Un incontro del tutto speciale quello organizzato per mercoledì 25 Aprile, festa della Liberazione e vogliamo dire della libertà, della democrazia, dell’affrancamento dalla sopraffazione. Un appuntamento da non perdere se non si vuol perdere lo sguardo di un uomo che si batte al fianco degli ultimi, che per ben 16 anni ha vissuto con paure, minacce, attacchi personali senza mai rinunciare al suo Vangelo, a quello di Cristo e non della Chiesa spesso salottiera e istituzionalizzata, lontana dai drammi della periferia, come lo stesso Don Aniello ha a malincuore sostenuto. Ha dovuto combattere su due fronti perciò ed è stato lasciato solo, in quanto “scomodo”, d’ingombro alle istituzioni. Come non pensare a Don Puglisi, Don Diana, uomini, prima che sacerdoti, preti di strada, per la strada, convinti che una speranza ci sia sempre, per tutti, anche a Scampia e il lavoro quotidiano, di dedizione di Don Aniello ha salvato tanti giovani dalle maglie della camorra, come non era mai stato fatto prima, “nessuno aveva mai aiutato quei ragazzi perché la loro esistenza era considerata senza alcun valore”.
