Perché? Molti trattamenti iniettabili sono prodotti fuori dagli Stati Uniti; ad esempio, i filler dermici Restylane e Sculptra sono prodotti in Svezia e il neuromodulatore Xeomin è originario della Germania. Letybo, l'ultimo neuromodulatore approvato dalla FDA, proviene dalla Corea del Sud, così come Jeuveau, un altro neuromodulatore. E poi c'è l'Irlanda. Probabilmente non è il primo posto che si immagina quando si pensa agli iniettabili, ma la città di Westport è l'unico posto in cui viene prodotto il Botox
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Chi ancora si illude che l’epoca dell’egemonia statunitense sia tramontata farebbe bene a guardare dove vanno a finire le automobili tedesche, giapponesi, coreane. E anche cinesi. Perché il mito del “mercato globale” resta, appunto, un mito quando si scopre che le sorti dei più grandi costruttori d’auto stranieri dipendono dalle vendite fatte a stelle e strisce. Il mercato americano è il cordone ombelicale dell’industria automobilistica mondiale.
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Come cambierà il commercio internazionale con le nuove tariffe Usa Recentemente, l’attenzione del mondo intero è stata completamente dominata dal tanto atteso discorso sui dazi reciproci del Presidente Trump e dalle conseguenze che questo ha generato. Trump ha annunciato l’introduzione di misure severe per “liberare” l’economia statunitense, prevedendo un dazio del 10% da applicare a quasi tutte le importazioni americane a partire dal 5 aprile.
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Dazi, petrolio ed energia, quali le implicazioni della guerra commerciale americana inaugurata da Donald Trump? Una delle parole d’ordine della seconda presidenza del tycoon è energy dominance, ovvero il dominio che gli Stati Uniti dovranno esercitare sui mercati energetici, innanzitutto su quelli dei combustibili fossili. L’America, ha detto il presidente qualche giorno fa, ha bisogno “di più del doppio dell’energia e dell’elettricità” di cui dispone per poter alimentare la manifattura e i…
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È una giornata di pioggia a New York e le nuvole basse e la foschia avvolgono i container e le navi ferme a Red Hook, il principale porto della città. Da quando sono entrati in vigore i dazi contro la Cina del 145% e quelli sul settore auto del 25% i lavoratori e le aziende di spedizioni stanno ancora cercando di capire quali saranno i veri impatti sul settore. «Siamo tutti sospesi, confusi, non sappiamo cosa succederà domani», dice José, dipendente di una società che sposta…
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«Stiamo vedendo il caos. Sarà possibile un riallineamento delle rotte commerciali, ma l’Italia con la qualità dei suoi prodotti potrà ancora essere competitiva a livello globale». Manuel Grimaldi, amministratore delegato di Grimaldi Lines e presidente di International chamber of shipping (Ics), è uno dei più grandi armatori al mondo. Le sue navi trasportano merci nei cinque continenti e, sottolin…
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Investiti dalla bufera dei dazi, noi guardiamo le Borse in crisi, calcoliamo i miliardi bruciati, misuriamo il calo del Pil, e non vediamo il vero fenomeno generato dalla mossa sovrana di Donald Trump che sta cambiando la nostra vita, mentre manomette il progetto di futuro su cui facevamo affidamento. È la separazione tra Stato e mercato, la rottura della coppia occidentale che si era assegnata …
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Ennesimo cambio di direzione da parte del governo americano sull'imposizione di dazi aggiuntivi nei confronti della maggior parte delle nazioni con cui gli Usa hanno rapporti commerciali. Il portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha annunciato che il presidente Donald Trump sta considerando di differenziare le tariffe di alcune merci in base all'impatto che la loro importazione ha sull'economia statunitense, quindi in ultima analisi sulla società stessa.
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Trump ha usato il cannone dei dazi differenziali per dichiarare guerra ad amici e nemici; e le borse mondiali in questi giorni hanno accusato il colpo. Differenziali perché tutte le esportazioni degli «amici» sono state colpite con un dazio base del 10%. Il 20% è toccato ai «quasi amici» della Unione Europea, rei di aver approfittato dello Zio Sam. Il «nemico» Cina si è meritato il 34%, salvo ulteriori aumenti.
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Sin da quando il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha annunciato dazi sui prodotti in entrata da tutti i Paesi del mondo, il pianeta è entrato in una spirale di caos che rende difficile comprendere cosa stia succedendo. La scelta di autorizzare una sospensione di tre mesi per tutti, tranne che per la Cina ha reso ancora più criptica la situazione. Sono state abbozzate diverse interpretazioni per decifrare la strategia di Trump: il magnate pensava sin da…
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La tregua di tre mesi all’applicazione dei dazi americani rinfranca, seppure momentaneamente, i produttori italiani. Per gli imprenditori del settore manifatturiero del Vco quello statunitense è un mercato limitato, avendo storicamente puntato sull’export in Paesi di prossimità e «dunque - spiegano dall’Unione industriale di Verbania - finora la preoccupazione è rimasta contenuta». I soci della…
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Tra le tante storie di delocalizzazione, ce n’è una particolarmente emblematica che vale la pena riassumere. Aiuta a capire la rabbia di tanti statunitensi che dalla globalizzazione hanno avuto danni e non benefici e il motivo per cui difficilmente gli scossoni provocati in questi giorni dai dazi di Trump faranno vacillare il loro appoggio al presidente. Nel 2002, l’attuale governatore della Federal Reserve, Jerome Powell, lavorava…
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Uno studio di Ubs prospetta consistenti scorte in eccesso chiusure massicce di punti vendita e una brutale concorrenze per accaparrarsi il portafoglio dei consumatori Chiarito che per il momento sono sospesi solo i dazi reciproci (fissati per l’Unione europea al 25%), mentre sono operativi quelli universali (al 10%), cosa ne sarà delle scorte che verosimilmente non potranno più trovare sbocco nel mercato americano a causa dell’incremento dei prezzi? È l’interrogativo che oggi si pongono tanti produttori, anche italiani, e che…
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Dietro il caos. Era il primo passo per arrivare a far “pagare” al mondo l’uso del biglietto verde. Pericoli: contagio finanziario e deflazione cinese Il manifesto economico del Trump-2 ha trovato il suo compimento con il Liberation Day. Il 2 aprile 2025 era stato proclamato dalla Casa Bianca come il giorno dell’emancipazione, quello in cui gli Stati Uniti si sarebbero liberati dal giogo commerciale imposto da altri Paesi.
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Le due settimane hanno visto le mosse dell'amministrazione sui dazi che hanno messo le borse mondiali sulle montagne russe. Trump ha cominciato il suo secondo mandato con livelli di popolarità più alti che in ciascun punto del primo incarico da presidente. Il sondaggio ha toccato anche la questione dei dazi: il 52% è contrario alle misure adottate.
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Breaking News delle 21.30 | Cina, controdazi al 125% e mano tesa all'Ue In questa edizione: Cina, controdazi al 125% e mano tesa all'Ue, Migranti in Albania, nuova polemica politica, Alberto Stasi ottiene la semilibertà, Bufera Serie A, 12 indagati per scommesse.
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Il modo volgare e arrogante con cui Donald Trump ha fatto osservare che molti Stati si affannano per venire a patti con lui ci ricorda come gli scambi internazionali, anche quando svolti in un regime di cooperazione amichevole, celino delle potenziali asimmetrie di potere. Asimmetria di potere Le istituzioni internazionali emerse dopo la Seconda guerra mondiale ci avevano dato la sensazione che queste asimmetrie fossero irrilevanti, ma le parole di Trump ci riportano a quelle modalità di…
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Il partito repubblicano teme l'impatto politico dei dazi. Anche se erano stati una delle promesse della campagna elettorale, il tasso di popolarità di Donald Trump è sceso di 14 punti percentuali da quando è tornato alla Casa Bianca, secondo un sondaggio di Economist/YouGov realizzato in gran parte dopo l’annuncio delle tariffe «reciproche». Ma il presidente ha tre anni per recuperare (e poi non deve correre di…
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È il grande paradosso di questi giorni così convulsi e drammatici. Una sorprendente rivincita. I dazi avrebbero lo scopo dichiarato (usare sempre il condizionale) di creare lavoro nel proprio Paese sottraendo reddito e occupazione agli altri. Peccato che manchino i lavoratori. Gli Stati Uniti hanno un tasso di disoccupazione intorno al 4 per cento, cioè sono vicini alla piena occupazione. Si propongono di attirare investimenti per aumentare le opportunità d’impiego locale.
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Caro direttore, mi è venuto un sospetto: ma non è che dietro grandi crolli in Borsa di questi giorni originati dai dazi di Trump, ci sia anche una forte speculazione? Faccio un'ipotesi: qualche grossa società finanziaria, magari ben informata, avrebbe potuto vendere al momento opportuno, giusto un po' prima dell'annuncio dei dazi, per poi ricomprare ma a prezzi ben più bassi, incassando così in pochissimo tempo un gran bel guadagno.
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La parola d’ordine tra gli imprenditori della rubinetteria e del valvolame, dopo l’improvviso passo indietro del presidente americano sui dazi, è cautela e niente colpi di testa. È vero che 90 giorni di tregua rappresentano già un passo in avanti, ma gli industriali attendono decisioni definitive perché, sottolineano, di quelle hanno bisogno mercato, aziende e investitori. I programmi a lunga sca…
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Secondo quanto riportato dal Financial Times, a spingere Trump al ripensamento è stato un mix esplosivo: il crollo dei mercati, l’impennata dei rendimenti obbligazionari e un coro crescente di critiche, non solo da parte dei Democratici, ma anche all’interno del suo stesso partito e tra i suoi sostenitori nel mondo degli affari. Elon Musk e altri grandi nomi di Wall Street avevano già espresso preoccupazione, mentre il timore di una crisi finanziaria è diventato palpabile dopo il tracollo dei titoli di Stato.
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Trump, i dazi, Wall Street: come la vedono gli americani? Francesca Schianchi Trump prende in giro i Paesi che gli baciano le terga per trattare, fa ballare le Borse, viene sospettato da parlamentari democratici di insider trading. Che cosa ne pensano gli americani di tutto questo? Me lo ha spiegato il corrispondente da Washington de La Stampa, Alberto Simoni.
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La politica mercuriale di Trump sfida il mondo, ma in particolare l’Europa che ha un rapporto storico con gli Usa. Per il nostro continente è un cambiamento spiazzante da molti punti di vista: economico, culturale, strategico, persino di costume, al punto che la reazione istintiva di molti è di scendere sul piano della contrapposizione, essendo inaccettabile la rottura che viene prospettata. La faccenda è ovviamente un bel po’ più complicata e non si può affrontare con la psicologia propria di un amico ripudiato.
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Anni fa, quando l'economista Larry Summers faceva il segretario al Tesoro del presidente Bill Clinton, dovette fronteggiare una crisi finanziaria ed ebbe una battuta memorabile. Se esiste la reincarnazione disse Larry Summers io voglio rinascere come il mercato dei bond. Era una metafora sulla potenza di questo mercato delle obbligazioni dei titoli di Stato, il cui verdetto può piegare anche le decisioni di un presidente degli Stati Uniti
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Dopo 18 mila miliardi di dollari di valore azionario spazzato via dal suo ingresso alla Casa Bianca, dopo 14.500 miliardi volatilizzati dalle borse mondiali solo nei cinque giorni lavorativi dall’annuncio dei dazi «reciproci» — perdite medie per oltre 50 mila dollari per ogni americano sul risparmio in azioni — Donald Trump tenta la prima marcia indietro. Quando ne ha dato l’annuncio lui…
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Sono durati meno di sette giorni i dazi reciproci che mercoledì scorso il presidente americano Donald Trump aveva annunciato per tutti quei Paesi che avevano con gli Stati Uniti un disavanzo commerciale. Per il momento sono stati sospesi per 90 giorni con la contemporanea istituzione di una tariffa simbolica del 10%. Quanto avrebbero potuto durare misure così pesanti e poco utili anche all’obiettivo principale di ridurre quel deficit commerciale? Martedì il presidente Trump aveva alzato i dazi sulle importazioni americane dalla Cina a un…
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I dazi annunciati nel Liberation Day del 2 aprile hanno diversi obiettivi (spesso non compatibili fra loro). Tra questi figura la reindustrializzazione dell’America. Non è una novità, e non è una prerogativa di Donald Trump. Joe Biden perseguiva lo stesso obiettivo, in parte anche con strumenti analoghi. L’Amministrazione Biden-Harris mantenne in vigore tutti i dazi introdotti dal primo Trump, ne aggiunse di suoi, e soprattutto rafforzò il protezionismo americano con una…
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Sappiamo già, e con certezza, chi guadagnerà più di tutti dai dazi voluti dal presidente Donald Trump, non le aziende americane e nemmeno gli operai di Portland e Detroit: i contrabbandieri.Chi saprà far entrare le merci sottoposte a dazio in modo illegale avrà di fatto il ruolo di equilibratore economico, lascerà i dazi come un disegno formale permettendo alle merci di continuare a entrare senza costare di più (la merce di contrabbando aggira le tasse quindi in…
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