Da Ferrara nuovo metodo ecografico per misurare il ritorno del sangue dal cervello

E' stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Ultrasound in Medicine & Biology uno studio italiano intitolato "Clinical Applicability of Assessment of Jugular Flow over the Individual Cardiac Cycle Compared with Current Ultrasound Methodology" (Applicabilità clinica della valutazione del flusso giugulare nel corso del ciclo individuale cardiaco rispetto all'attuale metodologia ecografica).
Trieste, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) E' stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Ultrasound in Medicine & Biology uno studio italiano intitolato "Clinical Applicability of Assessment of Jugular Flow over the Individual Cardiac Cycle Compared with Current Ultrasound Methodology" (Applicabilità clinica della valutazione del flusso giugulare nel corso del ciclo individuale cardiaco rispetto all'attuale metodologia ecografica).

Secondo alcuni ricercatori dell'Università di Ferrara, c'è un crescente interesse per la misurazione deflusso cerebrale venoso con l'ecografia (US). Tuttavia, i risultati ottenuti con l'attuale metodologia ecodoppler, che utilizza solo un singolo valore della sezione trasversale (CSA) del vaso, sono molto variabili ed inconcludenti. Il prodotto di CSA e della velocità tempo-mediata nel caso di vasi pulsatili può essere una possibile fonte di errore, in particolare per una vena pulsatile come la vena giugulare interna (IJV), in cui la pompa cardiaca trasmette una sequenza di onde consolidate lungo il condotto. Gli autori qui propongono una nuova tecnica per la valutazione ecografica del flusso della IJV che rappresenta accuratamente le variazioni della CSA della IJV durante il ciclo cardiaco. Cinque soggetti sono stati studiati con un video in tempo reale B-mode ad alta risoluzione, sincronizzato con una traccia elettrocardiografica. In questo approccio, le variazioni della CSA che rappresentano la pulsatilità della vena giugulare sono sovrapposti con la curva di velocità ottenuta dalla solita traccia doppler spettrale. La sovrapposizione è quindi messa in fase punto per punto utilizzando il pacemaker elettrocardiografico. Ciò consente di misurare sperimentalmente la variazione della velocità precisamente in relazione alla variazione della CSA, in ultima analisi, consentendo il calcolo del flusso della JV. (i) la sequenza della variazione della CSA rispetto alle onde elettrocardiografiche corrisponde esattamente al polso venoso giugulare misurato in fisiologia. (ii) la metodologia permette di mettere in fase la velocità e la CSA, che è in definitiva ciò che attualmente manca per calcolare con precisione con l’ECD il flusso nella vena giugulare interna (iii) il tempo medio del flusso, calcolato con la tecnica descritta, è molto vicino a quello calcolato assumendo una CSA della IJV costante, invece il flusso dipendente dal tempo differisce fino al 40%. (iv) Infine, è stata testata la precisione della tecnica con una metodologia che può consentire la valutazione universale della accuratezza di ogni valutazione ecografica personale della portata del flusso.
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