Attacco cyber a Hezbollah, esplodono cercapersone, 11 morti e 4000 feriti

- Il 9 settembre, Israele ha lanciato una serie di attacchi mirati alla catena logistica e di comando di Hezbollah. L'operazione ha colpito duramente i miliziani sciiti filo-iraniani, causando il caos e il terrore tra le loro fila. L'attacco ha avuto come obiettivo principale i cercapersone in dotazione ai miliziani, dispositivi di ultima generazione che sono esplosi simultaneamente, provocando almeno 11 morti e 4000 feriti tra Libano e Siria.

L'operazione, condotta con precisione chirurgica, ha dimostrato ancora una volta la superiorità tecnologica dell'intelligence israeliana. Gli attacchi sono iniziati con l'assalto al centro missilistico di Masyaf, in Siria, e sono proseguiti con una serie di azioni coordinate che hanno colpito i miliziani di Hezbollah in diverse regioni del Libano e a Damasco. I video pubblicati sui social media mostrano scene di panico e distruzione, con uomini che saltano in aria mentre fanno tranquillamente la spesa al mercato.

La strategia di Israele è chiara: colpire la catena logistica e di comando di Hezbollah per indebolire la loro capacità operativa. L'uso dei cercapersone come ordigni esplosivi rappresenta una novità nel campo della guerra cibernetica, dimostrando l'abilità di Israele nel sfruttare le vulnerabilità tecnologiche del nemico. Questo attacco ha messo in luce la fragilità della catena di comando di Hezbollah, che si è trovata improvvisamente decapitata e incapace di reagire.

L'operazione ha anche un significato simbolico: dimostrare che nessun dispositivo tecnologico è al sicuro dall'intelligence israeliana.

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