Il caso Sangiuliano-Boccia ha scosso il panorama politico italiano, mettendo in luce dinamiche di potere e strategie ciniche all'interno delle istituzioni

Maria Rosaria Boccia, al centro della vicenda, ha scelto di rompere il silenzio per difendersi dalle accuse di ricatto, puntando il dito contro coloro che occupano i palazzi del potere.

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha ammesso pubblicamente di aver avuto una relazione sentimentale con Boccia, ma ha negato categoricamente di aver utilizzato fondi pubblici per favorirla. Le sue lacrime durante l'intervista al Tg1 del 4 settembre hanno suscitato reazioni contrastanti, ma Boccia non ha tardato a rispondere, accusando il ministro di essere stato spinto alle dimissioni per poi essere riaccolto in una mossa strategica volta a mantenere il controllo sulla cultura italiana.

L'esposto presentato da Angelo Bonelli, deputato del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, ha ulteriormente complicato la situazione. Bonelli ha chiesto alla procura di Roma di valutare l'ipotesi di peculato, mettendo sotto la lente d'ingrandimento non solo Sangiuliano, ma anche Boccia. Questo esposto segue una serie di indagini che hanno coinvolto altri esponenti del governo, evidenziando un clima di tensione e sospetto all'interno delle istituzioni.

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