Un “network culturale” tra la Campania e la Toscana

“Varare un vero e proprio network di siti archeologici cosiddetti minori presenti sui territori campano e toscano”: è questa la proposta lanciata oggi dall’economista Massimo Lo Cicero, candidato alla Camera dei Deputati (Campania 1), in occasione del convegno sul tema “Conoscenza e cultura: leve per una nuova crescita economica dell’Italia”.
Napoli, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) “Varare un vero e proprio network di siti archeologici cosiddetti minori presenti sui territori campano e toscano”: è questa la proposta lanciata oggi dall’economista Massimo Lo Cicero, candidato alla Camera dei Deputati (Campania 1), in occasione del convegno sul tema “Conoscenza e cultura: leve per una nuova crescita economica dell’Italia” tenuto insieme al Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, professoressa Stefania Giannini, candidata al Senato (Regione Toscana). All’incontro, ospitato dal Circolo Artistico Politecnico di Napoli, sono intervenuti: Emma Giammattei, preside della facoltà di Lettere dell’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa e l’artista Lello Esposito. Hanno partecipato numerosi operatori di musei, docenti universitari e rappresentanti di associazioni e istituzioni culturali. Il dibattito è stato coordinato dalla giornalista Armida Parisi.

La proposta avanzata prevede l’ideazione e la realizzazione di itinerari complementari ai grandi attrattori culturali delle due regioni. La “messa in rete” di un patrimonio non ancora del tutto valorizzato sarà poi accompagnata da un’azione promozionale integrata che punta a rendere sempre più attrattivo e competitivo il segmento culturale ed archeologico nell’ambito dell’offerta turistica interregionale.

“Cultura e istruzione – dichiara il rettore Stefania Giannini - sono il motore per lo sviluppo umano, civile e anche economico, degli individui e della società. Paradossale per un paese come l'Italia, ma nessun governo sinora ha messo al centro del proprio programma politico questi temi. L'Agenda Monti è la prima lodevole eccezione. Siamo qui anche per questo. Per far sì che il nostro Paese riparta dalla cultura, dall'istruzione e dalla ricerca. Ovvio altrove, non affatto scontato nella terra natale di Leonardo e Galileo, di Eduardo e di Fermi.”
“E’ fondamentale che il programma per la cultura – ha continuato - sia sviluppato da persone con specifiche competenze ma che soprattutto siano motivate. E Monti ha avuto la capacità di riunire uomini e donne della società civile che esprimono questa forte spinta verso la risoluzione dei problemi.”

L’impegno a rilanciare il sistema dei beni culturali va di pari passo con il progetto di un’altra candidata alla Camera dei Deputati della stessa lista, Ilaria Borletti Buitoni, ex presidente del FAI e capolista per il collegio Lombardia 1.

“Attraverso questo network tra due regioni - sostiene l’economista Massimo Lo Cicero – si può sperimentare una dimensione unitaria e reticolare, insieme, delle gestione della cultura, un contributo alla dimensione nazionale delle politiche per la cultura e la conoscenza. Ma si può anche realizzare la creazione di un patrimonio immateriale - un valore che viene evocato dal valore implicito dei beni culturali e della loro utilizzazione - che può generare un forte impatto su segmenti produttivi peculiari, attrattori culturali, ambiente, strutture del turismo rurale, artigianato, enogastronomia, tradizioni popolari: un insieme che genera una struttura complessa di offerta alla quale si contrappone una domanda potenziale di servizi turistici. Una domanda che concorre nella espansione della crescita, con i medesimi effetti delle esportazioni nette sulla bilancia dei pagamenti. Insomma questo è un esperimento – conclude Lo Cicero – che si configura come la sfida fondamentale dei prossimi anni: un banco di prova sia per gli imprenditori privati che per le istituzioni pubbliche”.

Erano presenti anche l’ex Soprintendente per il polo museale di Napoli, Nicola Spinosa che ha sottolineato: “Bisogna partire dall’apparato burocratico che gestisce la cultura: il personale è invecchiato ma non si parla delle possibilità da offrire ai giovani. Insomma tagliamo ma non snelliamo. E’ necessario risolvere in fretta il problema della defiscalizzazione per i privati che vogliono investire. ”
Sono intervenuti l’artista Mimmo Iodice, la curatrice d’arte Adriana Rispoli, Ugo Carughi della Soprintendenza di Napoli, Nino Masucci , amministratore del Museo Cappella di San Severo : "E' difficile conservare quello ciò che è stato restaurato ma è possibile. Con la cultura si può mangiare – ha dichiarato - e si può fare impresa culturale. Io l'ho fatto, naturalmente occorre pareggiare i costi e i ricavi”.
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