“Torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre politiche e sul ripristino della libertà d’espressione sulle nostre piattaforme”. Così, Mark Zuckerberg, CEO, fondatore e proprietario dell’azienda Meta, ha spiegato lo stop al programma di fact-checking su Facebook, Instagram e Threads, e la…
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Altre notizie:
La seconda elezione di Trump sta generando una rivoluzione copernicana anche tra i social media. A partire da Meta (il colosso che sta a capo di social quali Facebook, Instagram, Whatsapp, Threads e altri). Già nei mesi scorsi, il fondatore Mark Zuckerberg aveva fatto “mea culpa” per le censure effettuate da Facebook su pressione del presidente Usa uscente Joe Biden. Il breve video diffuso nei giorni scorsi da Zuckerberg, tuttavia, è di ben maggiore rilevanza, in quanto illustra quella che, da ora in poi, sarà la…
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Mark Zuckerberg, martedì scorso in un video, ha detto delle cose terribili. L'uomo che ha inventato e gestisce Facebook e Instagram, che coinvolgono quasi 4 miliardi di persone in giro per il mondo, ha dichiarato che la sua edicola globale, la sua bacheca, non farà più censure. «Ho intenzione di ripristinare la libertà di espressione». Fermi tutti: la notizia è ciò che ha ammesso di aver fatto, non ciò che promette di fare.
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Mark Zuckerberg ha annunciato una serie di importanti modifiche alle politiche di moderazione dei contenuti da parte di Meta, citando la volontà di tornare ad abbracciare "la libertà di parola". "È tempo di tornare alle nostre radici. Ci concentreremo sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre policy e sul ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme", spiega Zuckerberg in un video pubblicato sui social.
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«Gli omosessuali? Malati». «I cinesi? Responsabili della diffusione della pandemia di Covid». «Le donne? Oggetti per l'arredamento». Prima dell'annuncio di Mark Zuckerberg di martedì queste esternazioni avrebbero violato gli standard della community di Facebook e Instagram. Ora, le modifiche introdotte a livello globale da Meta e scovate dalle testate americane Wired e Cnn potrebbero renderle lecite, insieme ad altri discorsi d'odio.
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Media, Facebook ha esentato i ricchi inserzionisti da qualsiasi controllo sui contenuti già dal 2023
Il gruppo Meta (Facebook, Instagram e Whatsapp) ha esentato alcuni dei suoi principali inserzionisti dal consueto processo di controllo dei contenuti. Lo rivelano documenti interni del 2023 di cui il Financial Times ha preso visione secondo i quali la società proprietaria di Facebook e Instagram ha introdotto una serie di “tutele” per “chi spende molto”. Si cita, in particolare il gruppo “P95 spenders”, ovvero quegli inserzionisti che spendono…
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Meta L'Unione europea ha respinto l'accusa di censura da parte di Mark Zuckerberg. Il Ceo diieri aveva accusato l'Europa di avere "un sempre crescente numero di leggi che istituzionalizzano la censura e rendono più difficile realizzare qualsiasi innovazione lì". "Respingiamo assolutamente qualsiasi affermazione di censura da parte nostra", ha dichiarato la portavoce della Commissione europea, Paula Pinho, nel corso di un briefing a Bruxelles
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“Quindi assistiamo ad uno scontro tra la politica che regola il mondo reale, cioè il mondo in cui viviamo fatto dei confini nazionali a cui siamo abituati, e una diplomazia guidata dalle aziende e dalle piattaforme che invece gestisce e maneggia i confini di questo altro spazio della nostra vita. E spesso gli interessi non sono allineati, anzi confliggono”. Il responsabile delle rivista italiana non esclude che Zuckerberg stia progettando di dare più visibilità a quei contenuti più incendiari o polemici, magari non…
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Bruxelles – Mentre l’Ue è alle prese con le ingerenze sempre più sfacciate del proprietario di X, Elon Musk, nella politica interna degli Stati membri, la pugnalata alle spalle che non ti aspetti. Mark Zuckerberg, fondatore e Ceo di Meta, ha annunciato l’addio ai programmi di fact-checking su Facebook e Instagram. Puntando il dito contro il vecchio continente, dove “un sempre crescente numero di leggi istituzionalizzano…
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L'improvviso cambio di paradigma del colosso di Menlo Park costringe a rivedere le proiezioni sui social: meno filtri, più flusso indistinto dei contenuti e ritiro dal purpose. Saranno insomma gli utenti i soli arbitri di ciò che è vero o falso. Ma cosa significa per la nostra quotidianità online? È da qui che inizia la nuova fase social del trumpismo? L'analisi di Matteo Flora L’ultima mossa di Meta, ovvero l’ingresso di John Elkann (esponente di punta della…
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Così il 'vassallo' Zuck si genuflette a Trump e apre a più odio social Donald Trump e Mark Zuckerberg in un'immagine realizzata con Grok Ve li ricordate quando annunciavano una scazzottata sul web? Si erano ripromessi una battaglia fisica vis a vis, un incontro di Mma mai andato in scena (naturalmente). A vederli ora uno alla sinistra e uno alla destra dell'uomo più potente del mondo fa quasi sorridere.
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Il nuovo modello delle “community notes” si baserà sul crowdsourcing della verifica delle informazioni: affiderà a un gruppo selezionato di utenti il compito di aggiungere note di contesto ai contenuti. Non tutti gli utenti possono partecipare: generalmente sono richiesti alcuni requisiti, come avere un account verificato e una certa anzianità di utilizzo della piattaforma. Attualmente, questo modello è attivo su X (ex Twitter).
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A poco meno di due settimane dall'insediamento di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, Meta ha annunciato che abbandonerà il fact-checking sulle sue sue piattaforme e trasferirà dalla California in Texas i team delle divisioni Fiducia e sicurezza, responsabili dell'applicazione delle regole del colosso relative a incitamento all'odio e disinformazione. In un post su Threads, l'amministratore delegato Mark Zuckerberg ha dichiarato che la decisione "aiuterà a eliminare il timore…
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Il fact-checking è stato un fallimento, ma nessuno vuole dirloNegli ultimi giorni, l’annuncio di Meta di abbandonare il fact-checking per un sistema basato sulle «Community Notes» ha fatto discutere. È una mossa che molti vedono come rivoluzionaria, ma che in realtà nasconde un’ammissione implicita: il fact-checking non funziona. E non funziona da anni. La comunità scientifica lo aveva già dimostrato.
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Questo articolo è uscito sulla newsletter di Scienza e innovazione tecnologica One More Thing di Massimo Sideri. Per iscriversi cliccare qui. Mark Zuckerberg ha annunciato che applicherà a Facebook quello che possiamo battezzare "l'algoritmo Musk-Trump" e che si può riassumere in poche parole: ognuno potrà dire quello che vuole (tranne…
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