RIFLESSIONI A 65 ANNI DAL RITRONO DI SUA MAESTA MOHAMMED V IN PATRIA

Quest’ anno cade il 65° anniversario del ritorno in Patria di Sua Maestà Mohammed V . Il 18 Novembre del 1955 si compiva il pieno ritorno del Marocco alla sua sovranità nazionale
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

 

Quest’ anno cade il 65° anniversario del ritorno in Patria di Sua Maestà Mohammed V . Il 18 Novembre del 1955 si compiva il pieno ritorno del Marocco alla sua sovranità nazionale. E’ bene ricordare che gli accordi tra Francia e Marocco sono del 2 Marzo ma, simbolicamente il sovrano decise di scegliere la festa del trono di quell’anno per celebrare assieme al popolo il ritorno alla piena indipendenza del Regno dopo diversi decenni di protettorato, la seconda guerra mondiale e la dura via verso l’indipendenza.

Quale eredità il Marocco di oggi trae da quegli avvenimenti? Sicuramente tanti. Mi limito qui a solo alcuni aspetti partendo come spesso mi capita, dalle ultime parole dell’inno nazionale del Marocco.

Il primo, il ruolo della monarchia. Il Marocco è tra le più antiche monarchie del globo eppure, nel corso dei secoli non ha mai perso la sua caratterista di essere legata al popolo. Sia durante il periodo del sultanato, sia in quello reale. Le diverse dinastie che si sono succedute non hanno mai perso di vista gli interessi del popolo.

Sua Maestà Mohammed V negli anni difficili della Seconda guerra mondiale non manco mai, nonostante la situazione di essere una nazione sotto “tutela” del governo collaborazionista di Vichy di proteggere la propria comunità e non solo quella arabo – islamica ma anche la comunità ebraica. Come non dimenticare che la comunità ebraica marocchina fu protetta dalla tormenta della Shoah, come non dimenticare l’esempio di Sua Maestà Mohammed V che impedì alle autorità di Vichy di imporre l’uso della stella gialla agli ebrei marocchini, come dimenticare la frase pronunciata dal sovrano che difronte all’insistenza delle autorità collaborazioniste disse che “non esistevano in Marocco sudditi ebreima solo sudditi marocchini». Come dimenticare, anni dopo la “Rivoluzione del Re e del Popolo” o la lotta per l’indipendenza nazionale e sotto il regno di Sua Maestà Hassan II il compimento della lotta di liberazione con la pacifica “Marcia Verde” per il ritorno sotto la sovranità marocchina delle provincie meridionali. Oppure oggi Sua Maestà Mohammed VI che ha continuato l’opera dei suoi illustri avi con la una nuova “rivoluzione del Re e del Popolo” che si attua non solo nel campo politico ma anche in quello economico e sociale, con la transizione energetica, la scelta di un Marocco sostenibile e verde.

Secondo punto la religione. Il Marocco è terra di religione. L’islam ovviamente maggioritario nella sua specificità sunnita malikita, ha permesso di costruire una società nel quale la dimensione verticale del rapporto tra l’Onnipotente e il fedele si sposa con una dimensione orizzontale, ovvero del fedele all’interno della comunità. Questa duplice dimensione ha permesso la convivenza accanto all’islam maggioritario della vita della comunità ebraica anche della presenza cristiana.

Il Marocco dimostra come sia possibile coniugare l’apparenza religiosa all’appetenza civile, coniugare lo spirituale con la gestione della vita ordinaria. Davanti ad un occidente secolarizzato, che ha perso ogni riferimento religioso la spiritualità di questa nazione, al di là della appartenenza di religione, è un esempio per tutti gli uomini di fede. Non possiamo dimenticare che proprio quest’anno si ricordano i 40 anni della visita di Sua Maestà Hassan II in Vaticano, la prima (e per ora unica) visita di un capo politico e religioso islamico al successore di Pietro.

Il Marocco una Patria. I primi due elementi la fede e la monarchia non posso essere disgiunti dalla Patria, una Patria intesa in senso lato, non solo all’interno di confini precisi ma che si aprono a spazi più ampi. In primis il mondo arabo. Sua Maestà Mohammed VI porta il suo operato al di la dei confini del Regno guardando all’unità del mondo arabo, una unità non egemonica ma dove i popoli arabi possano trovare una casa comune, quella casa comune che le potenze occidentali durante il primo conflitto mondiale avendo promesso al mondo arabo ma che poi vennero disattese. Poi l’Africa, il continente del futuro la cui unità è nel cuore di Sua Maestà. Una unità su cui anche l’occidente deve credere e investire perché il futuro passa per l’Africa.

Queste sono riflessioni che sento di trarre a 65 anni dalla indipendenza del Marocco con la speranza che amministratori locali, politici e semplici cittadini a scommettere sul Marocco e sostenere , ognuno secondo i propri mezzi l’azione della Monarchia e del popolo del Regno del Marocco

Marco Baratto

Forum Lombardia Marocco

Allegati
Slide ShowSlide Show
Non disponibili