Banco Bpm ha depositato prima della fine dello scorso anno un esposto all'Antitrust in cui denuncia come l'offerta di scambio lanciata da Unicredit rappresenti una "killer acquisition", cioè un'operazione finalizzata ad eliminare un concorrente scomodo e ad ingessarne l'operatività in una fase di forte dinamismo segnata dall'opa su Anima e dall'acquisto del 5% di Mps. E' quanto viene confermato in ambienti finanziari dopo le indiscrezioni de Il Messaggero
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MILANO Banco Bpm ha depositato prima della fine dello scorso anno un esposto all'Antitrust in cui denuncia come l'offerta di scambio lanciata da Unicredit rappresenti una "killer acquisition", cioè un'operazione finalizzata ad eliminare un concorrente scomodo e ad ingessarne l'operatività in una fase di forte dinamismo segnata dall'opa su Anima e dall'acquisto del 5% di Mps. E' quanto viene confermato in ambienti finanziari dopo le indiscrezioni de Il Messaggero
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Dalle comunicazioni diffuse dalla Consob il 7 gennaio 2025 si apprendono alcune variazioni nell'azionariato di BancoBPM. Nel dettaglio, dal 30 dicembre 2024 JPMorgan Chase detiene il 3,057% del capitale dell'istituto guidato da Giuseppe Castagna. La quota è detenuta in gestione non discrezionale del risparmio. Inoltre, dal 19 dicembre 2024 Bank of America detiene una partecipazione aggregata nel capitale del BancoBPM pari al 6,852% attraverso la controllata Merrill Lynch International.
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Oltre all’esposto alla Consob di improcedibilità dell’ops di Unicredit per il prezzo basso, Banco Bpm ha fatto una seconda contromossa. Secondo quanto risulta al Messaggero, ha inoltrato un esposto all’Antitrust, per contrastare la cosiddetta “killer acquisition”, che è la manovra per eliminare un concorrente, ma non per aumentare il proprio business, come nelle aggregazioni standard. Questa arma era stata messa in campo in un ricorso-fotocopia proprio da Unicredit contro Intesa Sp nell’ops del 2020 su Ubi
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Ultim'ora news 8 gennaio ore 12 Mentre regolatori e istituzioni si preparano a esaminare l’ops lanciata da Unicredit, il patto di fondazioni e casse di previdenza alza la guardia su Banco Bpm. Alla fine dello scorso anno gli azionisti storici hanno confermato l’accordo parasociale nato nel 2020 come nocciolo duro del gruppo Piazza Meda, alzando lievemente la quota apportata che sale dal 6,5 al 6,51% del capitale sociale
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JP Morgan Chase & Co. ha una partecipazione pari al 3,057% in Banco BPM . È quanto emerge dalle comunicazioni della CONSOB relative alle partecipazioni rilevanti, dove viene segnalato che l'operazione risale al 30 dicembre 2024. La partecipazione è classificata come gestione non discrezionale del risparmio.
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Piccole variazioni all'accordo di consultazione tra soci di Banco BPM , che risulta ora complessivamente titolare di 98.950.584 azioni ordinarie, pari al 6,51% del capitale sociale della banca, dopo le variazioni del numero di azioni di Banco BPM detenute dai alcuni soggetti aderenti al patto. Alla data del 31 dicembre 2024: Inarcassa - Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti è titolare di 15.631.374 azioni ordinarie Banco BPM, pari…
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Non si tratta solo di risiko. I principali protagonisti dei movimenti nello scacchiere italiano del credito vantano una quota inespressa di valore che attira l’interesse di numerosi investitori. Non è un caso, infatti, che nel capitale delle banche italiane, come UniCredit, Banco Bpm e Mps, si siano posizionati diversi operatori pronti a cogliere sfide industriali significative, ma anche opportunità di investimento strategico oppure speculativo.
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Il 2025 della finanza nazionale esordisce sotto il segno dell’Ops di Unicredit su Banco Bpm. Nonostante la resistenza della banca di piazza Meda, formalizzata anche in un esposto alla Consob sulla non congruità dell’offerta di Unicredit, il mercato sembra sempre più convinto che alla fine Unicredit porterà a casa la preda. Dopo qualche settimana di calma, i prossimi due mesi potrebbero essere quelli decisivi anche perché Unicredit prevede di completare l’operazione entro giugno 2025.
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