Si racconta che quando Eisenhower chiese a Churchill se il Regno Unito si sarebbe alleato con gli americani a dar manforte in Vietnam, lo statista britannico domandò: «Perché mai?». «Per contrastare i Russi». «Non preoccuparti: entro 50 anni l’Unione Sovietica crollerà sotto il peso del proprio sistema economico» tagliò corto Churchill. Era il 1953 e, come sappiamo, la previsione si è avverata in meno di 40 anni.
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Safe, guerra burocratica fra Metsola e von der Leyen sulla difesa La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola minaccia la Commissione con una causa legale per il piano di riarmo accelerato. Nel mirino c'è lo strumento Safe, con cui l'esecutivo prevede di raccogliere fino a 150 miliardi di euro sul mercato per poi prestare il denaro agli Stati membri per investimenti nella difesa. Battaglia legale in vista tra i vertici dell’Unione europea sul piano di riarmo.
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Lo ha dichiarato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia, Sergio Berlato, dopo il voto del Parlamento europeo che ha dato l'ok alla proposta della Commissione europea di declassare lo status di protezione del lupo. La decisione, che deve essere confermata dal Consiglio Ue, dà flessibilità agli Stati e a...
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Il 70% degli imprenditori guarda con preoccupazione all’attuale scenario geopolitico, temendo un possibile coinvolgimento diretto dell’Italia o dell’Europa in un conflitto armato nei prossimi anni. Un dato che racconta molto del clima di incertezza in cui, lo scorso 6 marzo, è stato approvato il piano ReArm Europe: un investimento massiccio da 800 miliardi di euro per rafforzare la Difesa comune e l’autonomia bellica dell’Unione Europea.
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Il Parlamento europeo approva un emendamento, a prima firma Pasquale Tridico (5S/Left), di condanna all’uso della procedura d’urgenza da parte della Commissione Ue. Ora la possibilità concreta è che si arrivi al ricorso fino alla Corte di giustizia, supremo organo giudiziario dell’Ue. MOTIVO DEL CONTENDERE è ancora una volta l’articolo 122 dei Trattati, che apre le porte alla corsia preferenziale per l’approvazione di Safe, lo strumento da 150 miliardi di prestiti e uno dei pilastri del piano di…
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Il Parlamento europeo ieri ha detto no al piano di riarmo di Ursula von der Leyen. E lo ha fatto votando un emendamento dei Cinque Stelle al “Discarico 2023: Budget dell’Ue – Commissione, agenzie esecutive e Fondi di sviluppo europei” che “esprime profonda preoccupazione per la decisione della Commissione di procedere all’adozione dell’iniziativa ReArm Eu …
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Si censura la procedura d’urgenza per il ReArmEu. Ma si autorizza quella accelerata per il piano che può dirottare risorse sulle armi Ci sono due notizie che arrivano dal Parlamento europeo sul fronte del piano di Riarmo, voluto dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Una cattiva e una buona. L’Eurocamera ha deciso con 316 voti a favore, 291 contrari e 27 astenuti di ricorrere alla procedura d’urgenza per adottare la proposta di revisione della politica di…
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Da premier Giorgia Meloni ha restituito 10 volte più dei predecessori.Chi ha passato ai giornali la risposta all’interrogazione di Italia viva sui regali ricevuti da Giorgia Meloni nei suoi incontri istituzionali pensava di mettere in difficoltà la premier. Ma la mossa si sta trasformando in un clam...
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Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che "appare al momento prematura ogni valutazione sui saldi di finanza pubblica del piano RearmEu". Nel corso di un question time alla Camera il ministro ha ricordato che "ogni ipotesi di utilizzo di risorse nazionali è, per quanto riguarda la Repubblica Italiana, al momento in attesa delle decisioni che eventualmente saranno assunte al vertice Nato di giugno".
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L'aula ha detto 'sì' con 281 voti a favore, 260 contrari e 121 astenuti al testo pentastellato che condanna il ricorso all'articolo 122 su ReArm Eu È sbagliato scavalcare il Parlamento sul piano di riarmo europeo da 800 miliardi. L’Eurocamera lo ribadisce, di nuovo, con un voto palese che con 281 voti a favore, 260 contrari e 121 astenuti ha approvato l’emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle per il gruppo The Left con il quale…
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La tensione è alle stelle tra Nuova Delhi e Islamabad. Washington, Pechino e l’Onu hanno espresso preoccupazione.Siamo ormai sull’orlo della guerra. Poche ore fa, l’India ha sferrato un attacco militare contro alcune località situate in territorio pakistano. Il governo di Nuova Delhi ha dichiarato d...
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Il leader rassicura il oriente di Francia su laicità e legge sull’eutanasia.Un colpo alla botte, un colpo al cerchio. È stata un po’ così l’ultima settimana del presidente francese Emmanuel Macron. Qualche giorno fa ha incontrato alcuni cardinali elettori, suoi compatrioti e, lunedì, i masso...
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Amazon Prime Video ha deciso di riportare online la serie punta di diamante della produzione di Shonda Rhimes: uno show che è una splendida commistione di dramma e melò, di legami coltivati con quell'ardore che è spesso preludio della tragedia.Una premessa è dovuta: Le regole del delitto perfetto no...
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Il ReArm Europe si trasforma in uno scontro istituzionale. Le forzature di Ursula von der Leyen sul piano da 800 miliardi imposto senza neanche passare dal Parlamento europeo, potrebbero finire alla Corte di Giustizia europea non per un ricorso qualsiasi, ma per mano della presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola. Segno di quanto la guida della Commissione …
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Prima c’è stata la comunicazione formale. Adesso, però, arriva anche il messaggio diretto firmato dalla presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, e indirizzato alla capa della Commissione Ue e compagna di partito, Ursula von der leyen, col quale la politica maltese esprime la sua contrarietà alla decisione della tedesca di scavalcare il voto della Plenaria sul piano di riarmo europeo da 800 miliardi ReArm Eu.
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Il Parlamento europeo non vuole neanche parlare di Israele, ma per il piano del Commissario europeo Raffaele Fitto, che permette tra le altre cose di dirottare i Fondi di coesione anche sulla Difesa, dice sì alla procedura d’urgenza, con il voto ieri sera della Commissione Regi (Affari Regionali). La giornata fa registrare la spaccatura della …
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Così leggo sulle pagine del Fatto Quotidiano: Von der Leyen tira dritto e scavalca la plenaria sul piano di riarmo, ignorando sia il parere legale sia il voto del Parlamento. Insomma, la signora Von der Leyen, vestale del neoliberismo europeo, sacerdotessa dei mercati finanziari speculativi e apolidi, ha deciso autocraticamente. Il riarmo inevitabile Questo riarmo “s’ha da fare”, che piaccia oppure no.
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Il piano di riarmo europeo, pensato per rafforzare la difesa comune in un’ottica di autonomia strategica, parte con il freno tirato. Solo 16 dei 27 Stati membri hanno notificato a Bruxelles la volontà di attivare la clausola di salvaguardia che consente di aumentare la spesa militare in deroga ai vincoli del Patto di Stabilità. Tra gli assenti pesano le defezioni di Italia, Spagna e Francia. L’obiettivo di raccogliere 650 miliardi di euro per sostenere la difesa del continente appare ora difficile da raggiungere.
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Il 4 marzo 2025, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha presentato “ReArm Europe”, un ambizioso piano da 800 miliardi di euro volto a rafforzare le capacità militari dell’Unione Europea. L’iniziativa nasce in risposta alle crescenti minacce geopolitiche, in particolare l’incertezza derivante dagli aiuti militari statunitensi all’Ucraina e la necessità di ridurre la dipendenza europea da alleati esterni.
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Un vero sistema di difesa comune non si costruisce semplicemente aumentando le spese militari. Serve prima di tutto un cambiamento nella governance europea. Perché senza una regia comune, crescerà la distanza tra i paesi ricchi e i paesi più poveri. Difendere tutti è un’impresa impossibile La guerra russa contro l’Ucraina e il previsto aumento della spesa militare in Europa e nel mondo hanno riportato l’attenzione sui temi della sicurezza, della difesa e delle istituzioni necessarie a garantirle.
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La coperta si accorcia, la strategia non decolla, ma la Commissione non sembra darsi per vinta. E considera, comunque, «un successo» le richieste ricevute entro la scadenza (non perentoria) del 30 aprile per aumentare la spesa militare nazionale in deroga al Patto di stabilità. Eppure, a guardarlo più da vicino, il piano di riarmo lanciato da Ursula von der Leyen in risposta al disimpegno americano dalla sicurezza del continente nasce perlomeno dimezzato.
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Roma, 3 mag. – Come sta andando l’iniziativa per il sostanziale rafforzamento della capacità di difesa degli Stati membri dell’Ue? L’obiettivo del piano ‘ReArm Europe’ (un nome infelice, per cui la Commissione è stata molto criticata, e che ormai non viene più usato) era quello di arrivare a circa 800 miliari di nuovi investimenti nel settore attraverso la due iniziative proposte da Ursula von der Leyen: l’attivazione delle clausole nazionali di sospensione del Patto di stabilità (con un potenziale di spesa…
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Di Maurizio Contigiani L’Europa che si riarma per fronteggiare uno Stato che dispone di 6000 bombe atomiche, uno Stato che non ha mai oltrepassato i confini del Sacro Romano Impero mentre il Sacro Romano Impero sono secoli che prova ad entrare nella Piazza Rossa con scarsi risultati, Napoleone e Hitler docent. Uno Stato con 140 milioni di abitanti, che si sviluppa su 11 fusi orari, con riserve energetiche e alimentari infinite, dovrebbe…
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Il vasto complesso militare-industriale americano suscita molte critiche. Per l"Europa, adesso è qualcosa a cui aspirare. Questa settimana, la Germania ha chiesto all"Unione Europea di invocare una clausola di emergenza che esenti gli investimenti nella difesa dalle regole di spesa, nell"ambito del piano quinquennale di riarmo dell"Unione. La spesa per la difesa globale ha registrato il più alto aumento annuo almeno dalla fine della Guerra Fredda nel…
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Il Movimento Cinque Stelle in trincea dopo l’allarme di Banca Etica sui rischi per i correntisti e la finanziarizzazione della guerra Il giorno dopo la pubblicazione da parte di Banca Etica del report che boccia il piano europeo sul riarmo, con l’argomentazione che questo incentiverebbe l’uso dei risparmi depositati nei conti correnti dei cittadini per l’industria bellica, il Movimento Cinque Stelle si mobilita in Italia e in Europa
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Dal 2000 è attiva la Campagna di mobilitazione che vuole fare pressione sulle cosiddette" banche armate" affinché disinvestano dal riarmo e dal mercato delle armi. Ecco la lettera che la Campagna ha predisposto e che si può inviare alla propria banca per chiedere se investe in armi. Dal 2000 è attiva la Campagna di mobilitazione che vuole fare pressione sulle cosiddette" banche armate" affinché disinvestano dal riarmo e dal mercato delle armi.
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Il presente articolo analizza il tema del riarmo europeo (Re-arm Europe), approfondendo i possibili impatti e i profili di business per gli intermediari bancari e finanziari, anche alla luce della proposta di modifica alla Legge 185 del 1990 in tema di armamenti, attualmente in fase di discussione in Parlamento. Il riarmo europeo o re-arm Europe si configura come una delle priorità strategiche per l’Unione europea in risposta alla crescente instabilità geopolitica, esacerbata dalla guerra in…
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Perché Banca Etica scende in guerra contro il piano ReArm Europe Sul piano ReArm Europe si abbatte l'allarme lanciato da Banca Etica: incentivare l’indirizzo dei risparmi dei cittadini verso l'industria bellica è un pericoloso via libera alla finanziarizzazione della guerra Banca Etica all’attacco di ReArm Europe, il piano da 800 miliardi di euro presentato da Ursula von der Leyen per riarmare l’Ue.
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L’Unione Europea punta a coinvolgere attivamente i cittadini europei nella corsa al riarmo, con l’obiettivo di indirizzare parte dei 10mila miliardi di euro depositati nei conti correnti del continente verso il finanziamento delle imprese belliche dell’UE. Questa la forte preoccupazione espressa dalla prima e unica banca italiana dedita esclusivamente alla finanza etica. “Rearm Europe”: un’economia di guerra finanziata dai cittadini? L’Unione Europea sembra…
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Una adeguata struttura di difesa dell'Europa non può che essere multi-livello, con una forte capacità di deterrenza realizzabile solo in una dimensione continentale e una capacità di difesa e azione dei sistemi nazionali
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