Mutui “ballerini” da un lato all’altro dell’Atlantico.

In Europa i tassi fissi vanno sotto il 5% e negli Usa il mutuo casa supera il valore di mercato dell'immobile.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - varie) Mai come in questo momento risulta appropriato citare il famoso detto “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” per analizzare la situazione singolare che si è creata ultimamente nei mutui casa sulle due sponde dell’Atlantico. Se infatti da questa parte dell’oceano, in Europa, alcuni dei nuovi mutui a tasso fisso segnano un momento storico registrando un tasso inferiore al 5%, negli Usa più di un quinto delle case americane acquistate con il mutuo ha un valore di mercato inferiore all’importo del debito.
Mutui con tassi fissi “ballerini” come se fossero tassi variabili o cos’altro? In realtà, anche se le due notizie citate hanno destato parecchio scalpore negli ultimi giorni, ogni situazione va analizzata singolarmente senza gridare al miracolo da una parte e alla catastrofe dall’altra. Solo fatti.
I dati allarmanti giunti dall’America e pubblicati da una delle società leader nelle ricerche di mercato sulla ricchezza, la CoreLogic, si riferiscono al secondo semestre del 2010 e parlano di 11 milioni di case acquistate con un debito che supera l’effettivo valore della casa nel mercato immobiliare attuale. Questo fenomeno, chiamato in gergo “effetto ricchezza negativo” è alla base della serie di pignoramenti che si stanno verificando negli States, senza contare le numerose famiglie americane che hanno rinunciato a rimborsare le rate del mutuo casa perché insolventi da tempo. Parole parole parole: visto che le promesse di vigilare sul buon funzionamento del settore dei mutui fatte dal Ministero del Tesoro americano nei mesi scorsi per il momento sembrano disattese.
Di diverso tenore è la situazione nella zona Euro. Come si sa il tasso fisso di un mutuo si compone di due voci: l’Irs, l’indice di riferimento, e lo spread, il ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo. In questo momento l’indice di riferimento è arrivato sotto il 3%, un limite mai superato prima, per l’esattezza il più basso che si è registrato è stato del 2,92% per i mutui da 15 a 30 anni e addirittura del 2,78% per quelli che durano dai 40 ai 50 anni. Anche gli spread sono in discesa: un campione di 30 banche analizzato da Osservatore Finanziario lo attesta tra l’1% e il 2%. Sommando i due valori non si raggiunge perciò il 5% per i mutui a tasso fisso di lungo o lunghissimo termine.
È il momento buono per pianificare una vita per le giovani famiglie italiane? Pare di sì. Il tasso variabile rimane sempre quello più vantaggioso (con l’Euribor che da tre mesi si trova sotto lo 0,09%) poiché raggiunge il 3% complessivamente, talvolta collocandosi addirittura sotto questo limite, ma è meno sicuro di quello fisso, a patto che non si tratti di un mutuo coperto da assicurazione, un tetto prefissato, il cosiddetto cap.
Per chi desidera stipulare un mutuo di lunga durata il tasso fisso può essere una scelta oculata, ora che è particolarmente conveniente, ma è sempre bene tenere gli occhi aperti, valutare le varie opzioni presenti sul mercato a seconda anche delle proprie esigenze personali. Un modo semplice e veloce è quello di affidarsi al comparatore di mutui del sito Supermoney tra le proposte di 40 diversi istituti di credito.
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Ufficio Stampa
Linda Iulianella
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