Minuti per la lettura Sono ore di passione in casa Pd costretto a rivedere anche le alleanze con Conte; intanto Meloni spiazza il centrosinistra sulla proposta di modifica di legge elettorale È rimasto spiazzato il centrosinistra di fronte alla proposta di modifica di legge elettorale che vorrebbe introdurre la coalizione meloniana. Tanti i malumori di fronte alla mossa dello stato maggiore del governo – lato Meloni – che ha scoperto le carte sulle regole del gioco in vista delle politiche del 2027: proporzionale con…
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Altre notizie:
Daro Parrini, vicepresidente dem della commissioe Afri costituzionali del Senato, è scettico sull’ide aid nuova legge elettorale che filtra in questi giornid a FdI, spiega che è ingannevole definire “proporzionale” una legge che con il premio di maggioranza può arrivare a produrre fino a 15 punti percentuali di distorsione nella traduzione dei voti in seggi» e che «bisogna reintrodurre le preferenze e farlo in modo pieno e sensato».
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Giorgia Meloni, dal suo punto di vista, ha due buone ragioni per voler cambiare l’attuale legge elettorale che è un mix di proporzionale e collegi maggioritari: riuscirebbe nello stesso tempo a limitare le truppe parlamentari di Lega e Fdi (lasciando loro solo i seggi che corrispondono ai loro voti, mentre ora ne hanno di più); e riuscirebbe a evitare che nel centrosud il centrosinistra recuperi 30-35 seggi che nel 2022 le sono stati regalati dalle divisioni, a partire da quella tra Pd e M5S. PER QUESTO DA ALCUNI giorni si sono…
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Minuti per la lettura Il piano Meloni della nuova legge elettorale: vince chi arriva al 40% grazie al premio del 55% I Fratelli colonnelli nicchiano, minimizzano, “ma no, nessuno piano elettorale”, meno che mai “un premio fisso al 55% se hai raggiunto il 40%”, figurarsi, “troppo presto”. Bocche cucite per il capogruppo Malan al Senato, per il responsabile del partito Donzelli. Forse l’unico che ne parla un po’ è il presidente della Commissione Affari costituzionali Alberto Balboni anche…
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La premier sogna di prendersi il paese Ripristino delle preferenze, indicazione del premier, robusto premio di maggioranza al partito vincente che avrebbe il 55% dei seggi. Meloni sogna di prendersi il Paese come accaduto un secolo fa La legge elettorale è da vent’anni la croce senza alcuna delizia della politica italiana. È anche il riflesso preciso dello stato paludoso dal quale il sistema politico non riesce a venire fuori.
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Premio di maggioranza al posto dei collegi, preferenze e/o listini bloccati, soglie di sbarramento. E chi più ne ha più ne metta. La riforma della legge elettorale è un evergreen, un classico di ogni legislatura. Con la maggioranza di turno che, va da sé, prova ad acconciarsi il sistema elettorale che più la potrebbe favorire. A volte riuscendoci (Silvio Berlusconi con il Porcellum che cancellò il Mattarellum) a volte no (Matteo Renzi con l’Italicum prima, bocciato…
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Sarà anche l’argomento più noioso del mondo, ma va presa sul molto serio questa chiacchiera sulla legge elettorale. Rivela che Giorgia Meloni è già entrata in modalità elettorale. Del resto, coi tempi e la percezione della politica di oggi, la primavera 2027 non è un’eternità. E la questione è semplice. La premier sa che, a differenza della volta scorsa, gli altri troveranno un modo per mettersi …
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Su una cosa, almeno, sembrano essere tutti d'accordo. Un testo vero e proprio non c'è e, per ora, a dominare il dibattito sono solo le indiscrezioni. Ma d'altra parte, da sempre, di legge elettorale si comincia a parlare ben prima che il cantiere apra effettivamente, anche per vedere l'effetto che fa e cominciare a soppesare le reazioni non solo nel campo altrui ma anche con i propri alleati. Ed è esattamente il meccanismo innescato da Fratelli d'Italia dopo che sono filtrate le prime ipotesi di…
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La riforma della legge elettorale è un passaggio obbligato di ogni legislatura ma in modo simile alla danza della pioggia per alcune popolazioni: spesso la discussione non approda a nulla, altre volte produce l’esito atteso. Ma mai prima dell’ultimo anno di mandato. Il motivo è ovvio: i parlamentari in carica sono eletti con la vecchia legge elettorale. E se quest…
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Sottotraccia, il cantiere è avviatissimo. La nuova legge elettorale è in incubazione, anche se alla scadenza naturale della legislatura in teoria mancano due anni e mezzo (ma FdI vuole anticipare almeno alla primavera del 2027, forse prima). Persino qualche esponente del Pd è stato sondato dai big della fiamma in questi giorni, prima del ponte del primo maggio, per capire informalmente come verre…
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Silvio Berlusconi contava tutto: il numero dei processi a suo carico, il numero dei milioni di voti presi nelle elezioni affrontate, ma soprattutto era orgoglioso del numero dei giorni a Palazzo Chigi, presidente del Consiglio in carica: quando superò Andreotti e De Gasperi, e si piazzò al primo posto nella storia della Repubblica, con più di 3.300 puntini nel suo personale calendario, fece un segno dei suoi, con l’evidenziatore arancione, nel foglio che il suo staff gli mise sul…
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La nostra storia politica è iniziata con i Popolari di Sturzo, grazie all’estensione del voto varata dal governo Giolitti e all’introduzione del sistema elettorale proporzionale puro (Legge 1401/1919). Questo sistema fu superato dall’infame Legge Acerbo del 1923 (proporzionale con premio di maggioranza, che permise la legittimazione della vittoria del fascismo), cui seguirono le leggi 122/1925 e 1019/1928 a sostegno del sistema plebiscitario.
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