Al termine di un centenario, stiamo tradendo l’ispirazione basagliana? 09 GEN di Antonello D'Elia Gentile direttore, l’anno del centenario della nascita di Franco Basaglia si è concluso. Le iniziative, i convegni, i libri, le mostre, persino l’emissione di un francobollo, hanno accompagnato i mesi trascorsi in un rincorrersi variegato di ricordi, evocazioni, appropriazioni debite e indebite della figura dello psichiatra veneziano.
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«Si fermano lunghe ore. A riposare le ossa. E le ali». I matti, così li potevi chiamare un tempo. Quel tempo di stigma e di subcultura, quando qualsiasi forma di disagio e qualunque ne fosse la causa, diventavano la vergogna familiare da rinchiudere in un manicomio. Perché i matti si chiamavano matti. E il loro unico luogo era il manicomio. E qui, a Bisceglie, in questo splendido parco che corre dal centro cittadino al mare, oltre le recinzioni del Don Uva…
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Fra i libri pubblicati nell’anno scorso, “Ripartire da qui. Da Barbiana a Gorizia, da Ivrea a Cinisi; dov’è finita l’Italia migliore?”, edizioni Low (a cura di Gabriele Dadati e Giovanni Battista Menzani, pagine 184, euro 16), ha coinvolto alcune scrittrici e scrittori italiani nell’esplorazione di una decina di luoghi in cui l’Italia, nel corso del Novecento, ha dato il meglio di sé. La centralità dell’educazione come possibilità di emanciparsi, la cultura come ingranaggio della…
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