Riflessioni sul suicidio di Platania, di Igor Colombo

“Le generazioni future vivranno tra l’angoscia ed il suicidio per insolvenza”. Questa fu la frase purtroppo profetica ripetuta e scandita più volte negli anni dal compianto prof. Giacinto Auriti.
Lamezia Terme, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni) “Le generazioni future vivranno tra l’angoscia ed il suicidio per insolvenza”. Questa fu la frase purtroppo profetica ripetuta e scandita più volte negli anni dal compianto prof. Giacinto Auriti, colui che spese una buona ed importante parte della sua vita personale e professionale per informare il popolo e denunciare gli usurai legalizzati che costringono i cittadini ad essere debitori nei confronti delle banche di tutto il denaro che viene stampato e messo in circolazione. Quando ho appreso dell’estremo e drammatico gesto di un giovanissimo padre di famiglia che in una ridente comunità montana come quella di Platania, sabato scorso ha deciso di togliersi la vita perché umiliato e calpestato nei suoi diritti da uno Stato, o meglio da un sistema politico-finanziario che ha trasformato tutti noi da proprietari in debitori, mi è subito balzata in mente la lezione del prof. Auriti, che fu antesignano non solo delle ricette politiche e monetarie, ma anche e soprattutto dei problemi di cui tutti noi cittadini siamo stati investiti e travolti nel corso degli anni. Oggi i più si interrogano sul perché di tale folle gesto di questo ragazzo poco più che trentenne ed allo stesso tempo si è invasi da rabbia e ci si scaglia contro il mondo della politica con tutte le dovute e lapalissiane analisi che giungono all’unisono nell’affermare l’incapacità della stessa di far fronte a tali vicende umane, che arrivano ad assumere contorni spesso drammatici e funesti. Il plagio culturale che nel tempo si è rapidamente cristallizzato trasformandosi in assioma della politica che vede l’inanità dei suoi rappresentanti più alti dinanzi ad un sistema che ha usurpato ed in seguito fatto sua la nobile parola e forma di governo che è la Democrazia,la quale lo sappiamo ha antiche origine che affondano nella civiltà greca e che negli anni, a partire dell’ottocento, secolo che il grande Ezra Pound definì “infame secolo dell’usura”, gli stessi politici hanno mascherato la sua satanica forma, spacciando per Democrazia,”l’usurocrazia”. Oggi tutti i governi che si alternano alla guida della nostra Nazione, siano essi di centrodestra, centrosinistra oppure come in molti auspicano a “5 Stelle”, obbediscono pedissequamente ai diktat di poteri sovranazionali e che fanno riferimento a poteri economici e finanziari, annullando ogni possibilità di riscatto politico, sociale e quindi economico, che può essere esercitato attraverso la sovranità politica e monetaria di cui la nostra Italia e tutti gli altri popoli europei ed extraeuropei, sono stati privati. Come può quindi un governo nazionale, composto da partiti politici i quali nel loro programma non contemplano proprio la sovranità monetaria, dare risposte ed intervenire al fine di evitare che tragedie come quelle di sabato scorso si possano compiere? Stesso discorso vale per tutti gli altri Enti locali che sono ancora più stretti nella morsa di rigide regole politiche ed economiche che oggi chiamano col termine tecnico di Patto di Stabilità. Come possono sindaci ed amministratori vari creare ricchezza e sviluppo sui loro territori e quindi combattere concretamente la piaga della disoccupazione? Ovvio che con questo sistema di cui sono “felici” prigionieri non possono, quindi ogni qual volta ci sarà una drammatica vicenda come quella che ha visto il suicidio del padre di famiglia sabato scorso in quel di Platania, ci ritroveremo sempre a porre le stesse domande ed a fare uscire in noi fuori la stessa rabbia. La risposta di sicuro non è quella di cercare soluzioni individuali e private al proprio dramma ed alla propria angoscia, che spesso purtroppo sono tragiche ed irreparabili, molti sociologi di professione affermano che le idee forti possono cambiare la storia dei popoli ed anche delle persone, ma devono avere la qualità della novità e della semplicità, ed a queste si può tranquillamente sostenere che si può affiancare quella della verità. Per questo che affermo sfido ogni politico ed ogni alta carica dello Stato a smentire ciò che asserisco quando parlo di suicidi da insolvenza di un debito illegale ed inesigibile e che ci schiaccia come un macigno e rende debitore ogni essere umano fin dalla sua nascita. La mancanza di lavoro produce rabbia, disperazione, vergogna ed umiliazione, spesso sentimenti dissimulati che covano nell’animo e si lotta con le unghie e con i denti per restare a galla nel più completo disagio sociale. Nell’etica più autentica delle contraddizioni e delle ipocrisie politiche, la lotta rimane l’unica alternativa alla resa ed alla polarizzazione della sconfitta morale di ogni essere umano, privato dei suoi più ovvi e sacrosanti diritti di cittadino.

IGOR COLOMBO
ex dirigente regionale Forza Nuova,oggi libero e privato cittadino