Quello dell'uomo contiene tutti gli ementi essenziali per poter fare confronti con altri Dna di individui dell'epoca, mentre non è stato possibile ricostruire il Dna della donna. "Il Dna era invece molto degradato, ma diamo riusciti comunque a estrarlo", ha aggiunto il ricercatore. E' anche una dimostrazione di come sia possibile recuperare il Dna antico dai resti umani di Pompei e apre ora la possibilità a ricerche in questa stessa direzione Ottenuta la prima mappa del Dna di un abitante di Pompei…
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Ottenuta la prima mappa del Dna di…"
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“Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un’importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di un’epoca e di una civiltà Il soggetto in studio, essendo stato scavato nel 1934 ed essendo rimasto a lungo esposto, presenta percentuali di un DNA endogeno inferiori agli standard che si rilevano nella mappatura strutturata e ragionata ancora in corso.
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Scoperto il primo genoma di una vittima di Pompei. Era un “figlio dell'impero” malato di tubercolosi
Scoperto il primo genoma di una vittima di Pompei. Assieme all’analisi delle ossa racconta la fine di una coppia nella Casa del fabbro, debilitati e senza possibilità di fuga Era un “figlio dell’impero” malato di tubercolosi di Matteo Marini. I due scheletri ritrovati nella stanza 9 della Casa del fabbro a Pompei. Credits: Notizie degli Scavi di Antichità, 1934, p. 286, fig. Un team internazionale coordinato da ricercatori italiani lo ha…
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Il DNA degli abitanti di Pompei viene estratto dal 1998, profilandosi come uno dei più radicati ambiti di analisi scientifica nel sito. Il DNA degli abitanti di Pompei: cerso la mappatura completa della popolazione. “Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un’importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di un’epoca e di una civiltà Aggiunto un tassello di una ricerca di lungo corso.
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Il soggetto in studio, essendo stato scavato nel 1934 ed essendo rimasto a lungo esposto, presenta percentuali di un DNA endogeno inferiori agli standard che si rilevano nella mappatura strutturata e ragionata ancora in corso. Il DNA degli abitanti di Pompei: verso la mappatura completa della popolazione. “Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un’importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di…
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"Il dna era molto degradato, ma siamo riusciti comunque a estrarlo", ha detto all'Ansa Gabriele Scorrano, coordinatore della ricerca. Per Pompei, città portuale romana di età imperiale, luogo di villeggiatura di ricchi romani e sede di commercio e affari, fu la fine. "Spero che questo sia il punto di partenza per analisi più dettagliate sui campioni di Pompei" I resti dell’altra persona, una donna di 50 anni, non sono stati sufficienti…
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: Viva et al. Serena Viva, nata a Galatina 42 anni fa, è dottore di ricerca in Archeologia con una tesi in antropologia fisica (2017). C'è anche Galatina nella scoperta archeologica la cui notizia, in queste ore, sta rimbalzando sui più importanti giornali del mondo. Il contributo dell'analisi isotopica nella diagnosi differenziale dell'anemia, il caso del cimitero medievale di Vetricella (Scarlino, GR) in Toscana, Archeologia Ambientale; Viva…
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È andata così per uno dei due corpi rinvenuti nella stanza 9 della Casa del Fabbro, oggetto dello studio. Chi era l’uomo di Pompei. Aveva tra i 35 e i 40 anni ed era malato, l’uomo i cui resti sono stati rinvenuti nella Casa del Fabbro, nella Regio I dell’antica Pompei. Nonostante la ricerca scientifica sia al lavoro dal XIX secolo sui resti umani rinvenuti Pompei, però, la possibilità di effettuare studi genetici sulle vittime del Vesuvio era rimasta una sfida aperta.
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Pompei – ha concluso Scorrano – è come un’isola dell’antica Roma, un’istantanea di quel giorno del 79 dopo Cristo» Attraverso lo studio è emerso che lo scheletro dell’uomo conteneva del Dna proveniente dal batterio che causa la tubercolosi, malattia di cui forse era affetto in vita. Al risultato si è giunti dopo una serie di analisi eseguite sue due scheletri che erano stati rivenuti nella “Casa del Fabbro”, e venuti per la prima volta alla luce nel lontano 1933.
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É, questo, il caso dell'uomo ritrovato all'interno della Casa del Fabbro assieme ad un'altra persona, molto probabilmente una donna sulla cinquantina. Ebbene, per la prima volta è stato ricostruito tutto il profilo genetico della vittima dell'eruzione del 79 d.C. Le temperature elevate distrugge la matrice ossea alterando la qualità del DNA, in questo caso però il decesso sembra essere avvenuto da soffocamento da nube di cenere vulcanica.
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Le scoperte in un recente passato. Già in passato, lo studio del Dna di vittime dell'eruzione del 79 d.C. "Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un'importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di un’epoca e di una civiltà Pubblicato sulla rivista Scientific Reports, lo studio che lo riguarda dimostra che è possibile recuperare il Dna antico dai resti umani di Pompei.
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Il direttore Zuchtriegel: "Gli Scavi campo di studio e di ricerca privilegiato" Pompei, verso la mappatura completa del Dna di tutta la popolazione della città sepolta dal Vesuvio di Antonio Ferrara. Un progetto interdisciplinare punterà ad avere un ritratto degli abitanti di una città di epoca imperiale romana.
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"Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un'importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di un'epoca e di una civiltà L'ambizioso progetto ha portato alla vincita di un PRIN (Progetti di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) finanziato per 800mila euro, dal titolo "POMPEII molecular portrait". Il soggetto in studio, essendo stato scavato nel 1934 ed essendo rimasto a lungo esposto, presenta…
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Eruzione del Vesuvio del 79 d.C., così le proteine raccontano la storia delle vittime dopo 2000 anni
in poche ore seppellì le città di Ercolano, Pompei, Stabia e decine di ville romane, causando migliaia di vittime. APPROFONDIMENTI LO STUDIO «Vesuvio, la prossima eruzione devastante tra mille. LA RICERCA Il Vesuvio e la sua prossima eruzione: «Potrebbe non essere. Autori Georgia Ntasi, Ismael Rodriguez Palomo, Gennaro Marino, Fabrizio Dal Piaz, Francesco Sirano, Enrico Cappellini, Leila Birolo e Pierpaolo Petrone.
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Secondo i ricercatori, al momento dell’eruzione l'uomo si trovava disteso sul divano di una camera da pranzo, accanto a una donna di circa 50 anni. Cosa ci dice il DNA dell’uomo di Pompei. I ricercatori hanno confrontato il genoma dell'uomo con quello di altri 1030 esseri umani vissuti negli ultimi 5000 anni e di altre 471 persone che vivono attualmente nell’Eurasia occidentale La lava vulcanica che piombò all’improvviso su Pompei uccise molti abitanti della città, ma non riuscì a distruggere completamente il loro…
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L’analisi. L'eruzione del Vesuvio aveva raggiunto l'uomo mentre si trovava nella Casa del Fabbro in compagnia di una donna più anziana, sui 50 anni, per la quale non è stato possibile fare un'analisi genetica. Grazie alla disponibilità del Parco Archeologico di Pompei, i ricercatori hanno potuto analizzare i due scheletri Il risultato, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, dimostra che è possibile recuperare Dna antico dai resti umani di Pompei, aprendo la via alle ricerche in questa…
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Leggi anche Il Moulin Rouge di Parigi apre per la prima volta le sue porte a un soggiorno speciale. “Si tratta dati che forniscono una base per promuovere un’analisi intensiva di individui pompeiani ben conservati – spiegano i ricercatori nello studio – . Supportati dall’enorme mole di informazioni archeologiche che sono state raccolte nel secolo scorso per la città di Pompei, tali analisi paleogenetiche ci aiuteranno a ricostruire lo stile di vita di questo…
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O meglio, abbiamo trovato il DNA antico del genere Mycobacterium, ma non quello della specie Oggi, l’area archeologica di Pompei è un sito dell’UNESCO: anni e anni di scavi hanno portato alla luce edifici e reperti che ci hanno permesso di scoprire come si viveva in questa città portuale dell’impero romano. Morirono oltre 2000 persone, soffocate dalle ceneri e intossicate dalle inalazioni di monossido di carbonio e anidride carbonica.
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Pompei, ricostruita la mappa del Dna di una vittima dell'eruzione del Vesuvio: è la prima volta di Antonio Ferrara. Gli scheletri di due pompeiani nella Casa del Fabbro. Si tratta di un pompeiano dell'età di 35/40 anni che perse la vita all'interno della Casa del Fabbro. Lo studio di un gruppo internazionale
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Scoperto il primo genoma di una vittima di Pompei. Era un “figlio dell'impero” malato di tubercolosi
Un team internazionale coordinato da ricercatori italiani lo ha sequenziato da resti esposti all’eruzione e sepolti per due millenni sotto la cenere. Assieme all’analisi delle ossa racconta la fine di una coppia nella Casa del fabbro, debilitati e senza possibilità di fuga Era un “figlio dell’impero” malato di tubercolosi di Matteo Marini. I due scheletri ritrovati nella stanza 9 della Casa del fabbro a Pompei.
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Il team, guidato da Gabriele Scorrano, ha esaminato i resti di due individui ritrovati all’interno della Casa dell’Artigiano a Pompei. La presenza di lesioni in una delle vertebre e delle sequenze particolari di dna indica inoltre che l’uomo potrebbe essere stato affetto da tubercolosi prima del decesso. Questo lavoro, concludono gli scienziati, dimostra la possibilità di recuperare il dna da popolazioni antiche e fornisce informazioni preziose sulla genetica e la vita…
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Nella complessa storia della riscoperta dell’antica città, i ritrovamenti dei corpi degli abitanti che non riuscirono a scappare hanno un ruolo particolarmente interessante. I risultati dello studio sono stati pubblicati oggi su Scientific Reports. Fino ad ora, erano stati sequenziati solo brevi tratti di Dna di resti umani e animali trovati a Pompei. IL DNA DI POMPEI. La donna e l’uomo si trovavano nella sala da pranzo, sui resti di un triclinium.
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I ricercatori sono riusciti a ottenere la prima mappa del Dna di un abitante di Pompei, vittima della devastante eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. E l'analisi del Dna mitocondriale e quella del cromosoma Y hanno inoltre permesso di identificare gruppi di geni trovati negli abitanti della Sardegna, ma non in altri individui vissuti in altre zone d'Italia nella stessa epoca. Si tratta – dicono i dati – di un uomo fra 35 e 40…
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«Le informazioni genetiche ad oggi non permettono di descrivere l’uomo fisicamente: si potrebbe pensare a sequenziare di più. L’analisi del Dna mitocondriale e quella del cromosoma Y hanno inoltre permesso di identificare gruppi di geni trovati negli abitanti della Sardegna, ma non in altri individui vissuti in altre zone d'Italia nella stessa epoca È una prima assoluta perché finora erano stati analizzati solo frammenti del Dna…
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