Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha recentemente depositato in Cassazione un quesito referendario che mira a dimezzare i tempi necessari per ottenere la cittadinanza italiana

Attualmente, la legge del 1992 richiede dieci anni di residenza legale e ininterrotta in Italia per poter presentare la domanda di cittadinanza. La proposta di Magi, invece, ridurrebbe questo periodo a cinque anni.

Questa iniziativa non è solo una questione burocratica, ma ha implicazioni profonde per il futuro del paese. Ridurre i tempi di attesa per la cittadinanza potrebbe facilitare l'integrazione degli stranieri, permettendo loro di partecipare pienamente alla vita sociale, economica e politica dell'Italia. Inoltre, potrebbe avere un impatto positivo sulla demografia del paese, che sta affrontando una crisi di natalità e un invecchiamento della popolazione.

Il quesito referendario è stato presentato in un momento cruciale, in cui il dibattito sull'immigrazione e l'integrazione è al centro dell'attenzione pubblica. La proposta di Magi è sostenuta da diverse associazioni e gruppi politici, tra cui il Partito Democratico, che ha dichiarato il proprio supporto all'iniziativa.

La riduzione dei tempi per ottenere la cittadinanza potrebbe anche avere un impatto economico significativo. Gli stranieri che ottengono la cittadinanza potrebbero essere più incentivati a investire nel paese, avviare attività imprenditoriali e contribuire al sistema fiscale. Inoltre, una maggiore inclusione sociale potrebbe ridurre le tensioni e i conflitti legati all'immigrazione, creando un ambiente più armonioso e coeso.

Tuttavia, la proposta non è priva di critiche. Alcuni sostengono che ridurre i tempi per ottenere la cittadinanza potrebbe portare a un aumento delle richieste, mettendo sotto pressione il sistema amministrativo. Altri temono che una maggiore facilità nell'ottenere la cittadinanza possa incentivare l'immigrazione illegale.

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