MAGGIO 1965, MILANO. INTER-BENFICA 1-0 Le coincidenze spesso servono per fare da volano a curiosità e statistiche. Ma nella storia nerazzurra il 27 maggio non è una data qualunque. Infatti, un anno dopo la vittoria di Vienna contro il Real, l’Inter di Herrera si trova a giocare nello stesso identico giorno la seconda finale di Coppa dei Campioni. Questa volta nel suo stadio, davanti ai propri tifosi.
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Simone Inzaghi meriterebbe una videocamera puntata solo ed esclusivamente addosso a lui. Sempre. Guardarlo da fuori è uno show garantito: urla, sbraccia, esce dall'area tecnica di metri e metri. Poco importa se il regolamento imporrebbe altro. "Il capo" - così lo ha definito Dimarco ieri sera - è un mix tra gioia e patimento, tra soddisfazione e sofferenza, ma quando scatta il fischio finale c'è spazio solo per un'esplosione di euforia.
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Anche l'ex amministratore delegato dell'Inter Ernesto Paolillo non manca di esprimere la propria gioia per la vittoria dei nerazzurri di ieri contro il Barcellona. Queste le sue parole ai microfoni di TMW Radio: "La foto di questo match è quella di Francesco Acerbi, ma metto anche quella di Davide Frattesi che è esploso in quella gioia e che per poco non sveniva per via della pressione che aveva in quel momento.
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Forse neanche lui se lo aspettava. Di certo ha lottato con tutto se stesso per raggiungerla, ma la seconda finale di Champions League in tre anni è qualcosa che Inzaghi poteva solo sognare. Ora può permettergli di chiudere un cerchio. Ne ha parlato anche Il Giornale in edicola stamattina: "Due finali in tre anni. Ci aveva scommesso nella notte di Istanbul, con la speranza che dopo Istanbul, per parafrasare il motto dell’altra Milano, ci sia sempre Monaco.
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Ci somiglia meravigliosamente, questa Inter. Sugli spalti e in campo si sente la stessa musica. È un canto che si leva dai cuori e che infonde la giusta energia alle gambe dei ragazzi di Inzaghi. Loro la sentono questa energia. "Non poteva che finire così", fa notare Thuram. "80.000 contro 11". Ed è un'immagine struggente quella di una squadra che lotta per il suo popolo. Epica e indimenticabile. Nessuno dimenticherà le emozioni di ieri…
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I tifosi dell’Inter ricorderanno per molti anni la data del 6 maggio 2025 visto lo strepitoso successo che c’è stato contro il Barcellona al termine di una partita epica giocata nella semifinale di ritorno di Champions League a San Siro. Grazie a questa magnifica prestazione, la squadra di Inzaghi accede alla finale del torneo ed è la 7° volta nella storia del club. Le precedenti 6 finali giocate dall’Inter tra la Coppa Campioni e la moderna Champions League non sono sempre andate bene.
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Eliminato il Barcellona con un 4-3 storico e pieno di emozioni, l’Inter adesso si deve preparare mentalmente alla finale di Monaco di Baviera. È la settima volta che i nerazzurri hanno la possibilità di giocarsi l’ultimo atto di Champions League. Affronteranno la vincente di Psg-Arsenal, con i transalpini che ripartono dall’1-0 dell’andata, conquistato grazie al gol lampo di Dembelé e alle parate di Donnarumma.
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Due finali in tre anni. Ci aveva scommesso nella notte di Istanbul, con la speranza che dopo Istanbul, per parafrasare il motto dell'altra Milano, ci sia sempre Monaco. Simone Inzaghi si gode l'ennesima soddisfazione di una carriera che aspetta solo la ciliegina, ma in questa notte di festa non serve pensare ad altro. Ce ne sarà di tempo per studiare l'ultimo assalto, quello che potrà valere una stagione e una carriera.
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Dimarco lo trascina davanti alla curva e lui si lascia convincere a saltare con i tifosi. Poi si lascia andare a un'esultanza liberatoria dopo 120' di tensione pura, di inferno e ritorno. Simone Inzaghi risponde agli applausi del pubblico di San Siro ma poi indica subito i giocatori. Perché il tecnico nerazzurro, che ha guidato la squadra alla seconda finale di Champions League in tre anni e sta riscrivendo la storia del club - solo Helenio Herrera (tre) ha raggiunto più…
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