La macchina che pensava di essere Gabriele d'Annunzio, il nuovo libro di Riccardo Crosa

Lugano, 28/02/2018 (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media) Il libro, a partire dal titolo contiene sia una provocazione che una riflessione. Parlare di Gabriele d’Annunzio, del quale tutto o quasi è stato detto e scritto è impresa coraggiosa, ma voler scrivere addirittura come lui è ambizione sfacciata e per certi versi anacronistica. Cosa ci rimane di quella potente e lucida rappresentazione dell’Italia dell’epoca costituita dalla sua opera? Parole certo immortali, che sembrano tuttavia essere superate da ciò per cui innegabilmente viene ricordato dai più: l’arte di vivere. Osservato con la lente degli attuali strumenti antropologici, d’Annunzio costituisce infatti un inarrivabile fenomeno social. Questo libro nasce da un’idea ardita: a ottant’anni dalla scomparsa del Vate, si propone di divulgare una raccolta di inediti dannunziani. Apocrifi? Certo, ma tutti nati dalla sua eredità letteraria. Brani originali, scritti da un’intelligenza artificiale, cui l’autore ha fatto leggere i sette romanzi di d’Annunzio. I testi di Forse che sì forse che no, Giovanni Episcopo, Il fuoco, Il trionfo della morte, L’innocente, Le vergini delle rocce e Il piacere ne hanno costituito il corpus di apprendimento. Dopo quattro giorni di ininterrotta lettura della prosa dannunziana, ispirata dalla scrittura del Vate, questa entità sovrumana ha prodotto alcune decine di brevi inediti da cui emergono la musicalità e le immagini icastiche di un d’Annunzio redivivo. Ed ecco che, come d’abitudine, l’Immaginifico torna a far discutere di sé, mentre l’autore ci fa riflettere sul futuro dell’umanità, coinvolta in una inevitabile simbiosi con le macchine e probabilmente diretta verso la prossima sorprendente scoperta: la loro capacità di pensare!