Mercuri Urval Insight Survey 2012

I continui cambiamenti aziendali mettono a rischio la produttività. Questo è ciò che emerge da un'indagine di Mercuri Urval, società internazionale di consulenza direzionale, assessment e selezione, che ha coinvolto 1400 manager provenienti da 14 Paesi diversi. Se i processi di cambiamento rappresentano ormai una costante per la vita organizzativa - oltre la metà dei manager coinvolti ha partecipato, durante il 2011, a processi di cambiamento -, non è per niente scontato che questi portino automaticamente ad un miglioramento della produttività. Secondo i manager coinvolti, infatti, le piccole medie imprese hanno, come primo effetto dei processi di cambiamento, una perdita di produttività del 43%, nonostante la stragrande  maggioranza delle riorganizzazioni abbia come primo obiettivo proprio la riduzione dei costi e l'aumento dell'efficienza. Inoltre, solo il 66% dei processi di cambiamento, dicono gli intervistati, ha portato agli obiettivi prestabiliti.  Questo dato è ancora più...
MILANO, (informazione.it - comunicati stampa - servizi)

I continui cambiamenti aziendali mettono a rischio la produttività. Questo è ciò che emerge da un'indagine di Mercuri Urval, società internazionale di consulenza direzionale, assessment e selezione, che ha coinvolto 1400 manager provenienti da 14 Paesi diversi. Se i processi di cambiamento rappresentano ormai una costante per la vita organizzativa - oltre la metà dei manager coinvolti ha partecipato, durante il 2011, a processi di cambiamento -, non è per niente scontato che questi portino automaticamente ad un miglioramento della produttività. Secondo i manager coinvolti, infatti, le piccole medie imprese hanno, come primo effetto dei processi di cambiamento, una perdita di produttività del 43%, nonostante la stragrande  maggioranza delle riorganizzazioni abbia come primo obiettivo proprio la riduzione dei costi e l'aumento dell'efficienza. Inoltre, solo il 66% dei processi di cambiamento, dicono gli intervistati, ha portato agli obiettivi prestabiliti.  Questo dato è ancora più accentuato in Italia, fanalino di coda in termini di successo per quanto riguarda le azioni di cambiamento: gli obiettivi definiti vengono raggiunti solo nel 50% dei casi.

I manager intervistati sono quindi consapevoli del fatto che, anche gli stessi processi di cambiamento, devono migliorare in termini di efficienza, per intaccare in maniera minore il livello di produttività, e di efficacia, per raggiungere gli obiettivi stabiliti. Quando però viene chiesto loro quali siano le strategie messe in atto contro la perdita di produttività, ancora una volta l'Italia si distingue. A differenza di tutti gli altri Paesi, che spingono per condividere più persone nella presa di decisione durante il cambiamento, rendendo questo più trasparente, in Italia si punta molto ad intensificare anche i controlli sulla produttività delle persone.

Sebbene ci sia ancora scetticismo e disillusione riguardo molti processi di cambiamento, è diffusa la consapevolezza, a tutti livelli manageriali ed in tutti i principali Paesi europei, che il cambiamento è inevitabile per tutte le aziende che vogliono rimanere protagoniste nei loro mercati. L'84% degli intervistati si dichiara infatti aperto verso i processi di cambiamento, e 2 manager su tre si dicono entusiasti e motivati nell'essere agli attori principali del cambiamento, definendone gli obiettivi e gestendone l'implementazione. In Italia, ancora, l'eccezione: solo metà dei manager intervistati manifesta reale entusiasmo nel partecipare attivamente al cambiamento.

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