Economia prima e dopo - La valorizzazione del Capitale Umano

Le competenze interne all'azienda e il suo Know How sono patrimonio unico e distintivo. Alberto di Martino e Giuseppe Fischetti nel portale di Economia prima e dopo affrontano la valorizzazione del capitale umano come patrimonio da inserire in attivo nel bilancio aziendale.
Fano, (informazione.it - comunicati stampa - industria)

“Bisogna impedire che le imprese falliscano perché con esse, si perde spesso Capitale Umano” (Mario Draghi)
Il valore di un’impresa oggi non è più solo strutturale, tecnologico, produttivo infatti esso sempre di più viene identificato nelle competenze individuali e aziendali che con il tempo abbiamo formato. Le conoscenze e competenze interne all'azienda, il suo know how sono anch'esse patrimonio. Materiale unico e distintivo dell'azienda stessa. 

La valorizzazione di tale patrimonio, inserita nell’attivo di bilancio, permette di comunicare il proprio potenziale, di accrescere il capitale netto, di migliorare il rating bancario e abbassare il profilo di rischio. Il patrimonio aziendale conferisce competitività, referenzialità, identità e differenziazione sui mercati.

Durante il suo intervento, il nuovo Presidente del Consiglio per tre volte è ricorso all’utilizzo del termine “ Capitale Umano “, ma è stato solamente nel corso del passaggio, riportato in grande poco sopra, che l’espressione ha potuto dispiegare tutte le sue potenzialità, perché accostato ad imprese ed economia.

La domanda che si era soliti porsi prima era: “che cosa farebbe la differenza per raggiungere migliori profitti, stabilità economica, ricchezza, maggiore produttività?”. Nella realtà economica globalizzata di oggi, la domanda cambia e diventa: “chi farebbe la differenza…? Con quali competenze? Quali caratteristiche personali, intellettive e intellettuali?”. 

Dunque, l’uomo non viene più visto solo come un mezzo per raggiungere un fine, ma come persona pensante propositiva e unica per il suo valore. 

Queste e altre notizie di Economia sul portale di Alberto di Martino e Giuseppe Fischetti.

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