3 ottobre 2018: che cosa attende le Crocerossine? Luci e ombre degli ultimi 4 anni

Al termine del mandato dell'Ispettrice Nazionale Monica Dialuce diamo una lettura critica dei fatti degli ultimi quattro anni riguardanti il corpo delle Infermiere Volontarie e la Croce Rossa Italiana. Sottoscrivete il nostro appello https://crocerossine.wordpress.com
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni) Il 3 ottobre, a mezzanotte, è terminato il mandato delll’Ispettrice Nazionale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, Sorella Monica Dialuce, dopo quattro anni intensi, ricchi di attività, di impegni, con il cuore ben ancorato al passato e lo sguardo verso il futuro.
Ereditare più di un secolo di Storia è un fardello pesante: un onore, certo, ed un monito racchiuso nelle gesta di chi ci ha precedute e che la Bandiera concessa al Corpo, un tempo doverosamente custodita nell’ufficio di Sorella Dialuce, sembrava ricordare a tutte. Condurre il Corpo delle Infermiere Volontarie – preservandone l’identità – in un futuro dai cambiamenti repentini, dai confini mobili, contraddistinto da molte incertezze, digitale e tecnologico (anche se questo non significa per forza “progredito”), richiede una visione chiara di ciò che si può realizzare e dei tempi ed è una impresa che Sorella Monica Dialuce ha iniziato, con quella grinta e quella tenacia che la contraddistinguono.
Anni di missioni all’estero, di sacrifici affianco al personale con le stellette e non, di emergenze nazionali, di formazione di nuove Crocerossine, di responsabilizzazione e crescita, di richiesta di molto impegno che tutte abbiamo supportato con il tempo che, ognuna di noi, ha potuto dare e con l’esempio costante dell’Ispettrice Nazionale.
In un contesto storico complesso, si è aggiunto il cambiamento interno alla Croce Rossa Italiana dovuto al processo di privatizzazione (decreto 178 del 2012), che ha sconvolto – prima di tutto – la vita personale e familiare di numerosi dipendenti e colleghi dell’allora Corpo Militare della CRI. La privatizzazione ha imposto un cambiamento profondo, che il Corpo ha dovuto affrontare, senza mai interrompere la propria opera di assistenza ed il proprio servizio, nonostante il sorgere di un clima sempre più esasperato, con provvedimenti di generalizzata intolleranza nei confronti delle stesse Crocerossine, giungendo alle umiliazioni, via social, dei quadri del Corpo. Questi episodi isolati non sono rimasti tali, né sono stati presi provvedimenti che richiamassero i Principi condivisi, fino a quando, nell’estate del 2016, lo stesso Presidente Nazionale Francesco Rocca, trascendendo dal proprio ruolo di rappresentante di tutti gli appartenenti alla Croce Rossa, si è schierato avverso al Corpo, reinterpretando il Codice dell’Ordinamento militare (Art. 1735 del D. Lgs. 66/2010) e distruggendo una consuetudine consolidata in più di un secolo di Storia, iniziando a nominare personalmente le Ispettrici, senza il parere dell’Ispettrice Nazionale, secondo propri, e personalissimi, criteri.
Feroce, metodica e puntuale è stata l’opera condotta per smantellare l’etica, la cultura, la moralità del Corpo delle Infermiere Volontarie della CRI, per dividerlo, imporre nuovi regolamenti senza considerare le leggi dello Stato che già regolano le IIVV, talvolta ridicolizzandone con la pubblica umiliazione le appartenenti maggiormente rappresentative, e attaccando direttamente e pubblicamente Sorella Monica Dialuce. Questa estate sono andati in scena gli ultimi atti, con perquisizioni, sequestri, appropriazioni di corrispondenza, interdizioni dalle funzioni ed espulsioni coattive a carico di Sorelle incaricate di servizi, atti la cui legittimità è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria.
In questo momento intendiamo rivolgere queste righe sincere per ringraziare Sorella Monica Dialuce per il suo esempio, per il suo impegno, per il suo coraggio, per aver resistito ad ogni attacco con l’unico intento di tutelare ognuna di noi e mossa dall’amore per il Corpo delle II.VV..
Noi, Sorelle, affidiamo ad ogni lettore queste righe, perché il Corpo rappresenta una delle silenziose eccellenze italiane, al servizio di tutti i cittadini, da quelli in uniforme a quelli più indifesi e dimenticati e, auspichiamo, che tale rimanga.

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