IBM e l’Unione Europea insieme per sviluppare un nuovo modello di e-business collaborativo basato sulle tecnologie Open Source e cloud

L’obiettivo è ridurre i costi relativi alla progettazione e gestione delle combinazioni di e-service
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - information technology) Dalla collaborazione di IBM con l’Unione Europea, imprese e mondo accademico è nato un consorzio di ricerca che si propone di aiutare le aziende a sfruttare più facilmente i servizi basati su Internet, i cosiddetti e-services, per favorire le collaborazioni e raggiungere obiettivi di business condivisi.

Questa iniziativa si propone di sviluppare un nuovo modello informatico, che consentirà alle organizzazioni di accelerare il processo di coordinamento degli e-services e di aumentare l’automazione e l'efficienza nel realizzare nuove combinazioni di e-services. La ricerca consentirà anche alle piccole e medie imprese di creare o partecipare a combinazioni di e-services flessibili, senza dover investire in competenze IT. L’iniziativa creerà un software Open Source che permetterà a molte organizzazioni in tutto il mondo di avvalersi di questa tecnologia. Il progetto è denominato Denominato Artifact-Centric Service Interoperation (ACSI) e intende dimostrare che il nuovo framework sarà in grado di ridurre il costo della creazione di mix di servizi specifici di settore del 40%, rispetto alle tecniche tradizionali.

Nel consorzio, i ricercatori IBM collaborano con esperti dei seguenti atenei: La Sapienza, Università di Roma, Italia; Libera Università di Bolzano-Bozen, Italia; Imperial College Of Science, Technology and Medicine, Gran Bretagna; Technische Universiteit Eindhoven, Paesi Bassi; Università di Tartu, Estonia; Indra Software Labs SLU, Spagna; Collibra NV, Belgio.

Mentre le aziende pubbliche e private in tutta Europa si affidano sempre più alle informazioni e agli e-services di una miriade di industrie e settori – dal trasporto, energia e acqua, all’edilizia residenziale e alla sanità – emerge il desiderio di abbinare competenze eterogenee per ottenere migliori risultati che si traducono in servizi migliori, più intelligenti e più efficaci in termini di costi.

“Oggi le aziende devono investire una notevole quantità di tempo, competenza e manutenzione per sviluppare sistemi proprietari ad hoc, che coordinano questa miriade di e-services”, spiega il Professor Giuseppe De Giacomo, Università di Roma La Sapienza. “Il più delle volte questi sistemi sono specifici per l’applicazione e non hanno la flessibilità per supportare le variazioni che derivano da diverse regioni geografiche o da cambiamenti nel mercato, e non sono scalabili di pari passo con la crescita aziendale".

Si prevede che il framework ACSI consentirà l’automazione di circa il 90% delle trasformazioni di dati necessarie per supportarli. Nell’insieme, ciò si traduce in un sostanziale risparmio rispetto agli approcci tradizionali alla progettazione, manutenzione e inserimento negli ambienti che supportano le combinazioni di e-services.

ACSI si basa sulla nozione fondamentalmente nuova di un "hub di interoperazione", introdotta dai ricercatori IBM nel 2009. Gli hub di interoperazione forniscono ambienti intuitivi e flessibili sui quali è possibile formare combinazioni di e-service. Un secondo pilastro del framework ACSI è costituito dal concetto di “artifact” dinamico o entità di business. Questi artifact rappresentano processi di business e si basano su una combinazione olistica di dati e su come i dati cambiano man mano che l’artifact si muove attraverso il suo ciclo di vita. Artifact dinamici sono già stati utilizzati in decine di progetti di trasformazione di business IBM, per fornire nuovi elementi di conoscenza, efficienze e risparmio di costi. I partner del consorzio lavoreranno insieme per ampliare lo sviluppo di applicazioni basati su questi concetti base.

Gli hub di interoperazione ACSI saranno forniti come SaaS – Software As A Service – e ospitati in ambienti cloud. Ciò consentirà alle imprese di usufruire di un modello pay-per-use per lo storage dei dati, l’esecuzione delle attività e i costi di integrazione dei servizi. La scalabilità, semplicità e flessibilità di questo approccio rende la tecnologia ACSI particolaremente interessante sia per le piccole che per le grandi organizzazioni, portando vantaggi concreti e immediati.
“Stiamo espandendo le frontiere degli e-services fornendo un approccio basato sui dati per combinarli tra loro, e stiamo espandendo le frontiere del cloud computing includendo un supporto semanticamente ricco di combinazione di e-services nel cloud”, spiega il Dr. Richard Hull, IBM Research Manager e scienziato chiave di questo progetto. “Secondo le nostre aspettative, il framework dell’hub di interoperazione ACSI fornirà un approccio innovativo nel modo in cui gli e-services, e più generalmente le imprese, possono lavorare insieme”.
Secondo la leader del consorzio Fournier, la tecnologia ACSI interessa una vasta gamma di settori, tra i quali pubblica amministrazione, energia, sanità, logistica della supply chain e manifattura pesante. Questi settori affrontano sfide significative quando devono trasferire dati e processi tra diversi compartimenti – anche all’interno delle proprie organizzazioni. Gli hub di interoperazione ACSI forniranno una soluzione generica, ma altamente personalizzabile, per trasferire sistematicamente dati e processi da un’applicazione o organizzazione a un’altra.

Per maggiori informazioni su IBM Research, visitare il sito http://www.research.ibm.com/.
Per maggiori informazioni su ACSI, visitare il sito http://www.acsi-project.eu/.

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