’ la prima volta che una terapia con anti PD-1 ottiene questo risultato anche negli stadi III A (con metastasi linfonodali > 1 mm). I risultati dello studio EORTC1325/KEYNOTE-054 sono stati presentati al congresso annuale dell’American Association for Cancer Research (AACR) e pubblicati sul New England Journal of Medicine
Chicago, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Pembrolizumab, terapia immuno-oncologica anti-PD-1, riduce del 43% il rischio di recidiva o morte dopo resezione chirurgica del melanoma ad alto rischio in stadio stadio III.
MSD e l’Organizzazione Europea per la Ricerca e la Cura del Cancro (EORTC) hanno presentato i risultati dello studio di fase III EORTC1325/KEYNOTE-054 che ha esaminato pembrolizumab in terapia adiuvante (cioè somministrato dopo l’intervento chirurgico) nei pazienti operati per un melanoma ad alto rischio in stadio III. Pembrolizumab ha significativamente prolungato la sopravvivenza libera da recidiva (RFS), riducendo il rischio di recidiva o morte del 43% rispetto a placebo nella popolazione globale dello studio (HR=0,57; IC 98,4%: 0,43-0,74; p 1 mm), IIIB e IIIC. Il beneficio in termini di RFS è stato osservato indipendentemente dallo stato di mutazione BRAF (HR=0,64; IC 99%: 0,42-0,96 nei pazienti con BRAF wild-type, e HR=0,57; IC 99%: 0,37-0,89 nei pazienti con mutazione BRAF). Come precedentemente annunciato, MSD sta lavorando per inviare la documentazione dello studio EORTC1325/KEYNOTE-054 alle agenzie regolatorie negli Stati Uniti e in tutto il mondo.
MSD possiede un ampio programma di sviluppo clinico nel melanoma con pembrolizumab in monoterapia e in combinazione con nuovi farmaci. Il programma, che comprende più di 4.500 pazienti nell’ambito di 10 studi clinici, sta valutando pembrolizumab in tutti i ‘setting’ e stadi della malattia.

Ulteriori dati e informazioni di sicurezza sullo studio EORTC1325/KEYNOTE-054
KEYNOTE-054 è uno studio di fase III randomizzato in doppio cieco sponsorizzato da MSD in collaborazione con l’Organizzazione Europea per la Ricerca e la Cura del Cancro (EORTC). Lo studio ha l’obiettivo di valutare la terapia adiuvante con pembrolizumab rispetto al placebo nei pazienti con melanoma ad alto rischio (stadio IIIA con metastasi linfonodali > 1 mm, IIIB e IIIC) dopo resezione chirurgica. In totale sono stati randomizzati 1.019 pazienti a pembrolizumab (200 mg e.v.; n = 514) o placebo (n = 505) ogni tre settimane per un massimo di 1 anno di trattamento (18 dosi in totale). I pazienti erano eleggibili a cross-over/re-challenge con pembrolizumab in caso di recidiva. Endpoint co-primari erano RFS in tutti pazienti e RFS nei pazienti i cui tumori esprimevano PD-L1. Endpoint secondari erano la sopravvivenza libera da metastasi a distanza e la sopravvivenza globale (OS) in tutti i pazienti ed in quelli con espressione tumorale di PD-L1. La RFS è stata definita come il tempo intercorso tra la randomizzazione e la data della prima recidiva (metastasi locale, regionale o a distanza) o morte, per qualsiasi causa. In accordo con il protocollo, lo studio prosegue per la valutazione degli endpoint secondari, inclusa la OS.
Con un follow-up mediano globale di 15,1 mesi, nella popolazione globale ‘intent-to-treat’ il tasso di RFS a 12 mesi è risultato pari al 75,4% (IC 95%: 71,3-78,9) nel gruppo randomizzato a trattamento con pembrolizumab e a 61,0% (IC 95%: 56,5-65,1) nel gruppo con trattamento placebo. La RFS ottenuta è risultata prolungata in maniera significativa, con conseguente ridotto rischio di recidiva o morte del 43% con pembrolizumab (HR=0,57; IC 98,4%: 0,43-0,74; p<0,0001) rispetto="" al="" placebo.="" a="" 18="" mesi,="" i="" tassi="" di="" rfs="" sono="" stati="" rispettivamente="" del="" 71,4%="" (ic="" 95%:="" 66,8-75,4)="" e="" 53,2%="" (ic="" 95%:="" 47,9-58,2).="">
Inoltre, il beneficio in termini di RFS osservato nel trattamento con pembrolizumab era simile negli altri sottogruppi, che comprendevano lo stadio della malattia e il coinvolgimento linfonodale. Lo stato BRAF, il sesso e l’indice di massa corporea basale non hanno significativamente influenzato la differenza di beneficio al trattamento.
Il profilo di sicurezza osservato nei pazienti trattati con pembrolizumab era in linea con quanto osservato in precedenti studi condotti nei pazienti con melanoma avanzato non resecabile/metastatico. Eventi avversi di grado 3-5 correlati al farmaco sono stati riportati nel 14,7% dei pazienti nel braccio con pembrolizumab e nel 3,4% di quelli nel gruppo placebo. L’incidenza più alta di eventi avversi di tipo immune erano per la maggior parte di grado 1-2 ed erano rappresentati da disordini endocrini come l’ipo e l’ipertiroidismo. L’incidenza di eventi avversi di tipo immune di grado 3-5 era pari solo al 7,1%, tra questi colite (2,0%), polmonite (0,8%) ed epatite (1,4%), tutti gli altri avevano incidenza ≤ 1%. Solo un decesso, per miosite, è stato registrato nel gruppo con pembrolizumab.
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