Raffaele Fitto, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo e membro del partito dei Conservatori e Riformisti Europei, è stato nominato alla Commissione Europea. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha descritto la scelta come "sofferta", rivelando i tormenti che l'hanno assillata per settimane. La decisione, sebbene non urgente, è inevitabile e dovrà essere presa entro l'autunno.
L'obiettivo della nomina di Fitto è affidare a una personalità di valore una delega adeguata al ruolo e al peso dell'Italia, preferibilmente in ambito economico. Meloni ha sottolineato l'importanza di avere un rappresentante italiano di rilievo nella Commissione Europea, capace di influenzare le decisioni in ambito economico e di bilancio.
Con la nomina di Fitto a Bruxelles, Meloni deve ora affrontare la questione del "dopo-Fitto". La presidente del Consiglio sta valutando i pro e i contro di una decisione che avrà ripercussioni significative sulla politica interna italiana. La regia del "dopo-Fitto" sarà gestita da Palazzo Chigi, con ruoli chiave affidati ai fedelissimi di Meloni, senza prevedere un rimpasto di governo.
Antonio Decaro, eletto al Parlamento Europeo con una valanga di preferenze, è stato chiamato a guidare la Commissione Ambiente. Nonostante le divergenze passate, Decaro ha riconosciuto Fitto come un interlocutore affidabile e capace di fare bene in Europa. La collaborazione tra i due politici pugliesi rappresenta un'opportunità per rafforzare la presenza italiana nelle istituzioni europee, pur mantenendo le rivalità a livello regionale.
La nomina di Raffaele Fitto alla Commissione Europea segna un passo importante per l'Italia, che punta a rafforzare la propria influenza in ambito economico e di bilancio. La gestione del "dopo-Fitto" rappresenta una sfida per Giorgia Meloni, che dovrà trovare un equilibrio tra le esigenze interne e le ambizioni europee del suo governo.