Al Bellaria FF 40 "L’ombra del giorno", il nuovo film di Giuseppe Piccioni, con Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli

un melodramma a voci e sentimenti variabili che si apre con un titolo che già è un ossimoro e si chiude con una canzone ("Vivo") non dell'epoca fascista ma di questi anni.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Al Bellaria FF 40 "L’ombra del giorno", il nuovo film di Giuseppe Piccioni, girato in Ascoli Piceno, città natale del regista, con  Riccardo Scamarcio e Benedetta Porcaroli.

Prodotto da Lebowski con Rai Cinema, con la collaborazione della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.

 Dopo Luce dei miei occhi , Colpa Volpi a Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli alla Mostra di Venezia 2001,  Il rosso e il blu nel 2012 ancora con Scamarcio, Fuori dal mondo e  Questi giorni , Giuseppe Piccioni presenta a Bellaria, con Lino Musella,  L’ombra del giorno  punta ancora su due volti, quello sperimentato di Riccardo Scamarcio e di Benedetta Porcaroli, attrice molto interessante nel panorama italiano.

L'ombra del giorno è ambientato alla fine degli anni trenta: Luciano (Scamarcio) è un reduce della Grande Guerra, dalla quale è tornato leggermente zoppo e con diverse decorazioni. Guarda il mondo attraverso la vetrina del suo ristorante, nella piazza principale del paese (lo storico Caffè Meletti che si affaccia su Piazza del Popolo).

Un giorno si presenta Anna, una giovane donna misteriosa in cerca di impiego che  Luciano  prende in prova e in breve tempo Anna dimostra non solo di saper servire ai tavoli ma anche di saper gestire clienti e contabilità.

La situazione precipita con l’introduzione delle leggi razziali e l’annuncio da parte di Mussolini dell’entrata in guerra. Il vecchio compagno d’armi Osvaldo (Lino Musella) diventato un gerarca fascista, si trasforma in un pericoloso nemico per la coppia e per quell’uomo che nel frattempo hanno nascosto in cantina (Waël Sersoub). 

 Da quella vetrina vediamo il panorama sociale di una provincia in pieno regime, i segni del dramma imminente. 

Da una sceneggiatura firmata dal regista con Gualtiero Rosella e Annick Emdin, Lombra del giorno è un melodramma  a voci e sentimenti variabili che si apre con un titolo che già è un ossimoro e si chiude con una canzone ("Vivo") non dell'epoca fascista ma di questi anni.

Un invito a riprendere la lettura di "Giorno per Giorno" di Giuseppe Ungaretti, la cui poesia non ha nulla di fascista

"...Non saprete mai come mi illumina
l'ombra che mi si pone a lato timida
quando non spero più..."

Dal buio alla luce, sospiri di libertà.

Un percorso verso la liberazione, quello di Renato, doloroso, pericoloso, contro le leggi ingiuste, perchè "l'obbedienza non è una virtù" (Don Milani e, qui,  Antonio Salines, alla cui memoria è dedicato il film).

 E sui titoli di coda, non più "Parlami d'amore Mariù" o la voce di Carlo Buti, ma VIVO, il brano di Andrea Laszlo De Simone, prodotto da MI.AMI e Triennale di Milano

...il mondo è verticale e vai giù
Insieme alla tua tempra morale
Che teme di invecchiare
E di dimenticare
Come si cambia in fretta.

Il cambiamento, la luce che nasce dall'ombra. 

Ufficio Stampa