- Durante il corteo pro Palestina tenutosi a Milano il 27 settembre, sono apparsi cartelli che hanno suscitato un forte sdegno. Tra i manifestanti, che sventolavano bandiere rosse dei Carc, un gruppo extraparlamentare marxista-leninista, sono stati esposti cartelli con la scritta "agente sionista" accanto alle immagini di diverse personalità, tra cui la senatrice a vita Liliana Segre, il ministro della Difesa Guido Crosetto, John Elkann, presidente di Stellantis, e Riccardo Pacifici, ex presidente della comunità ebraica di Roma.
Questi cartelli, che hanno fatto la loro comparsa nella parte finale del corteo, sono stati interpretati come un'accusa di complicità con Israele. La presenza di tali messaggi ha generato una forte reazione da parte della politica, che ha espresso solidarietà bipartisan verso le persone coinvolte. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha condannato fermamente l'accaduto, definendo inaccettabile l'esposizione di nomi e cognomi di persone accusate di essere "agenti sionisti".
Liliana Segre, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz e figura di spicco nella lotta contro l'antisemitismo, è stata particolarmente colpita da questa accusa. La sua immagine, insieme a quella di altre personalità, è stata utilizzata per veicolare un messaggio di odio che ha suscitato indignazione e preoccupazione.
Il corteo, organizzato per esprimere solidarietà alla causa palestinese, ha visto la partecipazione di numerosi manifestanti che, tuttavia, non hanno tutti condiviso l'uso di tali cartelli.