Il 2 settembre, Israele è stato teatro del primo grande sciopero nazionale dal 7 ottobre, paralizzando scuole, trasporti e ospedali. La mobilitazione è cresciuta in risposta alla crescente pressione sul governo Netanyahu per raggiungere un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi.
Il 1° settembre, centinaia di migliaia di israeliani sono scesi in piazza per protestare contro il governo. Le manifestazioni hanno visto scontri tra manifestanti e polizia a Tel Aviv, dove migliaia di persone hanno bloccato le strade per chiedere un accordo per il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza.
La tensione è aumentata dopo che l'esercito israeliano ha scoperto sei ostaggi morti in un tunnel nel territorio palestinese. Questo tragico ritrovamento ha intensificato le richieste dei manifestanti per un'azione immediata del governo.
Il principale sindacato israeliano, Histadrout, ha indetto uno sciopero generale che ha portato alla sospensione delle operazioni all'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv a partire dalle 8 del mattino. Anche ospedali, università e banche hanno aderito alla protesta, operando con orari ridotti.
I manifestanti, riuniti in Begin Street a Tel Aviv, chiedono al governo di mettere i valori prima di tutto e di raggiungere un accordo per il rilascio degli ostaggi ancora in vita. Al ritmo dei tamburi, giurano di non abbandonare gli ostaggi ancora a Gaza e accusano il governo di agire contro la nazione.