Israele: Netanyahu tra due fronti

- Benjamin Netanyahu si trova a fronteggiare una duplice sfida: da un lato, il conflitto esterno con Hamas a Gaza, guidato da Yahya Sinwar; dall'altro, la crescente tensione interna nello Stato ebraico, dove i sindacati, sostenuti dai partiti di opposizione e dalle famiglie degli ostaggi, hanno dichiarato uno sciopero generale con l'obiettivo di paralizzare il Paese.

A Gaza, la situazione è critica. Hamas ha elogiato, senza rivendicare direttamente, l'attacco in cui tre agenti israeliani sono stati uccisi nei pressi di Hebron. L'organizzazione ha descritto l'attacco come una "risposta naturale" alla "guerra genocida" condotta da Israele nella Striscia di Gaza e ai "crimini sionisti" in Cisgiordania. Hamas ha inoltre invitato i residenti della Cisgiordania a bloccare le strade utilizzate dai coloni israeliani e a sparare contro chiunque porti un'arma.

Sul fronte interno, Netanyahu deve affrontare una crescente opposizione. I sindacati, appoggiati dai partiti di opposizione e dalle famiglie degli ostaggi, hanno dichiarato uno sciopero generale. L'obiettivo è costringere il premier a fare concessioni significative. La situazione è resa ancora più complessa dalle operazioni militari in Cisgiordania, che hanno visto la mobilitazione di centinaia di soldati, poliziotti e veicoli per setacciare varie città come Jenin, Tulkarem, Nablus e Tubas.

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