Rebecca Cheptegei, maratoneta ugandese di 33 anni, è morta a seguito di un'aggressione brutale avvenuta nella contea occidentale di Trans Nzoia, in Kenya

- La tragedia si è consumata domenica 1 settembre, quando il suo compagno l'ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco. Le gravi ustioni riportate sul 75% del corpo si sono rivelate fatali, nonostante i tentativi dei medici del Moi Teaching and Referral Hospital di Eldoret di salvarle la vita.

Rebecca Cheptegei era una figura di spicco nell'atletica leggera, avendo recentemente gareggiato nella gara dei 10.000 metri alle Olimpiadi di Parigi. La sua morte rappresenta una perdita significativa per il mondo dello sport, ma soprattutto mette in luce un problema sociale di vasta portata: la violenza di genere.

La violenza contro le donne è un fenomeno diffuso in molte parti del mondo, e l'Africa non fa eccezione. Secondo dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 35% delle donne nel mondo ha subito violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di un'altra persona. In Africa, questa percentuale è ancora più alta, con alcune stime che parlano di una donna su due.

Il caso di Rebecca Cheptegei non è isolato. Solo pochi mesi fa, un'altra atleta di fama internazionale, Agnes Tirop, è stata trovata morta nella sua casa in Kenya, vittima di un presunto omicidio da parte del marito. Questi episodi sollevano interrogativi urgenti sulla necessità di proteggere le donne, non solo nel contesto sportivo, ma in tutte le sfere della vita.

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