- Il deposito in Cassazione di un milione e trecentomila firme per il referendum abrogativo dell'autonomia regionale differenziata, insieme allo sprint che ha portato in poche ore al raggiungimento delle cinquecentomila sottoscrizioni per il quesito sulla cittadinanza, denota un rinnovato fermento di partecipazione "dal basso", seppure dietro la spinta di un grande sindacato come la CGIL e dei partiti dell'opposizione. Il referendum abrogativo di una legge ordinaria, come quella sull'autonomia differenziata o sulla cittadinanza, deve superare una serie di requisiti prima di poter essere convocato. Il primo passo è depositare in Corte di Cassazione, dall'1° gennaio al 30 settembre di ogni anno, il quesito esatto su cui i promotori di un referendum abrogativo intendono raccogliere le firme.
Verona, con il sindaco Damiano Tommasi, è stata la prima città del Veneto a sottoscrivere la campagna "Figli e Figlie d'Italia", seguita poi dai sindaci di Vicenza e Padova. Questa scelta ha contribuito significativamente alla raccolta delle firme, che in poche settimane ha raggiunto e superato le cinquecentomila necessarie per il quorum. "Questo è uno dei tanti esempi dove la realtà arriva prima delle norme", ha dichiarato il sindaco Tommasi.
Il quorum, come si è visto, c'è: sarà anzi un mega quorum perché le firme per il referendum sulla cittadinanza saranno consegnate in Cassazione il 30 settembre, dal "cartello" di promotori con Riccardo Magi e le associazioni del Terzo Settore in testa, e il contatore delle sottoscrizioni corre ancora molto, oltre il mezzo milione necessario. Le urne per cambiare la legge sull'autonomia differenziata e sulla cittadinanza potrebbero quindi aprirsi in primavera, segnando un momento cruciale per la partecipazione democratica in Italia.