Mentre l'Ungheria, sotto la guida di Viktor Orbán, mantiene una posizione chiara e limpida, allineandosi con la Russia di Putin, l'Italia sembra navigare in acque più torbide. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si trova a dover bilanciare le pressioni interne ed esterne, cercando di mantenere una posizione coerente e al contempo pragmatica.
La questione centrale ruota attorno all'uso delle armi occidentali sul territorio russo. Josep Borrell, Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza dell'Unione Europea, ha sostenuto che l'Ucraina, secondo il diritto internazionale, ha il diritto di reagire attaccando i luoghi da cui viene attaccata. Tuttavia, il Ministro degli Esteri Italiano, Antonio Tajani, ha ribadito che l'Unione Europea non è in guerra contro la Russia, giustificando così il diniego del governo italiano all'eliminazione delle restrizioni sull'uso delle armi occidentali.
Questa divergenza di opinioni all'interno dell'Unione Europea mette in luce le tensioni e le difficoltà nel mantenere una linea comune. Mentre alcuni Stati Membri sono pronti a fornire un sostegno militare più diretto all'Ucraina, altri, come l'Italia, preferiscono adottare un approccio più cauto, temendo un'escalation del conflitto.