Sisifo Felice di Valerie Honnart

Mostra personale dell'artista francese Valerie Honnart una selezione di opere che reinterpeta il mito di Sisifo in chiave contemporanea e ispirato alla cultura orientale
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Dal 17 al 23 Maggio negli spazi Medina Roma personale dell’artista Valerie Honnart dal titolo “Sisifo Felice” a cura di Lucia Collarile. In mostra una selezione di opere in parte esposte nel 2013, in Cina, a Shangai (cfr. il catalogo della mostra Imaginer Sisyphe Heureux, Philippe Staib Gallery, 2013) e che la Honnart riporta qui a Roma, luogo fondamentale della sua vita e che profondamente ha segnato la sua personalità artistica.

Le opere in mostra reinterpretano l’antico mito di Sisifo, un’operazione che è parte integrante del lavoro della Honnart, incentrato sulla ricerca di permeabilità e osmosi tra le sue differenti culture: quella occidentale, Francia e poi Italia, in cui Valerie è nata, è cresciuta, ha studiato e si è formata come persona, e quella orientale, la Cina, in cui si è trovata a vivere e nella quale si è scelta e formata come artista. Deriva da questo incontro tra mondi diversi la sua personalità complessa e la sua arte ricca di tanti spunti e di tematiche ricorrenti (il corpo, le relazioni tra le persone, il rapporto uomo-natura, il mito…) affrontate sempre analiticamente, con profondità e attenzione, con studio e ragionamento.

L’amore per la mitologia classica, rivela lo stretto contatto di Valerie con la storia e la cultura occidentale, con la ricerca del senso celato dietro ad ogni mito e con l’interpretazione dello stesso tramite lo svelamento della sua icona. L’immagine, la rappresentazione di quel mito parla invece la lingua dell’oriente, ed è presentata da Valerie con tecniche artistiche rigorose e, solitamente, nel pieno rispetto della tradizione pittorica cinese.

Una dicotomia artistica molto complessa, che proprio sul tema di Sisifo si sviluppa in modo particolarmente interessante: nelle opere in mostra la forza e l’espressività del segno, della linea nera tracciata con la china, l’uso prevalente di pochi colori su tele di lino ricoperte da strati di seta e trattate con la cera, sono il connotato di quella tradizione pittorica che si manifesta anche e soprattutto nello studio della composizione iconografica, nell’impianto prospettico, nell’equilibrio dei vuoti e dei pieni, così come nella lucentezza delle lacche applicate su tavola e nella ricerca della trasparenza cromatica data dall’uso del plexiglass come base per alcuni dipinti.

Vicino a questo linguaggio figurativo tradizionale c’è l’espressione del concetto, manifestato con istallazioni fatte di materia e immaginazione, limpide tracce per la comprensione e racconti sospesi in un linguaggio contemporaneo. Qui delle grandi pietre rotolando creano tracce su fogli, testimoni dello scorrere di un tempo che diviene infinito nello spazio della creazione: un infinito momento creativo.

Opening Venerdì 17 Maggio ore 18:00
17/23 Maggio
Ingresso libero
Apertura al pubblico: 10:00-13:00 e 15:00-19:00
Via Angelo Poliziano 32, 34 Roma
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