Teatro Goldoni - BAGNACAVALLO (RA). GIULIANO SCABIA "Il vecchio mondo si reggeva su tre balene…" Viaggio di un poeta dentro il mito della rivoluzione

Lunedì 12 Febbraio 2018 – Ore 21. INGRESSO GRATUITO.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Teatro Goldoni- BAGNACAVALLO (RA).

GIULIANO SCABIA al Teatro Goldoni di Bagnacavallo:
Il vecchio mondo si reggeva su tre balene…
Viaggio di un poeta dentro il mito della rivoluzione

Appuntamento speciale promosso da La Bottega dello Sguardo e
Accademia Perduta/Romagna Teatri, in scena lunedì 12 febbraio alle ore 21.

INGRESSO GRATUITO


Su sollecitazione e invito de La Bottega dello Sguardo e Accademia Perduta/Romagna Teatri, GIULIANO SCABIA porterà a Bagnacavallo una riflessione poetica sulla rivoluzione, in ideale continuità con il progetto realizzato nel novembre 2017 dalla Bottega in collaborazione con la Fondazione Teatro Rossini di Lugo, sul Teatro e la Rivoluzione d’Ottobre.
L’eccezionale appuntamento, in scena al Teatro Goldoni lunedì 12 febbraio alle ore 21, vedrà alcune soste obbligate nei testi di Scabia che avevano già a tema il mito di “questa cosa meravigliosa e tremenda che è la rivoluzione” (Diario Italiano, Visita alla prova…, Scontri generali, L’azione perfetta); la drammaturgia – come accade per altre sue azioni teatrali - sarà un unicum, un regalo di Giuliano Scabia per il nostro presente, qui e ora.

Giuliano Scabia, riconosciuto come uno dei “padri fondatori del nuovo teatro italiano”, è prima di tutto e soprattutto, un poeta: dovremmo definirlo un maestro, non fosse che lui rifiuta l’appellativo, “perché solo i bambini sono maestri”. E da bambino, con i suoi riccioli bianchi, sapiente ed esigente, nella sua inesauribile fantasia, gioca con tutti i ruoli e tutte le possibilità del teatro, dalla scrittura ai cavalli di cartapesta, dalla pittura all’incanto dei filò popolari, dalle lunghe camminate in ascolto dei racconti della natura, alle azioni civili, dentro gli spazi degli scontri.
È protagonista e artefice del teatro vagante, “avventura terrestre e cosmica di attori in cerca del senso della vita e delle loro visioni”.
Col suo teatro vagante Scabia riporta la favola drammatica là dove è nata, suscitando nella memoria dei partecipanti schegge di rituali poveri e fecondi, chiamandola all’evidenza, là dove sembrerebbe impossibile, o spenta da sempre, eppur necessaria. Grande affabulatore e costruttore di drammaturgie viventi, “questo angelo della festa e della rivoluzione” continua instancabile a creare teatro, ad accenderne l’amore, a evocarne la potenza.
Ha iniziato negli anni Sessanta, con il gruppo ‘63, Carlo Quartucci, Luigi Nono e i firmatari del manifesto per un nuovo teatro italiano, ponendo da subito – e per sempre – una domanda sulla lingua, sulla rivoluzione (le rivoluzioni) necessarie nell’arte e nella vita.
Dalle sperimentazioni con Luigi Nono, dalla Biennale di Venezia, approda al Piccolo Teatro di Milano, ma i suoi Interventi per la visita alla prova de “L’isola purpurea” di Bulgakov, determinano la rottura con l’istituzione teatrale: da allora Scabia uscirà dai teatri istituzionali per inventare azioni fuori dai luoghi deputati della rappresentazione. Il quartiere Mirafiori della Fiat, il manicomio di Trieste con Franco Basaglia e l’avventura di Marco Cavallo, l’insegnamento a Bologna e le azioni del Gorilla Quadrumàno nell’Appennino emiliano, luoghi e azioni che entrano di diritto non solo nella storia del teatro italiano, ma della vita politica del nostro paese.
Da allora si aprono, nella poesia e nel teatro di Scabia, i vari “sentieri per attori ricercanti”: Teatro con bosco e animali, Fantastica visione, L’insurrezione dei semi, Le foreste sorelle, Visioni di Gesù con Afrodite, Gloria del teatro immaginario: commedia camminante, Commedia di matti assassini.

L’ingresso è gratuito. Prenotazioni telefoniche (tel. 0545 64330) a partire da lunedì 5 febbraio, tutti i giorni feriali dalle ore 10 alle ore 13. Per informazioni: 0545 64330
Ufficio Stampa