Siria, sistema sanitario al collasso In Siria sono oltre 1200 i civili morti durante l’ondata di violenza che ha sconvolto la zona costiera del paese la scorsa settimana. Una ferita profonda nel paese che complica il cammino del nuovo regime di Damasco. Servizio di Massimiliano Cochi Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie
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Acs – In seguito ai massacri avvenuti nella Siria occidentale durante lo scorso fine settimana, che secondo i rapporti e le stime disponibili hanno causato circa mille morti, l’arcivescovo di Homs Jean Abdo Arbach ha dichiarato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) che: “Non vogliamo altri spargimenti di sangue. Chiediamo unità e riconciliazione. Dopo 14 anni di guerra, non abbiamo bisogno di un altro conflitto”.
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Oltre 8.500 persone provenienti dalla Siria in questi giorni hanno valicato il confine nord ed est del Libano: 1.791 famiglie, tra cui 63 libanesi residenti in Siria. La stima approssimativa è uscita dal meeting tenutosi ieri a Tripoli tra autorità locali, esercito libanese e Alto Commissariato Onu per i rifugiati dopo i massacri a danno del gruppo etnico-religioso alawita nell’ovest della Siria, comunità da cui proviene il deposto Bashar al Assad.
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“Gli alawiti non hanno né un protettore straniero né la profondità finanziaria della comunità della diaspora. Se dovesse succedere qualcosa verrebbero lasciati soli”. Con queste parole Zeidoun Zoubi, ricercatore e analista siriano, a metà febbraio avvertiva Damasco della necessità che il “nuovo Stato” intervenisse quanto prima per …
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Dal 6 marzo, la violenza in Siria ha raggiunto livelli allarmanti, con un massacro mirato contro la popolazione alawita nelle regioni costiere. L'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite... Leggi tutta la notizia
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Dal 6 marzo, la violenza in Siria ha raggiunto livelli allarmanti, con un massacro mirato contro la popolazione alawita nelle regioni costiere. L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Ohchr), ha potuto dimostrare lo sterminio di 111 civili, ma il bilancio reale potrebbe essere molto più alto, e l'Osservatorio siriano per i diritti umani parla di 1.383 vittime, ma ''il conteggio dei morti è ancora in corso''.
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Milano, 12 mar. – Oggi nuovi attacchi contro la comunità alawita nelle città della costa della Siria hanno ucciso 158 civili, portando a 1.383 il bilancio dei civili uccisi dal 6 marzo, quando attacchi lanciati da gruppi armati locali contro le forze di sicurezza e le unità del ministero della Difesa hanno dato vita a scontri e massacri. Lo riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che mette in guardia sulla pratica di seppellire le vittime in fosse comuni.
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Capuzzi: «Violenza in Siria, l’unico modo per evitarla è assicurare giustizia» Tre mesi dopo la caduta di Assad, la Siria è precipitata in una nuova ondata di violenza. L'equilibrio è molto fragile. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani sono stati uccisi 1068 civili nell'ovest del Paese. Chi sono i responsabili? Ci sarà un'inversione di ruoli tra vittime e carnefici? Ne parliamo con Lucia Capuzzi, giornalista di Avvenire
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Egregio Direttore, le notizie che giungono dalla Siria in queste ore sono di una gravità sconvolgente. Il conflitto in corso sta causando massacri indiscriminati, con centinaia di civili uccisi. Tra le vittime, la minoranza cristiana subisce violenze particolarmente brutali: esecuzioni sommarie, confische di beni, distruzione di chiese e conversioni forzate. Questa comunità, che per secoli ha convissuto pacificamente con…
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Sapete cosa mi sorprende? Il modo in cui i giornali italiani si muovono, sempre allo stesso modo, senza mai imparare dagli errori. Adesso hanno preso a dire che Elon Musk è un nemico ed è un satanasso. Con la stessa identica procedura della minchia, qualche mese fa, hanno tutti gioito, non gli zuppisti, non i commensali, all’arrivo al potere di Al Jolani in Siria cacciando Assad. Ve lo ricordate? Quando è arrivato Al Jolani erano tutti felici: è arrivato finalmente quello che toglie…
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«Hanno distrutto villaggi, incendiato case, profanato tombe. Non siamo più al sicuro», racconta Ahmed, operatore umanitario di Latakia, a Open Ahmed (nome di fantasia) è un operatore umanitario che vive nella regione costiera occidentale di Latakia, in Siria. Una roccaforte degli alawiti, minoranza sciita a cui apparteneva l’ex presidente Bashar al-Assad, dove oltre 1.200…
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Quando si è sparsa la voce che una nuova operazione per la messa in sicurezza della costa sarebbe cominciata a breve, centinaia di giovani, provenienti dai villaggi sunniti delle montagne a ridosso della costa, hanno imbracciato il fucile e si sono diretti verso le zone abitate dagli alawiti. Il risultato, come denunciato dalle Nazioni Unite, è stata una carneficina: oltre 1.200…
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«La Siria è sull’orlo di una guerra civile». A lanciare l’allarme è l’architetto riminese Diego De Gregori, già volontario in Siria, che ha risposto alla chiamata dell’associazione “Pro terra santa”. Non c’è pace per il Paese, che nel dicembre 2024, ha visto cadere la dittatura di Assad al potere da quasi un quarto di secolo quando era subentrato al padre, Hafe, che aveva spadroneggiato per i precedenti trent’anni.
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Dalla Siria arrivavano filmati insopportabili da guardare. Dall’inesauribile vaso di Pandora mediorientale escono nuovi orrori che coinvolgono tutti. Ma se ne parla poco, qualche articolo sui giornali, brevi servizi in tv, e tutti concordi nella narrazione in fondo ottimistica per cui si tratta di uno scontro fra clan, regolamenti di conti tra etnie e famiglie religiose diverse, persino difficili da definire: non ci riguarda.
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Aumenta ancora il numero di civili alawiti uccisi in Siria, tra cui donne e bambini, nei massacri compiuti dalle milizie sunnite governative e da bande di jihadisti, anche stranieri. Sono 1.225, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Sono stati giustiziati sommariamente, bastonati a morte, colpiti alla testa con armi da fuoco e uccisi in altri modi in 47 località diverse nelle regioni costiere di Latakia e Tartus e nell’entroterra tra Hama e Homs
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Nei primi tre mesi dopo la caduta del regime di Assad, il neo presidente Ahmad Al-Sharaa è riuscito a mantenere una relativa stabilità. Il suo governo si è concentrato sulla prevenzione degli omicidi punitivi e sul tentativo di evitare che il paese precipiti nelle rappresaglie. Tuttavia, la fragile pace è stata presto infranta quando i lealisti di Assad hanno lanciato un’insurrezione armata nelle città costiere, prendendo di mira le forze di sicurezza del neonato regime.
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Le recenti violenze in Siria hanno fatto temere un'ulteriore instabilità. I leader chiedono la revoca delle sanzioni per alleviare le difficoltà economiche PUBBLICITÀ La scorsa settimana sono scoppiati violenti scontri nei governatorati costieri siriani di Tartus e Latakia tra le forze governative e "gruppi armati non statali" fedeli all'ex presidente spodestato Bashar al-Assad. I due governatorati…
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L'ufficio Onu per i diritti umani ha anche denunciato il "saccheggio diffuso" di case e negozi che ne è seguito e ha affermato che un "picco significativo" di discorsi d'odio e disinformazione ha rischiato di alimentare ulteriormente le tensioni Sale a 1225 il numero dei civili alawiti uccisi in Siria, tra cui donne e bambini, nei massacri attribuiti nei giorni scorsi a milizie sunnite filo-governative.
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Massacri di massa e saccheggi in Siria contro gli alawiti, perpetrati dai miliziani islamisti che hanno assunto il controllo del Paese dopo la cacciata di Bashar al Assad. Da giovedì 6 marzo, in diverse zone a prevalenza alawita, la stessa setta sciita a cui appartiene Assad, i residenti descrivono scene raccapriccianti, con strade insanguinate piene di cadaveri. Centinaia di famiglie sono in fuga e molti hanno paura anche solo di affacciarsi alla finestra.
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Pubblichiamo la traduzione della lettera, ottenuta da i24NEWS e Guy Azriel, scritta a nome della leadership alawita e degli sceicchi anziani alawiti in Siria. In queste ore è in corso un massacro da parte dei “moderati” di Al Jolani, elogiati da mezza Europa dopo la caduta di Assad. La missiva è stata inviata, tra gli altri, ad alti funzionari israeliani tramite contatti nella regione che mediano tra la popolazione locale e lo Stato di Israele
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Decine di siriani provenienti dall’area costiera del Paese, in fuga dai combattimenti che nei giorni scorsi hanno provocato più di mille morti intorno alla città portuale di Latakia, hanno attraversato le acque di un fiume per superare il confine ed entrare nel vicino Libano. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha dichiarato in un comunicato che, secondo le autorità locali, oltre 6.000 persone sono arrivate in circa una dozzina di villaggi nella provincia di…
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Siria, l'esodo verso il Libano degli alawiti in fuga dai combattimenti 11 marzo 2025 Decine di siriani provenienti dall’area costiera del Paese, in fuga dai combattimenti che nei giorni scorsi hanno provocato più di mille morti intorno alla città portuale di Latakia, hanno attraversato martedì le acque di un fiume per superare il confine ed entrare nel vicino Libano. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha dichiarato in un comunicato che, secondo le autorità locali, oltre…
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“Mio zio è rimasto per più di un giorno in mezzo alla strada senza vita, le milizie non hanno concesso alla mia famiglia neanche di recuperarne il corpo dopo averlo trucidato”, racconta al telefono con Fanpage.it Ahmed H., giovane alawita di cui per ragioni di sicurezza manterremo nascosto il nome vero, mentre cerca disperatamente un modo sicuro per far evacuare la sua famiglia da Latakia, nella costa siriana.
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In un clima di alta tensione sociale e politica, il governo di Damasco ha annunciato la fine delle operazioni militari nelle regioni costiere dopo l'uccisione in soli quattro giorni di più di mille civili, incluse donne e bambini, sullo sfondo di una violenza confessionale innescata da pesanti scontri tra forze governative sunnite e loro rivali alawiti fedeli all'ex regime di Assad. "Annunciamo la fine delle operazioni militari, dopo che le nostre forze sono riuscite a raggiungere tutti gli obiettivi…
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Pubblichiamo questa testimonianza che ci arriva da Latakia, cioè dall'area della Siria che più è stata investita dalle violenze a sfondo etnico e religioso degli uomini di Hayat Tahrir al-Shams (ex Al Nusra ed ex Al Qaeda), richiamati dal presidente Al-Jolani. Il racconto è di un giovane alawita, studente universitario, il cui nome, per ragioni di sicurezza, dobbiamo omettere, pur
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Non solamente sulla costa si stanno facendo le rappresaglie contro gli alawiti, che appoggivano ilm regime di Bashar Al Assad. Anche a Homs, la sconda città della Siria dopo la capitale Damasco, molti alawiti sono stati fatti sparire, altri sono stati trovati uccisi. La maggori parte di loro non può far altro che aspettare la vendetta dei nuovi signori della Siria.
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Oltre mille morti in meno di cinque giorni. È il tributo di sangue degli scontri che si sono susseguiti in Siria dal 6 marzo sino a ieri quando le autorità di Damasco hanno annunciato «la fine delle operazioni militari nell’ovest del Paese». Epilogo di una mattanza nata dalla contrapposizione tra le forze governative di Hyat Tahrir al-Sham, gli eredi di Al Nusra e milizie filo turche, salafite e …
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Veicoli carbonizzati e bossoli di proiettili sono visibili sul luogo degli scontri mortali tra le forze di sicurezza del nuovo governo siriano e i lealisti di Assad nella citta' di Jableh, nella provincia costiera di Latakia. Le nuove autorita' siriane hanno annunciato la fine di un'operazione contro i lealisti del deposto presidente Bashar al-Assad, dopo che quasi 1.000 civili sono stati uccisi nelle peggiori violenze dal suo rovesciamento.
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Apprendiamo ora dai più letti e venduti quotidiani nazionali che la Siria si trova attualmente nel caos. Il bilancio dei civili alawiti uccisi a Latakia è salito a 745, e il numero delle vittime continua a crescere vertiginosamente nella regione, dove da giorni sono in corso scontri tra le forze governative siriane e i militanti alawiti. Si realizza puntualmente ciò che avevamo previsto fin dall’inizio, e che, in realtà, non era affatto difficile da prevedere.
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Tre mesi, dall’8 dicembre al 10 marzo, tanto è durata la festa post dittatura in Siria. L’idea gioiosa che le cose cambiano, che il governo può essere di tutti e un siriano ha dei diritti davanti al Potere. I tre mesi sono passati e la festa è finita nel sangue della minoranza alawita. Quelli che erano cittadini di serie A solo per appartenere alla setta del dittatore, adesso sono carne da macello.
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Il primo cadavere era disteso all'angolo. Con le braccia aperte. Qualcuno gli aveva coperto la testa con una felpa. La vittima non aveva avuto il tempo di vestirsi. Era uscita di corsa con la tipica tuta che gli abitanti locali usano per dormire o stare in casa. Dietro, altri due corpi erano stati coperti con una coperta marrone. Nessuno aveva osato raccoglierli, nonostante il luogo fosse a pochi metri da una…
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In Siria sta avvenendo un massacro di civili. I video mostrano centinaia di cadaveri per strada ed esecuzioni sommarie ai danni dei civili alawiti in 47 diverse località nelle provincie di Latakia e Tartus nella zona costiera della Siria occidentale. Strage di civili, alawiti in fuga dalla Siria In questa zona costiera si sarebbero rifugiati i "fedeli" di Assad e qui vive anche la minoranza religiosa…
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Il mondo della giustizia spesso si intreccia con i nomi di celebrità, portando a situazioni inaspettate e polemiche. Recentemente, un episodio ha sollevato un acceso dibattito: il licenziamento di una funzionaria del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per aver rifiutato di ripristinare il porto d’armi a Mel Gibson. Questo evento non solo evidenzia il potere delle personalità pubbliche, ma solleva anche interrogativi…
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