Area Sismica – Forlì AUT AUT con ANTELOPER (USA), DENIS CAMPITELLI, SANDRO SANGIORGI

Cammino Multidisciplinare tra Linguaggi Senza Compromessi Domenica 22 maggio, dalle ore 16
BOLOGNA, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

 

Area Sismica e Drogheria Gitana presentano

AUT AUT
Cammino Multidisciplinare tra Linguaggi Senza Compromessi

Domenica 22 maggio, dalle ore 16 – Area Sismica – Forlì

con

ANTELOPER (USA)
Jaimie Branch – tromba, elettroniche
Jason Nazary – batteria, elettroniche

DENIS CAMPITELLI in BRISLI briciole di poesia romagnola

Con degustazioni di cibo e vini naturali a cura di:

Amor por la Terra, Azienda Agricola Bertolino, Cascina Elena, Azienda Agricola I Versanti, Andrea Peradotto Pian di Stantino, Vinos al Margen, Giorgia Grande, Alberto Rigon Matervi, Sebastiano Civolani, Azienda Agricola delle Selve, Osteria Loco Squad, Mattia Angius.

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AUT AUT (in collaborazione con Drogheria Gitana di Forlì) è un pomeriggio speciale e simbolico nella programmazione di Area Sismica. Simbolico, in quanto, oltre alla musica live, il protagonista sarà anche l’altro caposaldo storico del locale forlivese, ossia l’estrema attenzione alla cultura enogastronomica naturale e sostenibile. A partire dalle 16 si avranno allora degustazioni di cibo e vini naturali a cura di una dozzina di aziende del territorio, quindi Dennis Campitelli – interprete teatrale, televisivo e cinematografico – proporrà un recital in cui si susseguono brevi racconti, poesie, aneddoti e detti tipicamente romagnoli fra gusto, cibo e miseria. Dopo di lui sarà un privilegio ascoltare Sandro Sangiorgi, il più autorevole insegnante di materie legate al vino, nonché uno dei pochi critici realmente indipendenti. Alle 19 poi, ecco un percorso di assaggi dei produttori di vini e di cibo a cura di Osteria Loco Squad e Mattia Angius, mentre il gran finale di AUT AUT è affidato alle 20 al duo statunitense Anteloper, ossia Jaimie Branch (tromba, sintetizzatori, voce) e Jason Nazary (batteria, sintetizzatori).

Il programma della serata:
ore 16 – Percorso di assaggi di vini naturali a cura di Amor por la Terra, Azienda Agricola Bertolino, Cascina Elena, Azienda Agricola I Versanti, Andrea Peradotto Pian di Stantino, Vinos al Margen, Giorgia Grande, Alberto Rigon Matervi, Sebastiano Civolani, Azienda Agricola delle Selve
ore 17 – DENIS CAMPITELLI in BRISLI briciole di poesia romagnola
ore 18 – SANDRO SANGIORGI, giornalista, scrittore, fondatore di Arci Gola e creatore di Porthos
ore 19 – percorso di assaggi dei produttori di vini e di cibo a cura di Osteria Loco Squad e Mattia Angius
ore 20 – ANTELOPER Jaimie Branch (tromba, elettroniche) e Jason Nazary (batteria, elettroniche)

DENIS CAMPITELLI
BRISLI Briciole di poesia romagnola
«La miseria è ancora l’unica forza vitale del Paese. Quel poco molto che ancora regge è soltanto frutto della povertà: bellezza dei luoghi, patrimoni artistici, antiche parlate, cucina paesana, virtù civiche e specialità artigiane sono custodite soltanto dalla miseria.» Leo Longanesi
Brevi racconti, poesie, aneddoti e detti tipicamente romagnoli fra gusto, cibo e miseria, scritti dagli autori più celebri della terra di Romagna.
Il primo incontro di Denis Campitelli con il mondo teatrale avviene a Cesena nel 2001 alla “Bottega del Teatro” di Franco Mescolini. Nel 2006 frequenta un corso di alta formazione per attori presso “L’Atelier della Costa Ovest Livorno”. Nel 2009 incontra il Teatro Due Mondi di Faenza che lo avvicina al teatro di strada e gli insegna la tecnica per l’utilizzo dei trampoli in scena. Inizia con loro una collaborazione costante che lo porta in tournée in Italia e all’estero con gli spettacoli: “Fiesta”, “Carosello”, “La parata Garibaldi” e “Come crepe nei muri”. Collabora con il Teatro Patalò di Santarcangelo col quale porta in scena gli spettacoli “I Passeggeri”, “In Bianco” e “Odissea al mare”.
È autore di diversi spettacoli in lingua romagnola: “La Rumâgna l’è fata”, “Barba e Capelli”, “Caruzìr” “Purbiòn di Romagna”, “A trebbo con Shakespeare”, “Brisli” e “Fat Jazz” dalle poesie e dai racconti di Giovanni Nadiani. In italiano ma dal sapore romagnolo scrive anche “Il primo Secondo” dedicato al Maestro Secondo Casadei e “Ultima Fermata” un monologo viaggiante su uno scuolabus. Nel 2015 è coprotagonista di un film Rai per la Tv dal titolo: “Una casa nel cuore” con Cristiana Capotondi. Nello stesso anno è tra i protagonisti del film Marco Pontecorvo: “Tempo instabile con probabili schiarite” con Luca Zingaretti e John Turturro. Da allora diverse sono le incursioni nel mondo del cinema e della TV: “Loro 1” (2018) di Paolo Sorrentino, “Nero a Metà” (2019) di Marco Pontecorvo e “Volevo Nascondermi” (2020) di Giorgio Diritti.

SANDRO SANGIORGI
Sandro Sangiorgi è giornalista, scrittore e divulgatore. Nato a Friburgo, Svizzera, nel 1962, si occupa professionalmente di vino da oltre quarant’anni. Nel 1981 diventa sommelier professionista. Nel 1986 è tra i fondatori dell’associazione Arcigola, divenuta in seguito Movimento Slowfood. Nel 2000 dà vita al progetto Porthos, curandone il periodico e l’intensa attività didattica. Le sue lezioni sono state frequentate da più di 18mila persone. Con Porthos Edizioni ha pubblicato quattro libri: Il matrimonio tra cibo e vino, L’invenzione della gioia, Manteniamoci Giovani – Vita e vino di Emidio Pepe e Il vino capovolto. Come editore ha curato le edizioni italiane del volume dedicato alla biodinamica di Nicolas Joly, Il vino tra cielo e terra, e il graphic-novel di Étienne Davodeau Gli ignoranti.
Nel 2020 ha completato il percorso della rivista Porthos con l’uscita del numero 37, l’ultimo della trilogia dedicata ai vini naturali che comprende anche il 35 e il 36. È considerato il più autorevole insegnante di materie legate al vino e uno dei pochi critici realmente indipendenti. Segue con grande interesse il cinema e la poesia. Pratica il buddismo di Nichiren ed è membro della Soka Gakkai.

L’approccio naturale cerca di sanare e ricucire la ferita che la eno-tecno-industria ha inferto al vino. Probabilmente le intenzioni erano buone, per esempio c’era il legittimo desiderio di produrre e vendere liquidi puliti e ben fatti, per reagire a una diffusa visione casalinga che, nel secondo dopo guerra, accumulava difetti e li spacciava per tipicità. Ciononostante si è andati così oltre da equivocare il mezzo e trasformarlo nella ragione di una scelta. Sono andate perdendosi la centralità e l’unità del vino. Si è pensato di scomporlo e di adattarlo prima alle più svariate tecniche produttive e poi a modelli commerciali affermati, tralasciando colpevolmente identità e consuetudini territoriali. Si è creduto che questi ultimi cinquant’anni fossero in grado di cancellarne centinaia, come se l’ultima soluzione fosse per forza quella buona. Il principio col quale ha lavorato questa macchina infernale è primariamente agricolo e ha riguardato sia la meccanizzazione delle pratiche colturali sia la scelta di lottare contro le malattie senza comprenderne la natura. Allontanando la persona dall’attività contadina è andata via via spegnendosi la vita. È stato fatale doverla ricostruire attraverso una chimica d’intervento, sul terreno come in cantina. La tecnologia ha preso il sopravvento e non è andata certo per il sottile, come dimostra la banalità della produzione enologica mondiale. Non si tratta solo dei vini a basso costo sfornati in milioni di esemplari, sono coinvolte la gamma dei cosiddetti premium wines – sorta di bottiglie trofeo usate dall’industria come specchietto per le allodole – e molta parte della fabbricazione artigianale che non riesce a divincolarsi dai protocolli produttivi. È una ferita profonda che va sanata reinserendo le persone nell’agricoltura, recuperando i saperi antichi ai quali affiancare la ricerca scientifica e, non ultima, riprendendo a osservare e a proteggere la vita nel suo svolgersi. Il compito del consumatore è riprendersi il ruolo da protagonista del mercato, smettendo di lamentarsi e usando questa energia per apprendere ed esercitarsi a conoscere la bellezza del vino nella sua unità e interezza.

ANTELOPER (USA)
Jaimie Branch – tromba, elettroniche
Jason Nazary – batteria, elettroniche

«Prima di tutto siamo improvvisatori e stiamo portando la musica del momento in zona hip hop, elettronica, drum-machine, sound-system culture… Partiamo come musicisti jazz e poi ci perdiamo in tutto il resto. […]» – Jaimie Branch
Anteloper è un duo composto da Jaimie Branch (tromba, sintetizzatori, voce) e Jason Nazary (batteria, sintetizzatori). Il loro nuovo album Pink Dolphins è stato prodotto da Jeff Parker (Tortoise, The New Breed), utilizzando improvvisazioni registrate dal duo al Pioneer Works di Brooklyn. La copertina dell’album è stata una collaborazione tra l’illustratore John Herndon (noto anche come batterista dei Tortoise) e Jaimie Branch (la cui tecnica ad acquerello trattata digitalmente continua a migliorare). Anteloper è un viaggio sonoro psichedelico, un trip celestiale. Questi amici di lunga data considerano questo duo un continuo esperimento nell’ignoto abisso sonoro. Organismi improvvisati, teppisti astratti guidati dall’unico desiderio di ascoltare ciò che non è stato ascoltato prima. Questa è musica fatta da e per il momento, che muove i piedi a un ritmo nuovo.
Rob Mazurek ha fotografato come solo lui è in grado di fare la poetica degli Anteloper: «Le prospettive cambiano di peso e vagano, a volte distillate in shot perfetti di rum mistico e talvolta lasciate sole in un luogo pietrificato invaso dalla vegetazione di una foresta di alluminio, gocciolante e ribollente nell’oblio utopico… Molteplici dimensioni si scontrano e si accarezzano come una tigre di lana, baciando il sole e abbracciando il nulla, spezzando questo nulla in fogli di sogni ondulati…».
Sebbene pubblicato solo su cassetta, il loro disco d’esordio Kudu è stato nominato uno dei “migliori album del 2018” da Bandcamp, Pop Matters e Rolling Stone, che hanno affermato che «il duo unisce in modo convincente l’astrazione psichedelica e il funk libero e furiosamente propulsivo… ritmi fratturati e scroscianti, ottoni ricchi di effetti suggeriscono un aggiornamento della mentalità punk, delle esplorazioni più elettrizzanti degli anni Settanta di Miles Davis… Questa è musica per una vera immersione».

CIBO E VINO:
Osteria Loco Squad
Loco Squad nasce nel 1995 in chiave friendly/rock. Musica live, birra, cocktail e tanti amici sono la parola d’ordine che contraddistingue il locale in centro a Milano Marittima. Nel 2001 muove i primi passi nell’ambito della ristorazione abbinando una carta vino, che col passar degli anni si conferma sempre più attenta al mondo del vino dall’approccio naturale. Ora l’Osteria Loco Squad vanta una carta con oltre 300 etichette tra Italia ed Estero e una cucina che strizza l’occhio al territorio e alla stagionalità dei prodotti.

Mattia Angius
Mattia Angius è un gastronomo e naturalista di formazione, con più di dieci anni di esperienza come chef. Sardo d’origine, nomade da sempre, fonda la sua carriera sulla scoperta, il foraging e il contatto con la natura. La sua cucina si basa sulla ricerca, sull’esaltazione del prodotto e sulla semplicità. Niente sovrastrutture o racconti complessi, così che il cibo possa essere veicolo di scambio, di condivisione e di festa.

Ingresso € 20 (qualsiasi sia l’orario di arrivo)
Area Sismica è un circolo Arci. L’ingresso è riservato ai soci. Costo della tessera €5,00

Ufficio Stampa