- Nel 2008, Luigi Celeste, allora ventitreenne, venne condannato a dodici anni e quattro mesi di carcere per l'omicidio del padre, un uomo violento che picchiava e minacciava di morte la moglie e i figli. La storia di Celeste, che avrebbe potuto rimanere relegata a poche righe di cronaca nera, è ora al centro di un film ispirato alla sua vita, tratto dal suo libro "Non sarà sempre così".
Luigi Celeste, giovane naziskin, si trovò a dover prendere una decisione drammatica per proteggere la sua famiglia. La spirale di violenza domestica in cui era intrappolato lo portò a compiere un gesto estremo: uccidere il padre per salvare la madre e il fratello. Questo tragico evento segnò profondamente la sua esistenza, ma rappresentò anche un punto di svolta. Durante gli anni di detenzione, Celeste trovò la forza di raccontare la sua storia, trasformando il dolore e la rabbia in parole scritte.
Il film "Familia", che esce nelle sale il 2 ottobre, celebra questa trasformazione. Diretto da Francesco Gheghi, il film ha ricevuto il premio al miglior attore alla Mostra del Cinema di Venezia, riconoscendo il talento di Gheghi e la potenza della storia di Celeste. La pellicola non si limita a narrare i fatti, ma esplora anche le emozioni e i conflitti interiori del protagonista, offrendo uno spaccato intenso e commovente della sua vita.
Celeste, oggi trentanovenne, ha trovato nella scrittura un mezzo per riscattarsi e per dare voce a chi, come lui, ha vissuto esperienze di violenza e abuso.