Efficienza energetica: E' tutta una questione di cambiamento comportamentale?

Antonio Disi, Responsabile del servizio Comunicazione e Formazione dell'Unità Tecnica Efficienza Energetica - ENEA, ha raccolto nel libro "Storie di Ordinaria Energia" una serie di racconti basati sull'inevitabile quotidianità tecnologica in cui l'uomo moderno è immerso. Con ironia e disincanto l'autore ci trasporta in problemi ed imprevisti, legati all'energia ed all'efficienza energetica, in cui il protagonista di turno incappa.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - energia) “Storie di ordinaria energia” è una raccolta di racconti basati sul rapporto conflittuale dell’uomo moderno con l’energia ed il risparmio energetico: ci racconta come è nata l’idea di questi racconti? Crede che davvero l’uomo moderno sia così “impacciato” nel rapportarsi con le nuove tecnologie?

Più che un uomo che si ‘rapporta’ con la tecnologia mi piace pensare ad un uomo che ‘è tecnologia’ e i miei racconti nascono principalmente osservando gli uomini nella propria quotidianità tecnologica. Noi abitiamo tecnologicamente, ci muoviamo tecnologicamente, mangiamo tecnologicamente e per fare questo utilizziamo l’energia nelle sue diverse forme che diventano una variabile costante capace di condizionare la nostra vita nel bene e nel male.

Storie di ordinaria energia parla proprio di questo considerando l’uomo, la tecnologia e l’energia come un tutt’uno e raccontando, ad esempio, i drammi che possono nascere da improvvisi cambiamenti come nel caso di Smart China il cui protagonista vive di espedienti, taroccando i contatori dell’Enel fino a quando non vengono sostituiti dagli smart meter; oppure Miracolo tecnologico, dove un eroe metropolitano cerca di alleviare la propria povertà energetica attraverso intercessioni celesti; o anche Diogas in cui l’energia accompagna il riscatto sociale di un emarginato.

Uomo, tecnologia ed energia sono una simbiosi naturale ma quasi inestricabile quando tentiamo di concettualizzarla. E’ proprio lì il problema! Sarebbe come chiedere a un individuo di preoccuparsi della quantità di energia necessaria per alimentare la fotosintesi di un albero di mele prima di mangiare una mela. Nessuno lo farebbe mai se non gli esperti di botanica. Io ho provato a farlo creando, attraverso il racconto, un luogo di riflessione in cui i lettori/consumatori possano entrare ed uscire senza timore, riconoscendosi nei personaggi, amandoli o anche odiandoli. Qui l’ironia, il sarcasmo e le atmosfere surreali diventano un mezzo per rompere le barriere che tengono lontani i consumatori, restituendo leggerezza e umanità al tema.





In Italia il mondo accademico, le istituzioni e la letteratura considerano i comportamenti degli individui un pilastro per rendere efficaci le politiche di efficienza energetica. Qual è il peso che rivestono effettivamente i comportamenti rispetto alle tecnologie che vengono utilizzate nei processi di efficienza energetica?

I programmi che si basano sul cambiamento comportamentale stanno ricevendo sempre più attenzione sulla scena europea ed internazionale, perché ritenuti in grado di poter offrire opportunità finora inesplorate: da un lato strumenti di business e risparmi energetici significativi non considerati, e dall'altro un beneficio ambientale tangibile e diffuso. Secondo i dati della UE e dell'Agenzia Internazionale per l'Energia, infatti, le modifiche di comportamento che fanno crescere la domanda di efficienza energetica (quelli direttamente collegati all'uso ottimale delle tecnologie correnti o quelli più strettamente legati a un vero e proprio cambiamento culturale) potrebbero consentire un risparmio energetico dal 5 al 20% della spesa complessivo dei consumatori. Una bella sfida che l’ENEA ha accettato con piacere e di cui abbiamo parlato in maniera diffusa in un volume presentato a giugno di quest’anno dal titolo ‘Cambiamento comportamentale ed efficienza energetica' il cui scopo è fornire indicazioni utili ai vari attori interessati a strategie e progetti finalizzati al cambiamento comportamentale del consumatore finale di energia.





Nella società attuale in cui i mass media raggiungono costantemente livelli di pervasività molto alti nel nostro quotidiano, come si innestano cambiamenti comportamentali duraturi? L’ aspetto virale dell’informazione, rivolta quindi alle masse, è adatto a generare un cambio di paradigma nei comportamenti oppure l’approccio più efficace è di tipo one-to-one?

Non penso che il problema risieda esclusivamente nei cosiddetti meccanismi di ingaggio dell’utente finale che possono essere ottenuti sia attraverso approcci sistemici o anche individuali e che basti trasferire un’informazione anche se completa e proveniente da fonti accreditate. Il percorso di cambiamento comportamentale passa attraverso diversi stadi e l’informazione è solo il primo di questi. Nel grafico allegato è descritto l’intero percorso che, non a caso, è raffigurato come una scala i cui gradini rappresentano i diversi stadi da raggiungere per innescare i cambiamenti necessari.

Dopo aver sensibilizzato e informato sulle opportunità bisognerebbe persuadere e motivare creando una consapevolezza del problema e del cambiamento comportamentale desiderato. Successivamente dovremmo essere capaci di educare stimolando la volontà di agire, rendendo concreti gli obiettivi da raggiungere e agevolando l’azione. Infine, compito più arduo, c’è bisogno di rafforzare il cambiamento in modo da mantenerne gli effetti e sostenendo il cambiamento comportamentale.





Per quanto concerne la comunicazione sui temi dell’efficienza energetica e della sostenibilità nonostante l’invasività dei media, i soggetti più attivi rimangono istituzioni e pubbliche amministrazioni. Considera positivo questo aspetto oppure crede che ci sia bisogno di un supporto maggiore da parte dei media, che ad oggi nella maggior parte dei casi adottano un approccio più informativo che critico/riflessivo?

Gli attori del cambiamento sono tanti ed il problema principale è quello di far percepire a tutti che qualcosa stia cambiando, poi il resto verrà da sé. In generale, il ruolo dello Stato è quello di guidare tale cambiamento, prevedendo strumenti di informazione a corredo delle proprie politiche e collaborando con i diversi attori alle varie scale territoriali ‘moltiplicatori del messaggio’ affinchè quest’ultimo raggiunga l’utenza finale mantenendo la propria forza ed evitando la dispersione lungo la strada .

In questo modo il messaggio proveniente dal centro potrà raggiunge da un lato direttamente il ricevente (cittadini, imprese, PA) e dall’altra si svilupperà passando attraverso soggetti intermedi (media e imprese) che da riceventi decodificheranno il messaggio per poi ricodificarlo nel ruolo di nuovi emittenti, aggiungendo i propri codici e valori e veicolandolo attraverso un nuovo flusso di comunicazione. Insomma, un gioco di squadra che dovrà far percepire i cambiamenti in atto e la necessità di adeguarsi.

Questo è l’approccio che abbiamo adottando della Campagna ‘Italia in Classe A’ la prima Campagna Nazionale di informazione e formazione sull'Efficienza Energetica, di durata triennale, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzata dall'ENEA. L'iniziativa dà concreta attuazione all'art.13 del Decreto Legislativo 102/2014 ed è rivolta alla P.A., alle PMI, agli Istituti bancari e ancora alle famiglie e agli studenti. L'obiettivo principale della Campagna è far conoscere l'importanza del risparmio, dell'efficienza energetica e fornire gli strumenti e le opportunità per realizzarli.





Il suo ultimo impegno come promotore dei temi del risparmio energetico e dell'efficienza energetica, l'ha vista protagonista alla 74 edizione del Festival del Cinema di Venezia con il progetto “#CinemaInClasseA”. Poter contare su un evento di tale portata è un bel passo in avanti per diffondere la cultura dei comportamenti sostenibili. Ci racconta la sua esperienza al Festival?

Il protagonista principale a Venezia è sempre il cinema e possiamo essere veramente fieri di ospitare nel nostro Paese una kermesse internazionale che è considerata un tappa obbligata per i film che concorreranno all’Oscar. Proprio da Hollywood nasce la sensibilità verso i temi ambientali nel mondo del cinema che ha suggerito alla manifestazione di istituire, in collaborazione con Green Cross Italia, un premio collaterale dal titolo Green Drop Award dedicato ai film in competizione che meglio abbia interpretato i valori dell'ecologia e dello sviluppo sostenibile. Quest’anno, insieme al Green Drop Award, è stato consegnato un premio speciale ENEA ‘Cinema in classe A’ al film "Nobili bugie", prodotto dalla Genoma Films, che ha usato pratiche di sostenibilità durante i processi produttivi.

Il premio fa parte del progetto dell’ENEA dal titolo ‘Cinema in Classe A’ che ha diversi obiettivi. Il primo è quello di ridurre i consumi della filiera cinematografica, che può essere considerata una filiera industriale a tutti gli effetti, attraverso l’applicazione di un protocollo dedicato che ottimizzi l’intero processo attraverso interventi sulle tecnologie e sul loro uso, con particolare riferimento alla mobilità. Inoltre pensiamo che il cinema sia un driver formidabile per la diffusione dei messaggi da inserire all’interno dei prodotti cinematografici rivolgendosi ad un target trasversale dal punto di vista sociale. Infine ci occuperemo delle sale che rappresentano i contenitori dove si concretizza la magia del cinema riunendo nello steso luogo una collettività che condivide principi, sentimenti ed emozioni. Dai dati in nostro possesso emerge che tali luoghi presentano consumi energetici su cui si potrebbe intervenire senza sforzo ottenendone un ritorno in termini di risparmi economico e di riduzione della CO2 emessa. Il tutto potrebbe essere agevolato grazie all’intervento del Mibact e delle Film Commission regionali che potrebbero concedere premialità in fase di finanziamento ai film che rispondano a criteri green.



Intervista ad Antonio Disi, Responsabile del servizio Comunicazione e Formazione dell'Unità Tecnica Efficienza Energetica - ENEA, a cura di Orizzontenergia.
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