Testimoni dell'oblio, mostra/reportage a cura di Medici Senza Frontiere, Cervantes, El Pais.

Dal 16 novembre al 20 gennaio le opere di Juan Carlos Tomasi e i racconti di 8 scrittori, tra questi il Nobel Vargas Llosa, in esposizione alla sala Cervantes di piazza Navona.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Uno sguardo su otto grandi tragedie umane dimenticate che devastano il mondo, narrate da alcuni grandi scrittori: Mario Vargas Llosa, Sergio Ramírez, Laura Restrepo, Juan José Millás, John Carlin, Laura Esquivel, Manuel Vicent y Leila Guerriero. La mostra fotografica "Testigos del olvido" (Testimoni dell'oblio) raccoglie 160 scatti del fotografo spagnolo Juan Carlos Tomasi - stampati o proiettati - accompagnati da brani dei reportage realizzati dagli scrittori e alcuni materiali multimediali. La mostra è visitabile dal 16 novembre al 20 gennaio 2012 presso la sala esposizioni del Cervantes, a piazza Navona (Roma), ingresso gratuito.
"Testigos del olvido", realizzata grazie alla collaborazione dell'Istituto Cervantes con Medici Senza Frontiere (MSF) e il quotidiano El País, mostra il volto umano della sofferenza e della costante violenza e rammenta l' "oblio mediatico" in cui vivono alcuni degli angoli più devastati del pianeta: Repubblica Democratica del Congo (RDC), Haiti, Yemen, Kashemir, Malasia, Bangladesh, Guatemala, Colombia e Zimbabwe.
La mostra è il risultato dei viaggi che gli otto prestigiosi autori hanno realizzato in altrettante "aree di crisi" insieme a Medici Senza Frontiere, la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo, che proprio quest'anno celebra il quarantesimo anniversario (1971-2011). Gli scrittori hanno elaborato le loro cronache con un taglio sia letterario che giornalistico e in piena libertà. I reportage sono stati pubblicati dalla rivista "El País Semanal" nel 2009 e 2010. Il progetto, dopo il lancio in Spagna, arriva ora anche in Italia. Tra gli scrittori, il Premio Nobel Letteratura a 2010, il peruviano Mario Vargas Llosa che ha viaggiato nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Gli altri autori in viaggio per narrare quelle emergenze poco o per nulla rappresentate nei mezzi di comunicazione sono: il nicaraguense Sergio Ramírez a Haiti, la colombiana Laura Restrepo in Yemen, lo spagnolo Juan José Millás nel Kashmir indiano, l'inglese (residente in Spagna) John Carlin in Bangladesh e Malesia, la messicana Laura Esquivel in Guatemala, lo spagnolo Manuel Vicent in Colombia e l'argentina Leila Guerriero in Zimbabwe.

«È spesso difficile, in Italia e nel resto del mondo, raccontare le sofferenze delle persone che incontriamo e curiamo in oltre 60 paesi del mondo. È importante che i media si impegnino per informare sulla realtà dei tanti contesti di crisi, perché raccontare significa sollevare problemi che altrimenti resterebbero nascosti e richiamare alle proprie responsabilità nei confronti delle popolazioni in pericolo i governi e le istituzioni. Questa mostra a Roma è una straordinaria occasione per approfondire alcune delle crisi dimenticate», dichiara Kostas Moschochoritis, direttore generale di Medici Senza Frontiere Italia.

«Otto sensibili scrittori sono testimoni dei maggiori orrori dell’umanità, fra terrore e oblio. Conflitti senza rimedio, violazioni quotidiane di diritti che trasformano la convivenza in una maschera d’odio - spiega Mario García de Castro, direttore Instituto Cervantes Roma - Sequestri, linciaggi, sparizioni, come otto eclissi di luna. Gli scrittori qui ci aiutano a diventare testimoni di milioni di persone che vivono in Africa, America Latina e Asia e che sono sempre più ignorate. Questo è il nostro ricordo per chi non ha consolazione. E così l’Instituto Cervantes accoglie con orgoglio questa mostra fotografica, per una vocazione della nostra istituzione che è assieme artistica e sociale. Noi non pretendiamo di convincere alla compassione. Non è quel che ci interessa. Noi vogliamo portare tutti a riflettere, ad agire. Se purtroppo persisterà l’orrore noi saremo qui a testimoniarlo».
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