Collateral Identity

La mostra, ideata e curata da Davide Uria, sarà allestita dal 24 al 31 agosto nella sede di Palazzo Palmieri a Trani. Le opere, fotografie e installazioni, portano la firma di Francesco Cosola, Veronica Liuzzi e Teresa Romano.
Trani , (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Una serie di fotografie e installazioni che affronteranno il tema dell’identità, costituiranno la mostra “Collateral Identity”. A cura di Davide Uria, sarà allestita dal 24 al 31 agosto (dalle ore 18:30 all 21:00) nella saletta esposizioni di Palazzo Palmieri, sede dell’Info Point di Trani.
Un concetto delicato quello dell’identità, messo fortemente in discussione oggi, tempo dei social network.

In questo progetto espositivo, il tema dell’identità viene affrontato attraverso le opere di Francesco Cosola, Veronica Liuzzi e Teresa Romano. Viene raccontato lo scandaglio interiore, l’esplorazione del sé e della propria identità e interiorità, anche in relazione al mondo esteriore. “Collateral Identity” sta ad indicare una strada alternativa e parallela alla realtà, più sicura e confortevole, dove rifugiarci per essere noi stessi. Oppure, al contrario, è una identità corrotta, non vera, è un’identità collaterale, perché alterata e distorta dagli schemi e idiomi sociali. Un effetto collaterale vero e proprio.
“E’ un periodo questo in cui il concetto di identità è molto distorto” – spiega Davide Uria, sensibile a questa tematica dai tempi della sua formazione all’accademia di belle arti. “Chiunque – continua Uria – pare senta il bisogno di mostrarsi in modo diverso da ciò che è realmente. Basta notare nei profili social come alcuni utenti utilizzano filtri per modificare i propri tratti somatici. È evidente la necessità di mettersi in mostra in modo amplificato e distorto, e secondo lo stile omologato dettato dalla società di oggi. L’intento di Collateral Identity – aggiunge il curatore – è quello di richiamare l’attenzione su questa problematica, invitando a riflettere e fare la scelta tra essere se stessi o seguire la strada che porta a una identità lacerata, uniformata agli altri”.

Ancora una volta l’arte assume la funzione terapeutica e riflessiva su queste forme di identità in costante trasformazione. Gli artisti esposti – Francesco Cosola, Veronica Liuzzi e Teresa Romano – trattano la tematica in maniera differente, libera e personale. Con i loro lavori coraggiosi e viscerali che provano a scavare nel profondo, ponendosi interrogativi importanti capaci di spalancare panorami di significato imprevisti.

Francesco Paolo Cosola è un artista di Bitonto. Nella sua ricerca artistica indaga, con delicatezza, l’identità spirituale, servendosi di un’iconografia sacra. Oggetti e immagini, che prendono ispirazione da una cultura religiosa, propria della sua terra, dove religione è sinonimo di Folklore, costume, ma soprattutto, un richiamo alle antiche tradizioni.

Veronica Liuzzi è originaria della provincia di Taranto. La sua ricerca parte da una riflessione sul corpo umano in relazione al mondo circostante, indagando sul rapporto tra uomo e tecnologia, in particolar modo sull’ossessione dei selfie. Nei suoi autoritratti fotografici, la Liuzzi rompe lo schema di questa tendenza ossessiva, fotografandosi col volto coperto da oggetti che diventano parte integrante del corpo, per diventare altro.

Teresa Romano è un’artista visiva di Bari. Nei suoi autoritratti non vi è egocentrismo, né vanità. Sono autoritratti che invece tendono verso la conoscenza e la consapevolezza di un “io” celato e primitivo, il quale le permette di esplorare il mondo che la circonda, dato che ogni essere vivente è un piccolo universo, irripetibile. I nostri occhi, la nostra bocca e le nostre mani sono, quindi, territori da sondare, e che ci forniscono, in tal senso, gli strumenti necessari.
Ufficio Stampa
Erica Molli
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