Il Consiglio dei ministri ha approvato una modifica all'articolo 114 del codice di procedura penale, vietando la pubblicazione del testo delle ordinanze di custodia cautelare fino alla conclusione delle indagini preliminari o dell'udienza preliminare. Questa decisione mira a rafforzare la presunzione di innocenza degli indagati, adeguando la normativa nazionale alle disposizioni della direttiva europea.
La nuova normativa rappresenta un cambiamento significativo nel rapporto tra giustizia e informazione. Le ordinanze di custodia cautelare, documenti in cui i giudici spiegano le ragioni degli arresti, diventano segreti fino alla fine delle indagini preliminari. Questo provvedimento solleva questioni importanti sulla trasparenza e sul diritto all'informazione.
La durata interminabile dei processi è uno dei problemi principali del sistema giudiziario italiano. La nuova normativa potrebbe aggravare questa situazione, limitando ulteriormente la possibilità per i giornalisti di riferire sugli sviluppi delle indagini. La pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare è stata finora una fonte essenziale per i media, permettendo di informare il pubblico sulle decisioni giudiziarie e sulle motivazioni alla base degli arresti.
Il divieto di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare potrebbe avere conseguenze significative sulla libertà di stampa. I giornalisti si trovano ora di fronte a nuove sfide nel raccontare le indagini giudiziarie, dovendo fare i conti con restrizioni più severe. Questo provvedimento potrebbe essere interpretato come un tentativo di limitare la trasparenza e il controllo pubblico sulle attività giudiziarie.