LaPresse 12/05/2021
Uno dei due fratelli è stato un personaggio di primo piano nel panorama delinquenziale della provincia agrigentina, come militante negli anni ’80 nel clan “Stidda”, per conto del quale si macchiò di gravi reati subendo diverse condanne, tra cui quella decisa dall’allora giovane magistrato Rosario Livatino – vittima della violenza mafiosa, e proclamato Beato la scorsa domenica – per traffico di droga in contesto associativo ed armi.
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