Le conseguenze della disabilità: 14,5 miliardi di euro i costi sociali, quasi un terzo (4 miliardi) per le prime 5 patologie.

Ammonta a 14,5 miliardi di euro, quasi l’equivalente di un punto di PIL, la spesa annua per invalidità sostenuta dall’INPS per tutte le categorie tutelate. Poco meno di un terzo (4 miliardi di euro) assorbito dai costi delle disabilità associate ai 5 più importanti gruppi di patologie
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Ammonta a circa 4 miliardi di euro annui l’impatto economico delle disabilità associate ai 5 più importanti gruppi di patologie: tumori, malattie del sistema circolatorio, patologie mentali e psichiatriche, malattie del sistema nervoso centrale e malattie muscolo-scheletriche assorbono quasi un terzo di tutta la spesa per invalidità sostenuta dall’INPS per tutte le categorie, pari a 14,5 miliardi di euro ogni anno, quasi l’equivalente di un punto di PIL.
È quanto emerge da un’indagine condotta per la prima volta nel nostro Paese grazie a una collaborazione tra l’INPS e il gruppo di ricerca EEHTA-Economic Evaluation and HTA del CEIS (Centre for Economic and International Studies) dell’Università Tor Vergata di Roma, presentata durante l’incontro +Abili – Ricerca e innovazione per il superamento della disabilità che si è svolto ieri a Roma. L’incontro è stato promosso da PreSa – Prevenzione e Salute, un network di promozione della salute nato nel 2015 dalla collaborazione tra mondo dei media, società scientifiche, mondo universitario e associazionistico.
«Questa edizione vuole porre l’attenzione sulla disabilità e sugli sforzi messi in campo ogni giorno dalla ricerca italiana per trovare soluzioni diagnostiche e terapeutiche per aiutare le persone affette da patologie ad alto impatto invalidante e che molto spesso non hanno una cura – dichiara Marco Trabucco Aurilio, Direttore Scientifico PreSa – nel corso dell’incontro è stata analizzata anche l’importante tematica riguardante l’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti con disabilità, molto spesso ‘+ abili’ di chiunque altro se impiegati in specifici compiti o impieghi».
È disabile la persona che a seguito di una o più menomazioni ha una ridotta capacità di interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerato la norma. Dunque, disabilità significa minore autonomia e svantaggio nella vita sociale con perdita, spesso, dell’attività lavorativa. In Italia la disabilità è un dramma personale e collettivo, che impatta in maniera pesante in termini di costi sociali sostenuti dall’economia nazionale e soprattutto dal sistema previdenziale.
«Da questa analisi, frutto della collaborazione tra EEHTA-CEIS e INPS, si evince con forza quanto sia elevato il peso economico quale conseguenza delle disabilità nel nostro Paese – commenta Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria e Politica, Direttore di EEHTA-CEIS Facoltà di Economia, Università di Roma Tor Vergata – un peso economico che potrebbe/dovrebbe essere ridotto seguendo un differente approccio alla cura e al trattamento delle patologie che maggiormente sono interessate. Sicuramente un accesso precoce a trattamenti efficaci, una maggiore e più attenta prevenzione oltre ad un migliore controllo in termini di aderenza alle terapie, potrebbero garantire un miglioramento della salute e della qualità di vita dei pazienti, associato ad una robusta e importante contrazione della spesa, tanto sanitaria che sociale e previdenziale».
Un aspetto troppo spesso trascurato nel superamento della disabilità è quello relazionale. La persona con disabilità, specie se molto giovane, può avere una crescita difficile soprattutto per quel che concerne le relazioni con gli altri in diversi momenti della vita. Di norma la famiglia pone molta attenzione a ridurre o contenere le limitazioni fisiche e/o mentali delle capacità di un giovanissimo ma non affronta gli aspetti relazionali, quelli che devono portare allo svincolo adolescenziale e all’autonomia rispetto ai genitori e al nucleo famigliare. Sono necessari per questo interventi specifici al fine di sviluppare l’autonomia del giovane in modo che possa affrontare la vita di tutti i giorni e confrontarsi con l’altro.
Il progetto PreSa contribuisce a promuovere la “cultura della prevenzione” nel nostro Paese attraverso il portale online (www.prevenzione-salute.it), social, carta stampata e radio.
Solo nel 2015 sono stati diffusi oltre 16.000 contenuti che hanno privilegiato i temi legati alla prevenzione primaria e le patologie rare e ad alto impatto invalidante. Nel 2016 il network si è fatto promotore della proposta di inserire l’educazione sanitaria come materia propedeutica nei programmi delle scuole primarie e secondarie, prevedendo la figura del medico di classe. Tema sul quale è ancora aperto a livello istituzionale un acceso dibattito.
Ogni anno PreSa organizza un evento che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori su tematiche strategiche per il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Il convegno +Abili si è incentrato sulla ricerca italiana e l’innovazione, quali motori fondamentali per trovare nuove opzioni di cura e di diagnosi precoce per le numerose patologie ad alto impatto invalidante che molto spesso non hanno ancora terapie.
Nell’ambito dell’edizione di quest’anno sono stati assegnati riconoscimenti a clinici, ricercatori e associazioni che si sono distinti nell’impegno per il superamento delle disabilità, tra cui:
• Maja Di Rocco, Responsabile dell’UO Dipartimentale di Malattie Rare dell’Ospedale Gaslini di Genova, per la scoperta di un algoritmo pediatrico che facilita la diagnosi precoce della malattia di Gaucher;
AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, la principale organizzazione che in Italia agisce a favore dei pazienti con sclerosi multipla per promuovere, indirizzare e finanziare la ricerca scientifica e per affermare i diritti delle persone affette da questa patologia;
• Andrea Caschetto, 27enne di Ragusa, che a 15 anni ha subìto un intervento al cervello con conseguente perdita della memoria a breve termine, ed è diventato “ambasciatore del sorriso” viaggiando tra gli orfanatrofi di tutti i Paesi del mondo, un impegno riconosciuto dall’ONU e raccontato nel libro “Dove nasce l’arcobaleno”;
• Nazionale Calcio Italiana Amputati, fondata da Francesco Messori, un ragazzo nato senza una gamba ma con una forte passione per il calcio al quale nel 2011 il Centro Sportivo Italiano concede di giocare in un campionato di normodotati. Francesco ha reclutato una squadra di persone amputate provenienti da tutto il Paese e oggi la Nazionale è ufficialmente parte della World Amputee Football Federation – WAFF;
• Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno, un’associazione finalizzata alla promozione dell’aggregazione e della formazione degli insegnanti di sostegno e allo sviluppo di una maggiore e migliore collaborazione con le istituzioni che interagiscono nell’area della disabilità, dello svantaggio e del disagio;
• Un farmaco per tutti, un'iniziativa di solidarietà per la cura delle persone più deboli promossa dall'Ordine dei Farmacisti della provincia di Napoli, insieme a Federfarma, al Santobono Pausilipon e al cardinale Crescenzio Sepe, che ha come finalità il recupero di farmaci, di presidi medico chirurgici, integratori e dispositivi medici non ancora scaduti, provenienti da donazione spontanea da parte di privati e Aziende farmaceutiche, nonché di singoli cittadini. I farmaci raccolti vengono inviati a vari enti assistenziali.
Ufficio Stampa
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